Da tre a undici date per i recuperi: le ipotesi per "salvare" il Top 10 di rugby

Lunedì 23 Novembre 2020 di Ivan Malfatto
Un touche nel derby fra Mogliano e rovigo, giocato nella seconda giornata di campionato

ROVIGO - Timido spiraglio di speranza per la prosecuzione e la “salvezza” del Top 10 di rugby sul fronte Covid.

Come su quello generale della pandemia per l’Italia, che dalla crescita esponenziale sarebbe passata al “plateau” (assestamento) nelle curva dei contagi.

Nella 3ª giornata del campionato, dove la FemiCz Rovigo per la prima volta ha dovuto fermarsi a causa del contagi al Valorugby, per la prima volta si sono giocate anche tre partite. Una più dei turni precedenti. Sabato prossimo potrebbero diventare quattro o tutte e cinque, se non ci saranno ulteriori contagi. Gli emiliani tornano infatti ad allenarsi. Il Petrarca, l’unico finora a non aver mai giocato, avrebbe ridotto da 29 a 6 i giocatori contagiati. Anche tra i Bersaglieri sono passati da 4 a 3.

Al cauto ottimismo bisogna però bisogna iniziare ad affiancare la realistica programmazione dei recuperi. Finora sono già 8 su 15 le partite non disputate, il 53,3%, e sono destinate ad aumentare. Il campionato è partito molto tardi (7 novembre) rispetto alla Francia, Paese dove i tornei 2019/20 sono stati annullati come in Italia. Lì però il Nationale, omologfo del Top 10, la Terza divisione dove gioca l’ex rossoblù David Odiete, è iniziata il 12 settembre. Ben due mesi prima.

LE TRE IPOTESI
Quante sono a questo punto le date di calendario disponibili per giocare tutti i recuperi, senza cambiare la formula del campionato per completarlo? Si va da un minimo di 3 a un massimo di 11 giornate. Tre le ipotesi.

1) Tre date. Le 3 date di minima sono quelle dove ci sono già le soste per le coppe europee: sabato 3 aprile, 1 e 22 maggio (in mezzo le semifinali scudetto). Una contraddizione, perché i club di Top 10 non le giocano più, che ora diventa utile. Però con il Petrarca che eve recuperare già 3 gare, Valorugby, Calvisano, Colorno e Lazio 2 la situazione è al limite. È l’ipotesi meno percorribile.

2) Sette date. Le date dei recuperi salgono da 4 a 7 annullando la Coppa Italia, di cui Rovigo è detentore. Si aggiungono cioè sabato 20 e 27 febbraio, 6 e 13 marzo. Già due scenari scelti dalla Fir alla vigilia, quando non si sapeva la data d’inizio del Top 10, ne prevedevano la mancata disputa. In due turni finora si sono giocate solo 3 match su 8 (37,5%). Annullare la coppa, considerando quelle gare alla stregua di amichevoli, sembra l’ipotesi più sensata e probabile. Neanche i club che hanno giocato quelle tre partite dovrebbero opporsi.

3) Undici date. Le date crescono ancora progressivamente da 7 a 11 se la finale scudetto sarà posticipata. È prevista il 29 maggio. La Fir ha indicato come data limite il 30 giugno per completare questo Top 10, con almeno 14 partite giocate, assegnando i titoli. Spostando a seconda delle esigenze la finale al 5, 12, 19 o 26 giugno (i quattro sabati disponibili), magari in notturna e (si spera) col pubblico, lo spazio di manovra per i recuperi si amplia fino a 11 giornate, due in più di un intero girone (9).

A meno che il virus non ritorni più violento, quindi, i margini per “salvare” il campionato attraverso i recuperi ci sono. Anche senza ricorrere a massacranti turni infrasettimanali. Si tratta solo di prendere una decisione per farlo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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