Ogier come Hamilton e Rossi: con la Toyota Yaris conquista il suo 7° Mondiale Rally

Martedì 8 Dicembre 2020 di Giorgio Ursicino
La Toyota Yaris di Sebastien Ogier

Un altro settebello della velocità.

Come quello del Re Nero Lewis Hamilton che quest’anno, nonostante il covid, ha eguagliato il record Micheal Schumacher. Sotto la neve della Val Padana, Sebastien Ogier con la Toyota Yaris WRC si aggiudica il Rally di Monza e conquista per la settima volta il titolo Mondiale dei controsterzi. Il Campionato Costruttori, invece, finisce alla Hyundai che non scende dal trono sul quale si è seduta le scorso anno. Un altro colpo da maestro del trentasettenne di Gap che, in un’atmosfera simile al Rally di Montecarlo dove è nato, guida come i veri fenomeni. Quando è vietato sbagliare, e bisogna correre veloci senza fare errori, la classe, il talento e l’esperienza di chi ha vinto 49 rally iridati emergono dirompenti.

Una disciplina che parla sempre più francese poiché, dal 1977 da quando si assegna la corona iridata ai driver, quasi la metà delle volte il trionfo più ambito è finito oltralpe. Nel nuovo millennio il dominio è stato quasi assoluto. Le sette gemme di Ogier si sommano infatti alla nove consecutive (dal 2004 al 2012) “dell’altro Sebastien”, l’almeno altrettanto leggendario Loeb (non ha caso soprannominato il cannibale). Nel mezzo solo la vittoria dello scorso anno di Ott Tanak, sempre con la Toyota Yaris. Ogier ha ancora la possibilità di eguagliare il suo connazionale e diventare in più grande di tutti i tempi perché proprio qualche giorno fa ha ufficializzato che nel 2021 continuerà con la casa giapponese allontanando le voci di un possibile ritiro.

Per ora il prolungamento è per una stagione ma, si sa, l’appetito vien mangiando. Loeb, in ogni caso, ha vinto le sue nove perle di fila tutte con una squadra, la Citroen, con la quale si era creato un feeling perfetto. Ogier, invece, non ha potuto essere profeta in patria e per trovare gloria è stato costretto ad “emigrare”. Non è stata proprio un fuga, Sebastien è andato in giro a prendersi le vetture migliori. Ma non è mai facile essere il migliore di tutti al primo anno con una nuova squadra e l’asso che viene dalle Alpi ci è riuscito ben tre volte: 2013 con la Volkswagen, 2017 con la Ford, 2020 con la casa di Nagoya.

Un’esperienza forte, mai provata dal suo più titolato rivale (ha vinto 79 rally iridati) che al massimo ha cambiato macchina (prima la Xara, poi la C4, quindi la DS3), mai meccanici e ingegneri. Fra i due, ora, c’è un rapporto di profondo rispetto ed anche stima. Le cose, però, non sono sempre andate così. Quando i due erano più giovani se le sono anche date e la relazione è stata pirotecnica. Tutti e due francesi, tutti e due fuoriclasse. Ma fra loro ci sono 10 anni di differenza e quando Ogier cercava di farsi strada, l’altro era già nella leggenda. Entrambi correvano per Citroen e, quando si scontrarono, la convivenza divenne impossibile.

Nel 2011 vinsero 5 Rally ciascuno, ma il Mondiale finì a Loeb non senza qualche polemica. Dovendo scegliere, se non altro per riconoscenza, logico che Citroen si tenne il maturo fenomeno, lasciando andare il giovane emergente verso Wolfsburg che si preparava ad esordire. Il resto è storia e quello fra Citroen e Ogier è un amore dannato che non è mai decollato anche se i due hanno riprovato ad accoppiarsi. L’anno scorso hanno provato ad accoppiarsi ed è stata l’unica stagione delle ultime otto che Seb non ha vinto il Mondiale. La Toyota non è invece riuscita a ripetersi nel Campionato Costruttori dopo il titolo conquistato nel 2018.

La vettura c’era, forse la migliore, o sempre in grado di lottare con Hyundai. La differenza, in qualche modo, l’anno fatta i piloti e, a parte Sebastien, la formazione coreana era filo più esperta. A Monza, infatti, il gallese Evans ha gettato al vento con un errore da principiante un titolo Piloti già vinto, non dando alla Toyota quel boost per vincere il Costruttori. Un errore banale che avrà sicuramente rovinato la serata al Ceo Akio Toyoda, il più appassionato di motorsport, considerato da molti l’Enzo Ferrari del Duemila.

Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 13:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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