Rugby Italia-Sudafrica 21-63 a Genova: primo tempo in equilibrio con meta di Capuozzo, poi i campioni del mondo dilagano Highlights Galles ko con la Georgia

In occasione del test match presentata la borsa di studio Fir-giornalisti in memoria di Gabriele Remaggi

Sabato 19 Novembre 2022 di Paolo Ricci Bitti, inviato a Genova
Rugby Italia-Sudafrica 21-63 a Genova: primo tempo in equilibrio con meta di Capuozzo, poi i campioni del mondo dilagano Highlights Galles ko con la Georgia

GENOVA Il voto agli azzurri del rugby che sono appena stati sotterrati 21-63 (2 mete a 9) dal Sudafrica lo dà direttamente il capitano degli Springboks campioni del mondo, Siya Kolisi, un leader-totem la cui parola nella Rainbow Nation è ascoltata almeno come quella di un ministro con portafoglio pesante: «L’Italia è una squadra fortissima ed entusiasmante, ha fatto progressi enormi da quando l’avevano incontrata nel 2019, non è stato facile imporsi su un gruppo che schiera giovani e giovanissimi di notevole talento».

Grazie, ma certo dopo le vittorie con Samoa e Australia ci si poteva aspettare qualcosa di più da Lamaro ed effettivamente “giovani e giovanissimi” compagni? Forse, ma alla fine ha ragione Kolisi: in Giappone ai Mondiali finì 49-3 con l’Italia però mai e poi mai in partita, così come è avvenuto quasi sempre contro questa squadra di squadra di bulldozer che solo una volta (2016) su 17 abbiamo battuto. 


BULLDOZER
Invece ieri al “Ferraris”, spazzato dalla tramontana e tappezzato da 26.456 fedeli, i Boks nella formazione migliore sono stati costretti anche a inseguire riuscendo a imporre il break (più di 7 punti, il valore di una meta trasformata) solo al 50’.

Di più: a un certo punto il Sudafrica ha rinunciato a cercare la meta da touche accontentandosi di raggranellare 3 punti per volta con i calci piazzati perché non riusciva a far crollare il muro alzato da Lamaro, Ruzza e Brex. 


Ok, alle fine è sempre una pesante batosta, con il temuto dilagare dei Boks nella fase finale del match quando le forze calano e si fanno sentire le devastanti differenze tecniche e fisiche tra l’11a squadra del ranking e i campioni del mondo, ma si può dire che l’obbiettivo di conquistare il rispetto dei sudafricani e del resto del mondo ovale sia stato ampiamente raggiunto. Prima del tracollo c’è stato persino il tempo di gustarsi un’altra meta volante di Ange Capuozzo che all’11’ ha portato davanti gli azzurri (10-8): il folletto del Tolosa è il “finalizzatore” letale di un’azione che ha sorpreso persino la competente regia della tv sudafricana. “Italia, Italia” è rimbombato allora fino ai caruggi, così come quando Lorenzo Cannone, 21 anni, tirava giù colossi E poi i 3 piazzati non facili e la trasformazione di Allan (4/5) che ci hanno tenuto agganciati per quei 50 minuti di fuoco in una lotta alla pari con gli Springboks. Anche la seconda meta azzurra, proprio di Lorenzo Cannone, al 66’, non è arrivata a babbo morto perché gli avversari, giunti in Italia con due sconfitte sulla schiena, non hanno mai il alzato il piede dal gas.

Di errori imperdonabili (quelli non forzati dagli avversari) l’Italia ne ha commessi di fatto uno (lo scippo di Kolbe ai danni di Morisi su calcio di ripresa) e anche questo è un segnale di crescita rilevato dal ct Crowley. «A inizio novembre chi avrebbe creduto in due vittorie? - ha detto il ct - Siamo ancora all’inizio del nostro cammino e lezioni dure come quella di oggi (ieri, ndr) ci serviranno per migliorare in vista del Sei Nazioni. Nella ripresa abbiamo concesso troppo spazio, ma ugualmente in molte fasi del match siamo riusciti a dare continuità al gioco che ci ha permesso di battere Samoa e Australia».

BRUNO IN GINOCCHIO

Il primo azzurro a riprendersi dal ko è stato di certo il genovese Pierre Bruno che sul prato del Ferraris ha convinto la fidanzata Jessica a dirgli di “sì”. Applausi dalle tribune che invece sono mancati a Cardiff perché la sorpresa per i fedeli gallesi è stata di tutt'altro genere

GEORGIA ESPUGNA CARDIFF

La sorpresa del giorno infatti riguarda la Georgia che in estate aveva battuto uno delle squadre partecipanti al Sei Nazioni (l'Italia...) e adesso ha atterrato il Galles (12-13), per di più in trasferta al Principality Stadium proprio come gli azzurri avevano fatto nel Championship. Due vittorie fuoricasa, quelle azzurre e georgiane, senza precedenti. Probabilmente nessuno parlerà più di farlocchi meccanismi di promozione/retrocessione nel Torneo, semmai fra qualche anno si potrebbe assistere ad un allargamento di esso. Forse, forse, forse. 

LA PARTITA

Ci sono 42 punti e 7 mete di differenza fra l'Italia, fino a oggi imbattuta, e il Sudafrica, reduce da due ko, campione del mondo che a Genova ha vinto 21-63. Tre anni fa ai Mondiali in Giappone gli Springboks vinsero con 46 punti di scarto in una partita senza storia mentre a Genova il test match è restato vivo parecchio tempo grazie a una prova di enorme sacrificio e altrettanto coraggio da parte degli azzurri che prima del the hanno anche sorpassato i sudafricani chiudendo sul lusinghiero 13-18 (1 meta a 2).  

Un primo tempo insomma alla pari con i campioni del mondo, un primo tempo di una durezza terrificante con clangori metallici a ogni impatto e gli azzurri pronti a rispondere colpo su colpo ai campioni del mondo sudafricani costretti anche a inseguire. Gli Springboks giocano con tutti i migliori titolari e si vede: avranno commesso due errori in 40 minuti e hanno sfruttato cinicamente ogni occasione. Il fatto è  che Lamaro e compagni di occasioni gliene hanno date poche.

L'inizio è da incubo: al 2' meta in prima fase dell'ala Arendse per un pasticcio fra i centri che liberano spazio al largo dopo una touche sudafricana. Fa niente: Allan accorcia con un bel penalty nonostante il vento gelido, poi Kolpe riporta a + 5 il Sudafrica che non riesce più a sfondare, atterrato da placcaggi devastanti in avanzamento. All'11' l'azione da campioni del mondo che però sono gli azzurri: i Boks perdono un pallone in touche nei lor22. Bruno la raccoglie al volo e gioca veloce la rimessa, serve Varney che allunga a Lamaro e poi ad Allan che fa volare la palla fra le mani di Capuozzo, sprint che nemmeno Mercurio e meta. E sorpasso: 10-8.

Ma è ancora troppo presto perchè dopo i penalty di Allan a Kolbe arriva Mbonambi a schiacciare in meta per il 13-18 al 27' che resiste fino all'intervallo. In realtà forse Mbonambi quella meta non l'ha segnata, ma il Tmo non se l'è sentita di smentire l'arbitro inglese Carley. 

Insomma l'Italia che ha battuto Samoa e Australia c'è anche davanti ai migliori del mondo che tre anni non incassarono alcuna meta dagli azzurri sempre sotto nel punteggio.

Del guizzo di Capuozzo, atteso come un do di petto all'opera dai 26.457 dei Ferraris, si è detto, ma è che tutta la squadra ha girato bene con mischia sempre avanzante e trequarti pronti a contrattaccare su ogni pallone. E ottima anche la capacità di portare a casa punti ogni volti che ci si è affacciati a ridosso dei pali sudafricani. Gran placcaggi di Brex e Lorenzo Cannone, un ventenne a dir poco impressionante.

Poi però la fatica di arginare i bulldozer del ct Nienaber ha chiesto il conto nella ripresa: Allan ha accorciato al 48' (16-18) il che appariva al limite del miracolo, ma già pochi secondi dopo Kolbe scippava un pallone al volo a Morisi. Un'ingenuità non ammessa, ma poi bisogna essere in campo a tirare giù colossi prima di giudicare. Quella meta del tutto regalata ha fatto crollare la diga. Due minuti dopo la meta ancora di Arundse del 16-30 con il primo break conquistato dai sudafricani che hanno alzato l'intensità del gioco a livelli inspportabili per l'Italia. Ne ha fatto le spese Edoardo Padovani che nel tentativo di placcare Le Roux ha subìto un forte colpo alla testa e al collo: portato fuori dal campo in barella, l'estremo azzurro è stato portato in ospedale per effettuare i protocolli precvisti in caso di concussion. In serata è poi tornato in albergo e domani sarà a Montecarlo per la cerimonia dei premi annuali di World Rugby:la sua meta vincente al Galles, propiziata da Capuozzo, è in lizza fra le mete più belle dell'anno. 

I campioni del mondo hanno continuato a macinare gioco a un ritmo ancora più forsennato segnando altre 5 mete alle quali l'Italia ha risposto al 66' con la meta di Lorenzo Cannone per il 21-42. Il diluvio è subito ripreso, ma non si può dire che non fosse atteso. Ha ragione Lamaro: gli azzurri non sono diventati superman quando hanno battuto l'Australia e non sono scarsi adesso che le hanno prese dai campioni del mondo. Le gerarchie nel rugby sono scritte nel marmo.

Il tabellino

Genova, Stadio “Luigi Ferraris” 

Autumn Nations Series, III Test Match

Italia - Sudafrica 21-63 (p.t. 13-18)

Marcatori: PT 1’ m. Arendse, nt (0-5); 7’ cp Allan (3-5); 9’ cp Kolbe (3-8); 11’ m. Capuozzo, t. Allan (10-8); 20’ cp Allan (13-8); 25’ cp Kolbe (13-11); 29’ m. Mbonambi, t. Kolbe (13-18). ST 44’ cp Allan (16-18); 45’ m. Kolbe, nt (16-23); 47’ m. Arendse, t. Libbok (16-30); 54’ m. Smith, t. Libbok (16-37); 62’ m. Marx, nt (16-42); 65’ m. L. Cannone, nt (21-42); 68’ m. Kitshoff, t. Libbok (21-49); 72’ m. Willemse, t. Libbok (21-56); 79’ m. Reinach, t. Libbock (21-63)

Italia: Capuozzo; Bruno (65’ Padovani – 70’ Bruno), Brex, Morisi (48’ Menoncello), Ioane; Allan, Varney (56’ Garbisi A.); Cannone L., Lamaro (C), Negri (48’ Zuliani); Ruzza (67’ Sisi), Cannone N.; Ceccarelli (41’ Ferrari), Nicotera (41’ Lucchesi), Fischetti (48’ Nemer)

All. Crowley

Sudafrica: Le Roux; Kolbe ((46’ Libbok)), de Allende, Esterhuizen, Arendse; Willemse, de Klerk (67’ REinach); Wiese (59’ Roos), Mostert, Kolisi (C); Orie (50’ Smith), Moerat (43’ Etzebeth); Malherbe, (50’ Koch); Mbonambi (50’ Marx), Nche (50’ Kitshoff) 

Allenatore: Nienaber

Arbitro: Adamson (Scozia)

Calciatori: Kolbe (SAF) 3/4; Allan (ITA) 4/5; Libbok (SAF) 5/7

Note: PT 13-18. Terreno di gioco in buone condizioni, giornata fredda e grigia. Spettatori 26.457. Player of the Match Arendse (SAF)

Le formazioni

Italia: Capuozzo; Bruno, Brex, Morisi, Ioane; Allan, Varney; L. Cannone, Lamaro (cap.), Negri; Ruzza; N. Cannone; Ceccarelli, Nicotera, Fischetti. A disp. Lucchesi, Nemer, Ferrari, Sisi, Zuliani, A. Garbisi, Padovani, Menoncello. All. Crowley

Sudafrica: Leroux ; Kolbe, De Allende, Esterhuizen, Arendse; Willemse, de Klerk ; Wiese, Mostert, Kolisi (cap.); Orie, Moerat; Malherbe, Mbonambi, Nche. A disp. Marx, Kitshoff, Koch, Etzebeth, Smith, Roos, Reinach, Libbok. All. Nienaber

Arbitro: Carley (Inghilterra)

L'attesa

GENOVA Un inspiegabile fenomeno quantistico deve avere capovolto il mondo, almeno quello ovale. In una Genova inondata di sole che sembra Città del Capo c’è una squadra, quella di casa, l’Italia, reduce da due grandi vittorie (Samoa e Australia) che affronta ospiti finora sempre ko nei test match autunnali che ogni anno segnano il confronto tra l’emisfero nord e quello sud. Ecco allora oggi al “Ferraris” sold out (28mila fedeli) un’inedita versione dei campioni del mondo sudafricani che le hanno prese da Irlanda e Francia, in verità prima e seconda nel ranking mentre gli Springboks (piccole antilopi degli altipiani) sono scesi al quarto posto. 


RANKING
Gli azzurri il ranking l’hanno scalato mica poco grazie a 5 vittorie nelle ultime 6 partite infiocchettate da mete sopraffine e si sono issati all’11° scalino, ma sulla carta non c’è storia: pur prudenti in maniera lusinghiera, gli allibratori ci danno battuti con uno scarto di almeno 10 punti, uno zuccherino per l’Italia che in 15 partite su 16 contro i Boks ha incassato anche batoste indegne da 101 punti.

Epperò per fortuna non si giocherà sulla carta (ore 14, Tv8 e SkySport) ma sul prato di Marassi sul quale ieri era un piacere vedere il gruppo dei ragazzi in azzurro allenarsi con contagiosa allegria prima dei terrificanti scontri frontali con bulldozer quali Malherbe o Etzebeth, colossi forgiati nell’acciaio come richiede la scuola sudafricana che fa dell’intimidazione fisica la prima strategia. Primo distruggere l’avversario con un pack capace di spostare una montagna, deinde scatenare la cavalleria leggera con frecce quali Kolbe che alle Olimpiadi sfiorerebbe la finale dei 100 metri. 


A caricare gli azzurri non è tanto il dolce ricordo del 2016, quando i loro predecessori a Firenze si superarono buttando a gambe all’aria i Boks, exploit restato senza repliche, ma il nuovo corso di un gruppo che di quella squadra di sei anni fa conserva solo Padovani e Allan. Come un mantra il capitano Michele Lamaro ripete che «non c’è stata alcuna svolta epocale, ma solo il risultato di una quotidiana messa a punto di piccoli dettagli grazie al lavoro avviato da un anno dal nuovo ct Crowley e da più strette sinergie con le franchigie di Treviso e di Parma». Anche l’homo novus del rugby azzurro, il fulmineo Ange Capuozzo, doppiette con Scozia e Australia, rifiuta il ruolo di detonatore della riscossa azzurra che ha spinto il ct sudafricano Nienaber a mandare in campo solo i pezzi da 90.

Uno scenario magnifico che proprio non si ricorda, proprio un mondo capovolto.

Insomma difficile che oggi in giro ci sia qualcuno più felice e più orgoglioso dei giocatori italiani: da due settimane sono sulla cresta dell’onda e oggi hanno il privilegio di affrontare la squadra campione del mondo al completo, segno di massimo rispetto che non sempre è stato concesso agli azzurri dai trisecolari padroni del vapore. Oggi i sudafricani, l'hanno detto loro stessi, giocheranno come se non ci fosse un domani e bisogenrà davvero stringere i denti placcaggio dopo placcaggio: non concedere troppi punti al campioni del mondo sarebbe già un gran risultato per un gruppo che ha richiamato l'attenzione del rugby di vertice. 


PREMI MONDIALI
Di più: la meta vincente di Padovani al Galles e gli slalom di Ange Capuozzo sono in lizza per i premi annuali di World Rugby, la federazione mondiale. «Gli Springboks sono delle rocce - dice “Mitch” Lamaro - ma non ci tireremo indietro perché vogliamo continuare a migliorare e anche a divertirci. Allo stesso tempo non è che una una, o due o tre partite stiano a insegnare cambiamenti epocali: ultimamente ce la siamo cavata bene, ma siamo sempre gli stessi della vigilia di Galles-Italia. Vero che si siamo avvicinati a un soffio dalla Top 10, ma non credo che la partita contro i Boks servirà davvero per misurare la nostra distanza dal podio del mondo ovale. A ogni modo volete mettere giocare davanti a decine di migliaia di tifosi che al "Ferraris" urlano “Italia, Italia”?».

BORSA DI STUDIO IN MEMORIA DI GABRIELE REMAGGI

Il test match di Genova serve anche a ricordare Gabriele Remaggi, genovese scomparso a  48 anni nel 2015 lasciando la moglie Cristiana e due bimbe. Remaggi era un cronista eclettico (rugby e calcio, soprattutto), un pilone da serie A e un laureato in Letteratura italiana con la prima tesi in Italia sulla storia del linguaggio del rugby, un lavoro all'avanguardia in tempi in cui già la ricerca delle fonti era molto complicata. Competenze che sono alla base anche dell'assai riuscita biografia di Marco Bollesan, il leggendario capitano azzurro, firmata da Remaggi ("Una meta dopo l'altra", 2012).  

E poi, fin da ragazzo, Gabriele è stato uno di quei volontari pronto a ogni sacrificio per tenere in piedi una squadra di rugby. In questi giorni in cui Genova è tutta rivolta al test match contro i campioni del mondo, dal Ferraris al Carlini a Recco a Cogoleto emergono testimonianze legate al suo impegno. 

Per ricordare la sua passione, un gruppo di giornalisti ha chiesto alla Federazione italiana rugby di istituire una borsa di studio in sua memoria. Proposta accolta tra il 2020 e il 2021 e, ieri, finalmente terminate le difficoltà del periodo pandemico, illustrata alla stampa al Ferraris alla presenza della moglie di Gabriele "Lele", del presidente federale Marzio Innocenti e del presidente del comitato ligure, Enrico Mantovani. Sul sito della Fir verrà pubblicato il bando per la stagione 2022/2023 per premiare chi, fra i tesserati che frequentano la scuola superiore o l'università, unirà il migliori risultati sportivi ai migliori risultati negli studi, L'importo della borsa annuale è di 3mila euro, di cui 2mila stanziati dalla Fir e mille donati dai giornalisti. 


Paolo Ricci Bitti

Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 03:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA