Domenica si corre al Mugello: sul circuito di casa la Ferrari sogna il podio per scacciare la crisi

Martedì 8 Settembre 2020 di Giorgio Ursicino
La Ferrari di Charles Leclerc al Mugello
Un gran premio speciale su una pista fantastica. Domenica è il grande giorno. Sui dolci saliscendi non lontani da Firenze si disputerà il GP della Toscana su un circuito che non ha mai ospitato una gara iridata di Formula 1. Se non ci fosse stata la pandemia il sogno era difficilmente realizzabile. Con i problemi causati dal virus, però, la Penisola è di nuovo diventata la capitale mondiale dei motori tanto che il Belpaese sarà protagonista di ben tre esibizioni delle monoposto più veloci del mondo, più di un sesto del calendario totale quest’anno composto da 17 appuntamenti.

Il primo novembre, infatti, i bolidi torneranno a dare spettacolo anche a Imola che un tempo era una tappa fissa del Circus e poi si è dovuta arrendere a una regola non scritta: la F1 è talmente globale per cui è impossibile organizzare più di un evento in una nazione, nemmeno in Italia, culla della Motor Valley e patria della Ferrari, l’unica Scuderia sempre presente alle 70 edizioni del Campionato. Proprio a Silverstone un mese fa Max Verstappen si è portato a casa le coppa dedicata all’importante compleanno della Serie. Al Mugello questo fine settimana va in onda una sfida per la Nazionale Rossa ancora più importante: sarà una gioia brindare al millesimo GP del Cavallino.

A Maranello, di questi tempi, non riescono a saltare di gioia neanche di fronte a queste ricorrenze. Anzi l’autodromo a due passi da Scarperia è ancor di più un feudo Rosso perché è di totale proprietà della Ferrari dal 1988, poco più di dieci anni dopo di quando venne inaugurato il tracciato permanente su un area di 170 ettari. Al Mugello le corse erano di casa molto tempo prima perché tanti avevano gioito e alcuni si erano fatti anche male sul circuito stradale, dal 1910 al 1970. La pista toscana è diventato il tempio delle moto ed è stato più volte eletto il migliore del Motomondiale.

Sul rettilineo principale lungo dieci metri meno di un chilometro le MotoGP sfiorano i 350 km/h, in nessuna altra parte durante l’anno vanno tanto veloci. Il Mugello, che dal 1994 ha spodestato tutti gli altri circuiti come sede del GP d’Italia, ha visto battaglie epiche e sette vittorie consecutive di Valentino Rossi nella Classe Regina (dal 2002 al 2008, una vita fa). Per il Cavallino vincere il suo 1000° GP nell’impianto che è la sua tana sarebbe stato l’obiettivo minimo anche negli anni scorsi.

Oggettivamente, però, non c’è fondamento logico su un desiderio del genere e, dopo il doppio zero nelle ultime due gare, anche i ragazzi di Mattia Binotto volano rasoterra. Eppure, se c’è una corsa per tornare a ruggire è quella di domenica e il pubblico per la prima volta in tribuna dopo il lockdown fa gli scongiuri. Ben venga un colpo di fortuna, o qualche sviluppo azzeccato. E poi il tracciato è completamente diverso da Monza e Spa, con le due favolose Arrabbiate. Arriverà prima o poi una pista meno indigesta per la SF1000 che è sempre una Ferrari e facciamo ancoro fatica a rassegnarci che vada cosi piano.

Una vittoria forse no, ma un podio è lecito sperarlo. Sotto osservazione c’è Leclerc che, anche se va sempre più forte di un demoralizzatissimo Vettel (è stato 4 volte iridato, ma ancora non sa cosa farà nel 2021), non può più permettersi di sbagliare dopo essere salito su Seb in Austria e aver disintegrato la Ferrari (d’accordo che non va...) alla Parabolica. Sfortuna sulla sfortuna al GP d’Italia hanno vinto gli outsider e fenomeni come Hamilton e, perché no, Verstappen non accettano due battute d’arresto consecutive.
Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 12:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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