Rugby Italia-Francia, quarti di finale: Manuela Furlan, ritorno Mondiale per la capitana-operaia

Venerdì 28 Ottobre 2022 di Paolo Ricci Bitti
Rugby diretta live Italia-Francia, quarti di finale: Manuela Furlan, ritorno Mondiale per la capitana-operaia

Rugby Italia-Francia, quarti di finale ai Mondiali in Nuova Zelanda.

Azzurre ko con le ​bleues: incassano un pesante (nel risultato) per quanto logico 3-39 (cinque mete a zero) dalla professioniste francesi, ma tornano a casa con un bottino comunque ricchissimo. Nessuna nazionale azzurra, maschi compresi, si era mai spinta così avanti.

Le studentesse, impiegate, operaie, insegnanti, ingegnere e farmaciste italiane in questo Mondiale sono andate oltre le colonne d'Ercole, poi poco hanno pututo contro chi da anni può vivere giocando solo a rugby, pensando solo ad allenarsi e a giocare senza dover mettere insieme il pranzo del rugby con la cena della vita tra esami da sostenere e ferie che non bastano mai per affrontare trasferte come questa in Nuova Zelanda. Nonostante ciò non le azzurre non fanno mai sconti in campo lottando fino alla fine ogni volta: oggi non sopportano avere resistito così efficacemente alle star francesi per trequarti del match salvo crollare nel finale quando di forze non c'erano proprio più. 

QUI GLI HIGHLIGHTS

Con grande coraggio le dilettanti azzurre hanno arginato le potenti francesi restando in partita assai più a lungo di quello che le sempre più spaziente transalpine credevano. Al the le altezzose "cugine" si sono trovate davanti solo 3-13, una miseria per di più non proprio costruita da una squadra che punta a vincere il Mondiale ma in realtà gentilmente offerta dalle italiane vittime di sbavature che a questo livello si pagano a carissimo prezzo.  

Si potrebbe dire va bene lo stesso, più di così era impossibile, ma in realtà le azzurre non dicono proprio nulla perché masticano amaro: sono una banda di "adorabili matte", ha detto il loro ct Andrea Di Giandomenico, ma, finché hanno benzina randellano giù anche le fantastiche giocatrici francesi guidate, per dirne una, da Caroline Drouin (già nominata Cavaliere della repubblica francese da Macron), che nel palmares ha anche, e neppure nello scaffale più alto, una medaglia d'argento alle Olimpiadi di Tokyo nel rugby seven.

Nel finale, quando la partita era già andata, bene ha fatto il ct a concedere qualche minuto di Mondiale a Manuela Furlan che, con la forza di volontà più che le terapie, ha recuperato in maniera miracolosa la possibilità di giocare dopo il terribile infortunio subìto il 3 settembre. L'ex capitana-operaia a inizio stagione aveva annunciato che dopo la Coppa del Mondo si sarebbe ritirata (sotto trovate la sua storia) ed è stato giusto premiarla con quest'ultimo caps.

La partita

Avremmo firmato tutti per incassare solo una meta dalla magna Francia nel primo tempo, mai poi guarda che beffa: per 40 minuti l'Italia di fatto non ha mai commeso errori capitali in difesa lottando con lucidità, tecnica e determinazione su ogni pallone, con il possesso e il territorio dominati dalle francesi. Poi la meta dell'ala Grisez arrivata già al 2' per "colpa" di due effettivi capolavori azzurri: prima il "furto" mirabile del pallone durante un "carrettino" della Francia nei nostri 22 (un'azione da antologia che gli avanti conservano fra i loro segreti perché si tratta di inserirsi in un muro di avversari), poi un sontuoso calcio di liberazione di Madia che ha divorato decine di metri grazie anche all'aiuto del vento che la capitana Elisa Giordano aveva scelto con grande acume di avere alle spalle nel primo tempo. Magari avere sempre così un gioco al piede. Magari. Ecco, le azzurre erano uscite alla grande dai loro 22 per riportare le francesi nei loro 22: Si fa così. Epperò, dopo quelle due azioni magnifiche, bisognava anche salire in difesa per impedire contrattacchi in cui le avversarie sono maestre. Due passaggi fra l'estremo Boulard e l'ala Grisez ed ecco la meta in mezzo ai pali. Sì, una beffa. Ma anche l'unica volta che le francesi sono riuscite a trovare un varco in millanta tentativi respinti da una difesa persino commovente. Regalato anche il penalty del 3-13: le azzurre avevano la palla e allo scadere dei primi 40 minuti avrebbero dovuto solamente calciarlo fuori e invece hanno attaccato. Palla persa, attacco in più fasi, penalty per le francesi davanti ai nostri pali e giallo per l'azzurra Magatti che si era immolata per impedire una meta. Insomma, fosse fino 0-3 il primo tempo non ci sarebbe stato nulla da eccepire.

Poi, nella ripresa, per altri 21 minuti, solo attacchi su attacchi da rintuzzare, respingere, bloccare: una diga azzurra che è crollata solo quando l'arbitro ha concesso una giusta meta di punizione: 3-20. Il ct francese ho poi inserito due piloni freschi dalla panchina (le professioniste francesi abbondano in tutti i ruoli) e il match è davvero finito anche se le italiane non hanno comunque regalato le ultime tre mete alle rivali volanti. Subire solo una meta in 61 minuti da questa Francia è una grandissima prestazione delle italiane.

Poteva fare meglio l'Italia per di più priva di Franco (concussion) e Tounesi (squalificata) contro le candidate alla vittoria della Coppa? Sì, ma anche molto peggio, vedi il Galles che ne ha presi 55 (a 3) dalla Nuova Zelanda senza lottare come le italiane che fra le dilettanti restano le migliori del campioni. Grazie azzurre per queste quattro notti con vista sulla Terra della lunga nuvola bianca. 

Il ct e la capitana

“Abbiamo lavorato tanto per arrivare a giocare partite come questa. C’è una delusione di base – ha detto il ct Di Giandomenico – per il risultato contro la Francia. Siamo stati in partita per gran parte degli 80 minuti. Tutto lo staff è orgoglioso di quanto hanno fatto le ragazze. Volevamo dimostrare il nostro gioco: ci siamo riusciti con molta difficoltà grazie alla difesa della Francia. Abbiamo lottato. Questo è un passaggio, non è un traguardo: è una tappa di un lungo viaggio con l’obiettivo di vivere sempre di più appuntamenti come questi”.

“Mi auguro che nel Movimento Italiano questo Mondiale possa lasciare la consapevolezza che si può lavorare in una determinata direzione. Il lavoro paga: bisogna crederci. Sono fortunato ad avere un gruppo formato da queste atlete ed avere avuto il sostegno dei club e di chi lavora in Federazione. Abbiamo un movimento unito, una direzione chiara: lavoriamo insieme e andremo lontani. Una giornata come questa testimonia il tutto: non bisogna finire da qui, ma iniziare da questo momento come punto di partenza”.

Elisa Giordano: "Credo che il bilancio di questo Mondiale sia positivo. Siamo arrivate fino a questo momento giocando tutte le partite mostrando tutto quello che avevamo. Speravamo potesse andare meglio questa partita. Siamo fiere di come abbiamo approcciato questa competizione. Posso solo che ringraziare tutte le mie compagne e tutto lo staff che, insieme, hanno reso possibile questo bellissimo viaggio”.

La Nazionale decollerà della Nuova Zelanda il 2 novembre.

Il tabellino 

Whangarei, Northland Events Center

Francia v Italia 39-3 (p.t. 3-13)


Marcatrici: p.t. 2’ Grisez tr. Drouin (7-0); 38’ cp. Sillari (7-3); 43’ cp. Drouin (10-3); s.t. 9’ cp. Drouin (13-3); 20’ m. Punizione Francia (20-3); 23’ m. Touye tr. Drouin (27-3); 27’m. Grisez (32-3); 29’ m. Grisez tr. Queyroi (39-3) 
Francia: Boulard; Grisez, Filopon (28’ st. Jacquet), Vernier, Menager; Drouin (23’ st. Queyroi), Boudron (29’ st. Chambon); Escudero, Mayans, Hermet (cap); Fall (14’ st. N’Diaye), Ferer (28’ st. Gros); Joyeux (12’ st. Khalfaoui), Sochat (22’ st. Touye), Deshaye (12’ st. Lindelauf)
All. Darracq


Italia: Ostuni Minuzzi (30’ st. Furlan); Muzzo (33’ st. D’Incà), Sillari, Rigoni, Magatti; Madia, Stefan (22’ st. Barattin); Giordano (cap), Sgorbini (37’ st. Merlo), Locatelli (10’ st. Veronese, 23’-30’ st. Maris); Duca, Fedrighi; Gai (4’-16’ pt., 33’ st. Seye), Bettoni (33’ st. Vecchini), Turani
All. Di Giandomenico


Arb. Hollie Davidson (SRU)
Cartellini: 42’ pt. giallo Magatti (Italia); 61’ giallo Turani (Italia)
Calciatrici: Drouin (Francia ) 4/5; Sillari (Italia) 1/1; Queyroi (Francia) 1/2
Player of the Match: Drouin (Francia)

LA VIGILIA

Il 3 settembre il mondo, ma proprio tutto il mondo, crollò sulla testa di Manuela Furlan: a 8 minuti dalla fine del test match contro la Francia addio al ginocchio destro. Lesione al tendine, operazione, dai 5 agli 8 mesi di riabilitazione. Per la capitana dell'Italia, 34 anni, 88 caps dal 2009, nessuna speranza di partecipare al suo ultimo Mondiale, di onorare insieme alle amiche e compagne in Nuova Zelanda il già annunciato ritiro dal gioco dopo la Coppa, ché la sua vita chiedeva di scrivere altri capitoli. Manu, per preparare nel migliore dei modi la trasferta in Nuova Zelanda aveva persino preferito licenziarsi. Sì, altri capitoli.


METE E MULETTO


Da 13 anni la triestina del Villorba (Treviso) guidava in campo le azzurre e, dopo il fischio dell'arbitro e prima e dopo ogni allenamento o partita di campionato, guidava il muletto per caricare vagoni ferroviari. La capitana-operaia, simbolo di una squadra di studentesse, ingegnere, insegnanti, farmaciste, agricoltrici che teneva testa e batteva le professioniste di Francia o Galles grazie a talento e sacrifici e alla formula inventata dal ct aquilano Andrea Di Giandomenico, laurea in Letteratura moderna che, come Manuela, timona la nazionale dal 2009 e che dopo il Mondiale cambierà probabilmente incarico con in tasca un 2° posto al Sei Nazioni, il 5° nel ranking mondiale e il freschissimo fantastico, storico e inedito quarto di finale alla Coppa: vette mai raggiunte anche dai professionisti azzurri.

 

Niente Nuova Zelanda, però, per Furlan: «Quindi è finita? Sì, in un certo senso sì. Fa male? Tanto. Tantissimo - ha scritto Manuela 55 giorni fa sul suo profilo Instagram -  In quegli istanti lo capisci, vedi tutto il percorso: la preparazione, la qualificazione, la nuova preparazione, i raduni, le amichevoli. Tutto per poi finirla così. Fa parte del gioco però forse nessuno ci prepara mai al "se dovesse succedere..". Il tempismo poi parliamone, è discutibile. Quanto mi fa incazzare! È tutto un miscuglio di emozioni, di pensieri. Ecco, non date mai per scontato che sia facile, perché tanto "è solo un gioco". No, è molto di più. È lavorare e incastrare gli allenamenti. Sono rinunce, agli svaghi, alle cose di famiglia. È la percezione, a volte di non avere abbastanza tempo, ma poi riesci a fare tutto. Perché lo vuoi. È tanta forza fisica ma molto più forza mentale. Il tutto per degli obiettivi, in questo caso un obiettivo. Quindi ora? Non lo so. Non so se sarò più forte. Ma ho ancora un compito. Guidare le mie compagne e in qualche modo lo farò. Perché le mie ragazze sono forti, e sono così convinta di questo che per me e per loro, in qualche modo questo mondiale lo giocherò al loro fianco. Perché ce lo meritiamo. Grazie a loro, allo staff, alle compagne di squadra, alle ex compagne, agli amici, agli amici di amici, ai tifosi, agli appassionati, a chi mi conosce, a chi no, a chi per orgoglio non ha scritto, a chi lo ha fatto mettendolo da parte, a chi mi vuole bene e a chi mi vuole male. Da tutto questo, alla fine, sto già imparando molto. Celebreremo la fine della mia carriera in maniera diversa, magari con una birra, a bordo campo, a sostenere queste ragazze che giocano a rugby». 

Sì, altri capitoli della vita: è brava Furlan con le parole come con le mete, è un buon viatico per il suo dopo rugby- giocato. Già nel 2019, la capitana-operaia, aveva scritto un illuminato "manifesto" del rugby femminile italiano alla vigilia di Italia-Francia a Padova per il Sei Nazioni. Un testo scritto con il cuore e con la testa che raccontava la travolgente passione per la palla ovale con la stessa intensità del diario scritto nel 1887 dall'irlandese  Emily Valentine che aveva sfidato tutti i tabu imposti dal maschilismo per essere la prima bambina a giocare a rugby nel mondo. Un manifesto per gratificare le prime pioniere del rugby azzurro, in campo nel 1985 a Riccione contro la Francia. Un testo per raccontare il boom del rugby femminile in Italia nel nuovo millennio con migliaia di bambine e ragazzine felici di placcare e correre fino ai pali ad acca. Un appello, infine, a sostenere l'Italia allo stadio a Padova o davanti alla tv contro la Francia. Il giorno dopo lei e le compagne alzavano le braccia al cielo, l'Italia, contro ogni pronostico aveva messo al tappeto le professioniste francesi: un altro traguardo storico tagliato da "Manu" e compagne. 

L'altro ieri la meraviglia, se proprio non vogliamo dire il miracolo aiutato dalle azzurre che hanno raggiunto per la prima volta i quarti di finale ai Mondiali: c'è quindi almeno una partita in più da giocare in Nuova Zelanda e Furlan, che il ct aveva voluto comunque portare al Mondiale a dispetto di tutti i Santi, ha stupefatto gli ortopedici e ha passato i test dopo sette settimane di fisioterapie e allenamenti sovrumani: convocata anche lei, sia pure in panchina, per Italia-Francia di sabato 29 settembre, alle 5.30 (Rai2 e SkySport Arena) a Whangarei. Ci sarà contro le pro' bleues, quarte al mondo, come aveva promesso prima di tutto a sé stessa con quel post, ma non per una birra, ci sarà proprio in campo: «La pressione sarà tutta per loro - dice l'azzurra - Noi possiamo divertirci giocando anche meglio di quanto fatto finora. In estate a Biella le abbiamo pure inceppate (26-19): qualche dubbio glielo metteremo».


Le azzurre avranno il lutto al braccio per Alfredo Gavazzi, 72 anni, Osso quando battagliava in prima linea col Calvisano (Brescia): dal 2012 al 2021 è stato presidente della Federugby e fu lui a volere le prime borse di studio per le dilettanti italiane che si stavano facendo largo fra le professioniste in vetta al mondo.

Le formazioni

Italia: Ostuni Minuzzi; Muzzo, Sillari, Rigoni, Magatti; Madia, Stefan; Giordano (cap.), Sgorbini, Locatelli; Duca, Fedrighi; Gai, Bettoni, Turani. A disp. Vecchini, Maris, Seye, Merlo, Veronese, Barattin, D'Incà, Furlan.

Francia: Boulard; Grisez, Filopon, Vernier, Menager; Drouin, Bourdon; Escudero, Mayans, Hermet; Fall, Ferer; Joyeux, Sachat, Deshaye. A disp. Touye, Lindelauf, Khalfaoui, N'diaye, Gros, Chambon, Queyroi, Jacquet.


Arbitro: Hollie Davidson (Scozia)

Ultimo aggiornamento: 29 Ottobre, 15:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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