Italrugby, l'All Balck Crowley nuovo ct: «Si vince con la mischia»

Giovedì 20 Maggio 2021 di Antonio Liviero
A destra Kieran Crowley nuovo ct azzurro con Franco Smith

VENEZIA Un taglio netto con il passato. Quella avviata ieri a Venezia, nella sede della Regione, con la presentazione del nuovo ct della Nazionale Kieran Crowley, il neozelandese che lascia il Benetton Treviso dopo 5 anni, può essere definita per il rugby italiano un'operazione verità che ha il sapore della svolta.

Zero fumo. Niente proclami megagalattici come vogliamo vincere il 6 Nazioni o entrare nel giro di due anni tra le prime sei squadre al mondo (copyright Brunel), né i più modesti «si vede la luce in fondo al tunnel» (O'Shea). «Non ci poniamo alcun obiettivo minimo in termini di risultati - avverte Crowley, che ha firmato un contratto fino a giugno 2024 - se non quello di focalizzarci ogni giorno su piccole cose che possiamo controllare, tappe intermedie che ci porteranno a ottenere il rispetto crescente da parte degli avversari. Eredito da Franco Smith un notevole lavoro su un gruppo di giovani che nel giro di 2-3 anni ci potrà dare dei grossi benefici ma cercherò anche di sfruttare l'esperienza dei veterani».


RESTARE NEL 6 NAZIONI

Una linea condivisa da Marzio Innocenti, alla sua prima uscita pubblica dopo l'elezione alla presidenza della Fir: «Il movimento è in difficoltà per quanto riguarda i risultati sportivi ma c'è aspettativa nei nostri confronti dai partner del 6 Nazioni. Certo non sono contenti di come vanno le cose in Italia, ma sperano in una reazione. Nessuno vuole cacciarci dal Torneo, anzi vogliono che diventiamo un partner sempre più importante. Siamo un Paese di 60 milioni di abitanti che rappresenta l'unico spazio di sviluppo rimasto per il 6 Nazioni. Dobbiamo lavorare duro e tutti assieme. Difficile darsi un tempo per la svolta, ma certo di tempo non ne abbiamo più molto. Possiamo fare meglio tante cose, facciamo vedere cosa sappiamo fare. Non credo che i nostri giocatori siano scarsi. Ma sappiamo che devono dare il 120% quando ad altri basta meno, sappiamo che devono essere concreti».
E a proposito di concretezza sul tipo di lavoro da fare, il nuovo ct dice una cosa tanto ovvia che non si sentiva da tempo nell'ambiente azzurro e che in altre stagioni sarebbe stata addirittura in odore di eresia: «Le partite si vincono davanti». Cioè con gli uomini della mischia, con il combattimento: «Non vogliamo concentrarci sui risultati, ma i giocatori devono imparare a vincere - avverte Crowley-. Però se non domini una partita davanti, è difficile vincere. Quando giocavo con gli All Blacks gli avanti erano un punto di forza dell'Italia e quando allenavo il Canada la mischia azzurra ci ha nascosto la palla ai Mondiali. Ora però quella brillantezza e quella forza sono venute un po' meno. Dobbiamo ripartire da lì».


LE PRIORITÀ

Altra area da sviluppare, la difesa: «Difficile essere efficaci in attacco se non lo si è in difesa - dice il nuovo ct - Ma dobbiamo fare anche una riflessione sui cartellini gialli che hanno influito nelle nostre performance». Il discorso si sposta sulla preparazione fisica: «Mi sono confrontato con Smith anche sulla difficoltà di segnare quando entriamo nei 22 metri avversari. Forse dipende da un problema fisico, dobbiamo lavorare per crescere». Gli fa eco Innocenti: «Quando si vede giocare l'Italia tutti si domandano chi sia il preparatore atletico. Con Sanguin, che abbiamo confermato, ho fatto un patto: tra un anno ne riparliamo e vediamo se il livello è quello che le prestazioni indicano ora. Io credo di no». L'ex martellista delle Fiamme Oro Padova potrà avvalersi della collaborazione di Flavio Di Giorgio, preparatore atletico di Filippo Tortu che si occuperà dell'esplosività e della velocità.
A fare gli onori di casa a Venezia, c'era l'assessore regionale Cristiano Corazzari che ha sottolineato «il valore insostituibile dello sport e del rugby nell'ambito sociale e formativo» e ha fatto gli auguri a Innocenti «che si trova ad affrontare un momento complesso e importante». Siparietto con il leader Fir, presidente uscente del comitato regionale veneto: «Il rugby in questa regione è importante, siamo impegnati affinché quello italiano raggiunga gli stessi livelli».
 

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