Tutti contro la Ferrari: i rivali pronti a ricorrere alla giustizia civile per l'accordo segreto con la Fia

Giovedì 5 Marzo 2020 di Giorgio Ursicino
La Ferrari di Formula 1
Si comincia con i fuochi d’artificio. Una Formula 1 spaccata in due prima ancora di accendere i motori. O meglio uno contro tutti, perché la Ferrari è finita sotto il fuoco incrociato dei principali rivali, tutti quelli che usano una power unit diversa da quella di Maranello. Non bastava il coronavirus a togliere il sonno al Circus che sta per affrontare un tour mondiale con l’incubo degli annullamenti o dei rinvii, ora c’è anche lo spettro delle carte bollate di un affaire che minaccia di finire direttamente in tribunale.

La bomba è esplosa ieri. Sette squadre capitanate dalla Mercedes, ma fra le quali ci sono altri brand importanti come Renault, Red Bull-Honda e McLaren, hanno firmato un comunicato congiunto nel quale accusano, senza mezzi termini, la Federazione Internazionale e anche il Cavallino. Non accettano come la Fia ha archiviato, senza rivelarne i contenuti, l’indagine sulla scuderia più prestigiosa del reame («Siamo sorpresi e scioccati, un ente arbitro deve essere trasparente») e, se non verrà fatta chiarezza raccontando l’accaduto, sono disposte a ricorrere alla giustizia civile oltre che a quella sportiva.

La scorsa settimana, infatti, l’organizzazione guidata da Jean Todt aveva fatto sapere di aver concluso la lunga “trattativa” con la casa italiana legata a vicende regolamentari della scorsa stagione e che su tutto era stata fatta piena luce, si poteva voltare pagina senza pensarci più. Un weekend di riflessione ed è partito l’attacco. Le sette sorelle non si accontentano che la vicenda si chiuda in silenzio, ma sembrano voler sapere come sono realmente andate le cose, come se avessero la certezza che qualcosa di irregolare è accaduto. Il dubbio, in pratica, sarebbe che la Fia avrebbe usato troppa clemenza con la Ferrari beccata con le mani tutte sporche di marmellata. Cosa sospettino concretamente non è dato sapere.

Di certo qualcosa relativo alla power unit che lo scorso anno era la più potente del lotto e ha messo spesso in difficoltà le Frecce d’Argento con un velocità di punta fuori dal comune al di là della configurazione aerodinamica più scarica (quindi penalizzante in curva). Come il Cavallino ruggiva venivano accesi i riflettori sulle polemiche. Una volta sulla parte elettrica del propulsore ibrido, sul finire dell’estate sul V6 termico che sarebbe stato alimentato da un flussometro irregolare. Sua maestà Hamilton a Spa e a Monza si era mangiato il fegato incollato ai tubi di scarico della SF90 del giovane Leclerc inarrivabile in rettilineo

Un sei volte campione del mondo certo non cerca scuse e Lewis aveva archiviato le sconfitte con il sorriso e lo sguardo un po’ stupito. Meno elegante era stato quel bambino cattivo di Verstappen che aveva accusato Maranello come non si fa mai se non davanti a una sentenza inappellabile: «Quando non barano non vincono...». Sia come sia, ci sembra un modo di alzare la tensione che potrebbe nascondere manovre più ampie. In passato, di fronte a vicende come questa o anche peggiori, c’era stato sempre uno spirito di grande cordialità e di profondo rispetto fra il team più titolato della F1 e la squadra dominatrice assoluta delle ultime sei stagioni, con altrettanti titoli Piloti e Costruttori in bacheca.

Qualsiasi cosa accadesse la buona fede non era mai messa reciprocamente in dubbio. E poi la Fia è l’arbitro, un protagonista del quale bisogna avere la fiducia assoluta. Il prossimo anno cambia tutto e c’è una nuova lotta per chi ha le posizioni di vertice sia politiche che economiche.
Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 12:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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