Atletica, tonfo Usa, Jacobs gode

Venerdì 6 Agosto 2021 di Mario Nicoliello
Atletica, tonfo Usa, Jacobs gode

L’Italia vola, gli Stati Uniti sono a terra. La 4x100 tricolore conquista la finale con il record italiano, il quartetto yankee finisce fuori dai magnifici otto. A esaltare gli azzurri è una prestazione eccezionale di Marcell Jacobs sul contro rettilineo, a criticare fortemente gli americani è niente meno che Carl Lewis. Appuntamento alle 15.50 per sognare in grande, visto che con un Jacobs così tutto può succedere. In batteria intanto è caduto il primato nazionale: 37”95, 16 centesimi meglio del 38”11 corso ai Mondiali di Doha 2019. Quello tricolore è il quarto crono della serie. In una finale olimpica la 4x100 italiana torna 21 anni dopo Sydney, grazie a una formazione con l’esordiente Lorenzo Patta al lancio, Marcell Jacobs in seconda frazione, Fausto Desalu in curva e Filippo Tortu sulla retta finale. Nessuno sbaglia, tutti interpretano il ruolo alla perfezione, chiudendo la batteria alle spalle di Cina e Canada. «Sono molto contento perché siamo entrati in pista con un grande spirito di squadra. Questa gara si corre tutti e quattro insieme e siamo riusciti a raggiungere un obiettivo importante che ci siamo prefissati da anni», racconta Jacobs, fiducioso che in finale si possa ancora migliorare: «In batteria le condizioni non erano ottimali, e anche io non mi sono sentito al 100%. Qui conta la squadra, bisogna portare il testimone in fondo. Davo una medaglia sicura agli Stati Uniti che però sono fuori». 
TONFO
Già, la sorpresa è proprio questa: Bromell, Kerley, Baker e Gillespie affondano a 38”10 e sono solo sesti.

I quattro velocisti sono apparsi dei dilettanti nel passaggio del testimone, tanto da suscitare un’irritata reazione di Carl Lewis. «In questa staffetta il quartetto americano ha fallito tutto. A essere sbagliato è stato sia il sistema di passaggio del testimone sia lo stile di corsa degli atleti. È stato chiaro che non c’era leadership», ha osservato il Figlio del vento. «È inaccettabile per un quartetto olimpico correre peggio dei liceali». Insomma, gli Stati Uniti non sono più i padroni della velocità e forse proprio per questa ragione stanno gettando fango sulla prestazione di Jacobs nei 100 metri, alimentando sospetti di doping contro l’azzurro. A tal proposito, dopo la batteria, il bresciano è voluto intervenire sulla questione: «Lo scetticismo di alcuni giornalisti stranieri non mi tocca, so che sono arrivato fin qui facendo tanti sacrifici, passando attraverso tante sconfitte e delusioni. Mi sono sempre rialzato, sempre tirato su le maniche, e so che quest’oro è merito del duro lavoro. Non rispondo, perché darei loro soltanto importanza». Inoltre Jacobs ha anche smentito le voci di un suo trasferimento negli States: «Con il fatto che sto ricominciando a riallacciare i rapporti con mio padre, passare qualche periodo lì, con la famiglia, è qualcosa che mi può aiutare per il futuro. Ma tutto qua. Non ho nessuna intenzione di andare ad abitare negli Stati Uniti, non l’ho mai pensato, in Italia ho tutto quello che mi serve e mi trovo benissimo». Intanto ieri il Coni ha reso noto che Jacobs sarà il portabandiera dell’Italia nella cerimonia di chiusura di domenica. Lui gode, gli americani rosicano.

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