Il vivaio del rugby di Rovigo è sparito dalle nazionali: una crisi decennale

Domenica 3 Aprile 2022 di Ivan Malfatto
L'Italia under 20 vittoriosa sulla Scozia a Treviso. Nessun giocatore dei vivaio di Rovigo presente

ROVIGO -  Le convocazioni diramate idal ct Santamaria per il “ Rugby festival” under 18 (il Sei Nazioni di categoria) confermano purtroppo un triste realtà. I giocatore prodotti dal vivaio di Rovigo sono spariti dalle nazionali giovanili e maggiori.

Non c’è nessun convocato tra i rossoblù, contro i 4 del Treviso, 3 del Petrarca, 1 di Verona e Valpolicella tra i club veneti.

La stessa cosa è successa le settimane scorse negli altri Sei Nazioni. L’ Italia maggiore tornata a vincere con l’impresa di Cardiff non aveva nessun rodigino in rosa tranne Nicotera, sfornato dal vivaio di Trieste. Idem l’ Italia under 20 dei tecnici “made in Rovigo” Brunello e Dolcetto. Della FemiCz Rovigo c’erano Bonan (la prima gara) e Andreoli, formati a Treviso e Modena. Giocatori usciti dalla Monti Junior zero rispetto ai 3 del Petrarca, 2 di Tarvisum, Treviso, Mogliano, 1 di Bassano, Villorba e Vicenza nei 25 convocati delle prime due giornate. E nelle altre le cose non sono cambiate. Meglio di Rovigo fa addirittura Colorno, due atleti del vivaio in Under 20 e uno in 18.
 

DIECI ANNI DI CATTIVA GESTIONE
Il dato non è isolato. È in sintonia con le convocazioni delle ultime stagioni a Sei Nazioni e Mondiali. Dove le presenze rossoblù si contano sulle dita di una mano: Quaglio, Moscardi, Visentin, Parolo e Borin (formati a Badia) e poco altro. È la conferma di una crisi del vivaio in corso da un decennio con l’attuale gestione dirigenziale e tecnica della Monti, nonostante il benemerito ed esclusivo contributo della Fondazione Cariparo, gli scudetti e le finali conquistati della prima squadra.

Ora sembra esserci una timida inversione di tendenza. Una maggiore collaborazione con la Rugby Rovigo, invece dei contrasti del passato. Questa ritrovata sintonia, abbinata al prossimo arrivo di uno dei nuovi centri federali under 18 e alla dichiarata maggiore sensibilità del patron Francesco Zambelli verso il settore giovanile, sono i primi passi per far tornare Rovigo punto di riferimento azzurro. Ma ne servono rapidamente altri lungo la strada della cosiddetta filiera rossoblù,

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