Rio 2016, inarrestabile Bolt: è ancora lui il re della velocità

Domenica 14 Agosto 2016 di Carlo Santi
Rio 2016, inarrestabile Bolt: è ancora lui il re della velocità

dal nostro inviato
RIO DE JANEIRO Usain Bolt è davvero di un altro pianeta. E’ un extraterrestre meraviglioso, lui sta su Marte e di tornare sulla Terra non ne vuole proprio sapere. In nove secondi e ottantuno centesimi si è preso il terzo oro olimpico dei 100 metri lasciandosi il rivale Gatlin alle spalle, 9”89 per lo statunitense, 8 centesimi che sono quasi un metro, mentre al terzo posto è finito il canadese Andre de Grasse con 9”91.

Nove secondi e 81 centesimi che è, ai Giochi, il tempo più lento con il quale ha vinto - a Pechino 2008 corse in 9"69 record del mondo, quattro anni fa a Londra in 9"63 - e gridare, pazzo di gioia, la sua dedica: «Questo è per te, Giamaica - ha detto Usani - Alzati, questo è per il mio popolo».

Il giro d'onore, le foto, i sorrisi, il tempo di un'intervista in tivù. Poi si è tolto le scarpe. «Le conserverò. Queste sono le ultime gare alle Olimpiadi che disputerò - ha detto il Fulmine - Voglio un bel ricordo».

Ha ringraziato il Brasile, lo stadio che lo ha accolto come un eroe, quasi fosse, qui, Pelé. «Quando mi hanno chiamato nello stadio e hanno gridato il mio nome per un attimo ho sentito le gambe tremare. Qui la gente mi ha dato un appoggio incredibile».

Nella sua notte magica, Bolt ha persino offuscato il grandissimo record del mondo del sudafricano van Nierkerk che nei 400 metri ha sfiorato, con 43”03, un muro che si pensa impossibile da battere.

Bolt corre come nessuno riesce a fare, autentico padrone delle Olimpiadi e della velocità. Justin Gatlin può attendere ancora e forse questa era l’ultima occasione visto che l’ex dopato Usa di anni ne ha 34.

Il campione è sempre lui, il giamaicano magico che per la terza volta di fila è il padrone dei 100 metri dei Giochi olimpici. Adesso Usain insegue la terza doppietta di fila sotto i cinque cerchi: mai nessuno come lui. E, visto correre stanotte, pensiamo che nessuno potrà infastidirlo nei 200 metri. Anzi, è possibile, se i compagni lo aiuteranno con la 4x100, che faccia sua anche la tripla tripla. 

Gatlin, che ha sorriso dopo il traguardo avvolto nella bandiera statunitense, ha provato a sorprendere il rivale: partenza perfetta, via come un proiettile, primo davanti a tutti. Era fatta? Aveva vinto lui, finalmente? Neppure per idea perché Bolt, che era dietro, non si è mai scomposto. In accelerazione lo ha prima agguantato ai 70 metri e come un missile lo ha sorpassato. Si è battuto il pugno sul cuore tagliando il traguardo: questo Bolt è davvero eroe senza tempo.

Altro che notte da leggenda: questa è una notte fantastica che lo incorona imperatore, campione immortale, Jesse Owens dei tempi moderni. Gli altri in pista con lui sono normali pedoni: lui corre, loro camminano. Il Fulmine ha vinto e, un attimo dopo, ha cominciato il suo show. Indossando una maglia nuova, metà nera metà gialla, è andato in curva, ha festeggiato con i tifosi, immancabili i selfie, ha sorriso, ha abbracciato la mascotte dei Giochi.

In semifinale Bolt ha dato un saggio della sua condizione in questa stagione indecifrabile che aveva anche messo a rischio la trasferta brasiliana. Sicuro e tranquillo, con lo stadio tutto per lui, “Bolt Bolt”, mentre quando è entrato in pista Gatlin sono stati fischi, Usain ha corso a modo suo.

Un’uscita dai blocchi non proprio da manuale ma le spinte quelle si che erano poderose. Ha accelerato, sessanta metri per essere primo, altri venti in folle e poi quasi al passo per finire in 9”86. Dietro, il canadese de Grasse a sei centesimi.

Poco prima lo stadio ha applaudito una prestazione mostruosa. Il sudafricano Wayde van Nierkerk aveva compiuto un’impresa fantastica sfiorando l’inverosimile, ossia correre i 400 metri in meno di 43 secondi.

Ultimo aggiornamento: 15 Agosto, 15:22