Una vittoria alla Hamilton.
Nel GP dell’Emilia Romagna, inoltre, c’è stata la centesima vittoria delle Frecce d’Argento nell’era ibrida, il duecentesimo podio ed il trionfo numero 72 dell’invincibile britannico con la Stella che agguanta così il primato stabilito da Michael al volante del Cavallino. Hamilton, sul tracciato dove è volato in cielo Senna, e dove probabilmente nei prossimi anni (virus permettendo) non si tornerà più, aveva troppa voglia di vincere, tanto che sabato era un po’ abbacchiato perché Bottas gli aveva impedito di centrare la sua pole numero 98. Per il sovrano assoluto era un punto d’onore griffare l’albo d’oro sul Santerno, un tracciato molto speciale su quale non aveva mai avuto l’occasione di correre.
Lewis è anche il pilota che ha dominato sui circuiti più diversi ed è l’unico che è salito sul gradino più alto del podio in tutte le 14 stagioni che ha disputato. Così è partito in modalità “schiacciasassi” per ripetere l’impresa della domenica precedente a Portimao. Al via Valtteri è scattato bene e Verstappen pure, Hamilton si è messo tranquillo a sfruttare al meglio il carburante e le gomme come sa fare lui. Imola è un affascinante tracciato vecchio stampo, pieno di saliscendi e velocissimo (240 km/h in qualifica), ma sul quale è quasi impossibile superare. Manco fosse Montecarlo.
I piloti adorano guidare ad Imola, ma i cambi di posizione si fanno quasi solo durante le soste ai box e ricordano la gare di diversi anni fa quando non c’erano le gomme di mescola diversa e, soprattutto, l’ala mobile. Bene, nel cuore della Motor Valley non si passa neanche con questi aiutini. «Per fare il sorpasso servono due secondi di differenza al giro, io e il mio compagno siamo in mezzo decimo...», aveva spiegato Lewis dando appuntamento a tutti al pit stop. Davanti sembrava una lotta fra il finlandese della Mercedes e super Max, bravissimo come al solito a massimizzare quello che ha in mano.
Per provare il sorpasso Max tentava un under-cut perché se si fosse fermato prima Valtteri addio sogni di gloria. Il team tedesco faceva scattare il marcamento di Bottas, forse sbagliando, ma non si rinuncia mai a cuor leggero alla testa del gruppone ad Imola. Le due Mercedes e l’olandese erano gli unici fra i primi dieci ad essersi qualificati con le “medie” e con quei pneumatici si poteva andare molto più lunghi (Vettel, ad un’altra andatura, ci ha percorso il triplo dei giri). Per Hamilton la mossa che aspettava, un vero regalo. Bottas sperava che avessero richiamato ai box anche l’inglese, ma sul muretto non ci hanno neanche provato perché Lewis, quasi sicuramente, avrebbe tirato dritto.
Con le gomme al massimo dell’efficienza e, finalmente, la visuale libera, Lewis metteva la modalità “martello” e, con un’impressionante serie di giri veloci, distanziava i suoi rivali per effettuare il pit in tranquillità. La fortuna aiuta gli audaci e una mano non richiesta arrivava pure dalla virtual safety car che consentiva una sosta ancora più tranquilla. In più, il povero scandinavo aveva il fondo della vettura acciaccato per aver imbarcato un pezzo dell’ala anteriore della Rossa di Sebastian. Con la Freccia ferita Bottas lasciava il secondo posto a Verstappen, ma allo sfortunato olandese esplodeva una gomma su un detrito.
Hamilton polverizzava il giro veloce all’ultima tornata con un tempo che gli avrebbe dato una buona posizione sulla griglia. A chi gli chiedeva lumi sul futuro di Toto Wolff che potrebbe disimpegnarsi ha risposto. «Dopo tanto tempo può essere normale, neanch’io sp con certezza cosa farò il prossimo anno...». Sul podio anche la Renault di Ricciardo davanti agli occhi di un entusiasta Ceo De Meo, quindi l’Alpha Tauri di Kyvat, la Ferrari di Leclerc (un po’ più opaca che in Portogallo) e la Racing Point di Perez. Nona e decima le Alfa Romeo di Raikonnen e Giovinazzi, Vettel è stato penalizzato nella sosta ai box altrimenti, per la seconda volta di fila, sarebbe arrivato a punti.