Sorelle d'Italia Spadiste azzurre in trionfo a Parigi. Prima volta alle Olimpiadi, Francia battuta in una finalissima da brividi

Santuccio, Rizzi, Navarria e Fiamingo battono le padrone di casa

mercoledì 31 luglio 2024 di Andrea Sorrentino, nostro inviato a Parigi
Sorelle d'Italia Spadiste azzurre in trionfo a Parigi. Prima volta alle Olimpiadi, Francia battuta in una finalissima da brividi

Il Grand Palais si illumina d'immenso, e d'azzurro. Due siciliane più due friulane fanno quattro donne italiane, quattro Erinni, quattro pulzelle dai nervi al titanio, quattro moschettiere che zittiscono ottomila francesi in delirio, e li mandano a casa solo con l'argento. L'ultima stoccata di una notte stellata e indimenticabile la infligge Alberta Santuccio ad Auriane Mallo-Breton, nell'overtime del nono assalto, finisce 30-29 per le nostre. Francia touché col grande palazzo liberty che ammutolisce dopo aver fatto l’inferno, e viene in mente Paolo Conte, e Bartali in quel Tour de France che fa imbufalire i francesi e placa la loro spocchia. Le azzurre si abbracciano in girotondo sulla pedana, sgorgano lacrime. L'Italia è oro nella spada a squadre femminile, non era mai successo, ed è il cinquantesimo trionfo della scherma italiana ai Giochi, il primo in questa Olimpiade che finora aveva portato solo un bronzo, un argento e tanta frustrazione. E stavolta non ci sono arbitri che tengano, come con Macchi la sera prima: per fortuna la spada è l’unica arma non convenzionale, non c’è ricostruzione dei giudici, ed è pura scherma, quella più vicina al duello classico perché si può toccare l’avversario in tutte le parti del corpo, è una sfida cerebrale.

 

Le azzurre della spada

L’esperienza conta un sacco. Infatti le quattro fenomenali fanciulle sono donne, più che ragazze alle prime armi. Rossella Fiamingo 33 anni, di Catania; Alberta Santuccio, 29 anni, anche lei catanese; Giulia Rizzi, 35 anni da Udine, e da Udine viene anche Mara Navarria, la veterana coi suoi 39 anni.

Donne italiane come tante, e come nessuna. Rizzi era l’unica delle quattro alla sua prima Olimpiade, ha vissuto sei anni a Parigi e aveva una carica particolare, e s'è visto, per giunta pare che prediliga lo stile schermistico francese quindi le ha battute con le loro armi; Navarria è anche mamma, oltre che laureata in Scienze motorie; Fiamingo è la più celebre perché è anche fidanzata con Greg Paltrinieri, e ha un master in nutrizionismo; Santuccio si sposerà a ottobre col suo Francesco, che le ha fatto la proposta di matrimonio in una vigna di Frascati (Alberta, come Rossella, si allena a Roma), e da poco ha preso il suo pezzo di carta, la laurea in Psicologia.

Il loro ct aggiunge un altro pezzo di Italia, si chiama Dario Chiadò, torinese. Hanno costruito un'impresa inedita per la nostra cara vecchia scherma, in una prova di squadra come poche altre se ne sono viste. Perché durante la finale, in cui Rizzi e Santuccio sono state superbe, è venuta meno proprio Fiamingo, che perde il suo primo assalto 3-0 contro Vitalis, sembra svuotata, e il ct decide di sostituirla con la riserva Navarria. E' la mossa decisiva. L'Italia deve risalire la china, dopo sei assalti è sotto 19-15, ma gli ultimi tre sono quelli del sorpasso: Rizzi distrugge Vitalis 5-2 poi Navarria compie l'impresa della carriera, schienando 4-2 Candassamy e riportando l'Italia avanti (24-23). L'ultimo tocca a Santuccio, che non si disunisce nemmeno quando va sotto di una stoccata nel finale, e piazza quella del pareggio a 12” dalla fine contro Mallo-Breton: per riuscirci, contro ottomila spettatori che ululano e battono i piedi sulle lamiere delle tribune e hanno già in gola la Marsigliese da cantarci in faccia, ci vuole una testa da numeri uno. Alberta lo è, e lo dimostra piazzando la stoccata della vittoria in un corpo a corpo furente nel supplementare.

È l’apotesi, dopo una gara a squadre dominata (39-26 alle egiziane, 45-24 alle cinesi), forse anche grazie al motore della delusione per la prova individuale, dopo al massimo Santuccio era arrivata ai quarti. Fiamingo rivela: «È una vittoria che vale tantissimo contro questo grande pubblico, ma ci eravamo preparate: il nostro preparatore ci aveva fatto allenare con le registrazioni dei boati di questi tifosi, quindi eravamo pronte. Io vinco l’oro e Greg vince il bronzo: sono superfelice». Il presidente del Coni Malagò salta ad abbracciare le ragazze: «Siamo commossi e riconoscenti nei confronti di queste atlete, hanno vinto contro tutto e tutti». Alberta Santuccio, autrice dei punti decisivi, si schermisce: «Ho solo proseguito il lavoro delle mie compagne di squadra». Con l’oro olimpico si perfeziona un ciclo perfetto: negli ultim tre anni sempre sul podio in tutte le manifestazioni internazionali. Dario Chiadò, il ct: «L’ingresso di Navarria è stato decisivo? Beh, qualche volte ci prendo... Un aggettivo per tutte: Santuccio, la grinta; Fiamingo, la tecnica; Navarria, la costanza; Rizzi, la sorpresa». Poi suona l’inno di Mameli, anche se col volume basso. Piangono lo stesso tanti italiani. Il Gran Palais è una meraviglia, stasera, finalmente.

Ultimo aggiornamento: 08:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA