Federica Pellegrini e Simona Quadarella, le Divine del nuoto in vasca oggi alle Olimpiadi

Lunedì 26 Luglio 2021 di Piero Mei
Federica Pellegrini e Simona Quadarella, le Divine del nuoto in vasca oggi alle Olimpiadi

S’intrecciano la prima e l’ultima volta nell’acqua della piscina olimpica a Tokyo. S’intrecciano e si confondono le ore, come un neonato che scambia il giorno per la notte. Succedono cose strane, brutte e belle: una gambata irregolare calcia via, insieme con una controprestazione inattesa, i sogni della Pilato (ha un primato del mondo ma ha anche 16 anni: anche questo è un intreccio che può confondere). I sogni, già. Chissà come sarà svegliarsi stamattina, la staffetta e Martinenghi dei due record… cosa avrà portato la notte, oltre il consiglio?

Quel che avremo, in questo mezzogiorno di nuoto, è l’incrocio fra quella prima e quell’ultima volta olimpiche in gare individuali di due ragazze speciali, che hanno fatto della “cattiveria”, agonistica s’intende, la lora cifra di donna-campione. L’ultima volta è quella di Federica Pellegrini, impegnata nella batteria dei suoi 200 stile libero e poi, se sarà (e perché mai no?) l’Italia che la ama potrebbe avere due notti con la Divina. La prima volta è quella di Simona Quadarella, distanza i 1500, attesa lunga cinque anni quanti ne sono passati dalla delusione di non andare a Rio.

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Da Atene 2004, le Olimpiadi di Federica

Quanta acqua è passata nelle piscine! Federica è alla sua quinta Olimpiade personale, come Phelps per dirne uno dei pochi, il migliore di tutti; era una adolescente ad Atene 2004, dall’aria un po’ secchiona; le sfuggì una nuotatrice dall’altra parte della vasca e prese “solo” l’argento. Poi è fiorita nella bellissima e intrigante ragazza che è oggi e che vuole ritirarsi e renderà falso quel detto che sostiene che “non c’è niente di più vuoto di una piscina vuota”, perché vuota di lei sarà ancora più vuota; il suo campo d’onore sono stati quei 200 metri (ma non solo: li raddoppiò pure) e con le Olimpiadi ha avuto flirt in altalena, mentre con i mondiali è stato amore continuo.

Le generazioni

Ha vissuto da protagonista generazioni intere, X, Y e Z di avversarie magnifiche: la Van Almsick, la Manaudou, Missy Franklyn, Katie Ledecky e perfino Ariarne Titmus, l’australiana che è arrivata a un soffio dal toglierle il record del mondo che è ancora suo dal 2009 (trema il primato) e che qui ritrova. In cuor suo ogni italiano le chiede, approfittando delle notti prossime venture, la luna. Troppo ci ha abituato a sapere come mettere la mano sulla piastra. La luna è sul podio.
Poi c’è Simona, la romana Simona Quadarella che la mamma chiamava “Veleno” forse già quando era sul passeggino a bordo vasca, mentre dentro la piscina nuotava la sorella che, dicono, poteva andare perfino più forte non l’avessero stregata i libri anziché le onde.
Anche per la Quadarella c’è una Ledecky, anzi è proprio la Ledecky stessa, quella che in un mondiale dovette arrendersi alla mano correttamente rapace della Pellegrini ed alla quale Simona, ai mondiali di Gwangju 2019, fece vedere qualche sorcio verde.

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Da tenere d'occhio

Qui comincia l’avventura di due delle più attese nuotatrici del momento: Simona è stata messa anche dagli americani tra le 25 più da tener d’occhio, Federica è la Pellegrini.

L’avvicinamento olimpico è stato ora misterioso ed ora intralciato per le due: la Quadarella ha avuto anche una specie di influenza dell’ultimo momento, la Pellegrini ha seguito il suo cammino scoperto nelle ultime occasioni, scendere dalla montagna all’ultimo momento. Certo, i tempi che blocca oggi sul cronometro dicono che il tempo passa. Qualcuna delle avversarie di qui gattonava appena quando lei incedeva già sul podio. Certo, la Titmus è la Titmus, la Ledecky è la Ledecky, ma la notte è fatta (anche) per sognare. E sarà notte in Italia, quando… Ma intanto si comincia oggi, con quel mezzogiorno di nuoto nel quale l’Italia mette sul tavolo la coppia di donne, di regine, aspettando per l’all in Gregorio Paltrinieri. A meno che nella notte non sia successo che…

Ultimo aggiornamento: 11:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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