Tre corazzate.
Nasser, statene certi, ci riproverà nell’edizione che scatta fra poco più di dieci giorni e i favori del pronostico spettano a lui. Velocità, esperienza, robustezza, affidabilità, il principe del Golfo e l’Hilux preparato in Sudafrica, nel complesso sembrano avere pochi rivali. Per il campione di tiro al volo, però, si prospettano all’orizzonte rivali mai visti che, solo a nominarli, fanno veramente paura. In lontananza (ma non è un miraggio) svettano le tre Audi all’esordio con ai comandi due autentiche leggende della maratona (Stéphane Peterhansel e Carlos Sainz) supportate dal funambolo Mattias Ekström, fenomeno del Rallycross e del DTM, il Campionato Tedesco Turismo. Ingolstadt ha la cavalleria per mettere a soqquadro la corsa già al debutto. I Quattro Anelli hanno una sorta d’imbattibilità: sono riusciti a dominare in tutte la categorie nelle quali si sono cimentati, dai rally all’Endurance, proponendo sempre delle tecnologie innovative che hanno fatto la differenza.
All’“Avanguardia della Tecnica”, claim che accompagna il marchio sin dalle origini, si aggiunge ora “Future is an Attitude”, addirittura il futuro è un atteggiamento, tanto per essere chiari sulla mobilità sostenibile ed elettrica che monopolizzerà il domani. Udite, udite, i feroci ingegneri bavaresi hanno puntato su un’astronave a trazione completamente elettrica per domare il deserto. A modo suo. Se non ci fosse di mezzo il peso del brand, la mossa potrebbe sembrare una boutade. Invece è tutto vero e rischia di far passare i rivali come eroi di una vecchia generazione ormai superata dai tempi e, soprattutto, dalle prestazioni. Come se non bastasse come spauracchio i tedeschi hanno pescato (o sono loro che si sono fatti avanti per far parte dell’impresa) i due piloti più titolati che, visto l’età e il carisma, sono la garanzia assoluta che non si scherza.
Uno è il papà dell’attuale ferrarista, ma famoso già da prima per aver vinto due Mondiali Rally e tre Dakar con auto diverse puntando quest’anno ad un poker molto speciale. L’altro è “monsieur Dakar”, vincitore 14 volte del Raid. In più, c’è un’altra “assicurazione”. Le truppe cammellate bavaresi saranno supervisionate in Arabia dal team più esperto, quello di Sven Quandt, conterraneo della Signora degli Anelli e pluri vincitore della Dakar nell’ultimo periodo. All’Audi di Peterhansel e alla Toyota di Al-Attiyah si aggiunge un terzo incomodo. Sébastien Loeb, nove volte di fila campione mondiale rally (insieme ad Ogier hanno vinto tutto nel nuovo Millennio) con il suo prototipo BRX T1 realizzato dagli specialisti britannici della Prodrive e schierato dal team Bahrain Raid Xtreme, un’altra equipe del Golfo. Stéphane, Nasser, Sébastien, tre moschettieri del genere alla guida di altrettanti squadroni, come non possono far sognare.