Cronaca di una tempesta annunciata.
Se mai ce ne fosse stato bisogno, è evidente che il nuovo team principal non è venuto per mettere a punto una struttura quasi perfetta, ma ha avuto dal Presidente la licenza di uccidere se ci fosse stata necessità. Emerge, pian piano, il vero disegno che dà al manager francese un certo tempo per organizzarsi, non ha l’obbligo di vincere subentrando in corsa. Anche nel calcio è così: quando un allenatore viene esonerato, difficile che il suo successore vince lo scudetto. La prime dichiarazioni d’amore sono un atto dovuto. Poi bisogna intervenire dove serve, altrimenti sarebbe stato inutile cambiare. Vasseur, in poche settimane, era già intervenuto sulle prime linee: l’“Head of Race Stratagy”, Iñaki Rueda, ha cambiato ruolo, l’“Head of Track Area”, Laurent Mekies, è stato sollevato da alcune incombenze che il nuovo boss ha evocato a se. Ora è toccato a Sanchez.
La precedente struttura vacilla e la SF-23 si trova sempre più orfana: dopo Binotto e volato via David. Nella Formula 1 attuale ogni figura ha un suo vice e, se qualcuno se ne andasse, non si dovrebbe notare. Un format introdotto da Toto Wolff, adottato da Chris Horner e condiviso da tutte le scuderie più importanti. Per il lavoro di sviluppo, a questo punto fondamentale per la Rossa, sicuramente non è un bene dover fare a meno delle menti che avevano inventato i concetti. Certo, la figuraccia in Bahrain non ha sicuramente aiutato e Fred, nei “one to one” in sede, non sarà stato così comprensivo come davanti alle telecamere quando non ha puntato il dito contro alcuno. Troppe cose non hanno funzionato. Si spera che molto abbia influito la sfortuna e un circuito indigesto alla SF-23. Fra una settimana in Arabia Saudita è possibile che lo scenario sia diverso, meno ostile.
Che tutto torni a posto, appare irreale, tanta era la differenza a Sakhir rispetto alla Red Bull nonostante Verstappen abbia passeggiato e non spinto. In gara la Ferrari di Carlos è andata più lenta della Aston Martin e anche della Mercedes che definisce la sua monoposto da buttare. Due centraline (dovevano bastare per tutto la stagione...) andate in fumo in una giornata. Un assetto improponibile che mangiava le gomme. Ma, cosa che avrà fatto arrabbiare di più Vasseur, è stata l’approssimazione di alcune componenti non secondarie che hanno ceduto in mondovisione. Chi arriverà ora al posto dell’ingegnere a Maranello dal 2012 ed arrivato ai vertici nell’era Mattia? Le linee si compatteranno, si opterà per una soluzione interna perché andare sul mercato significherebbe attendere un lungo periodo di “gardening”. Gira la voce di un tecnico italiano, Alessandr Cinelli, che Fred conosce perché dopo 17 anni in Ferrari, era passato in Alfa Romeo nel 2019. I rapporti fra le due strutture eviterebbero la “quarantena”.