Undicesima giornata all'epoca, stagione 2019-2020, undicesima la prossima, tre anni dopo. C'era il Napoli all'Olimpico, ci sarà il Napoli pure in questa occasione. Sono cambiati gli allenatori, da Fonseca-Ancelotti, siamo passati a Mourinho-Spalletti. Nicolò Zaniolo in quel periodo era più o meno quello che rappresenta ora Khvicha Kvaratskhelia per il Napoli: un talento in piena esplosione.
Roma, Pinto vuole il rinnovo di Zaniolo entro 2022. Il nodo sono le condizioni: la situazione
TROPPI GIORNI DOPO...
Domenica saranno 1086 giorni da quel pomeriggio di felicità e di grandi sensazioni. Zaniolo in questi tre anni si è trasformato. Due operazioni al ginocchio, il fisico sofferente, la mente che stenta a reggere le pressioni ed è piena di voglia di rivincita. Lui cresce e matura (significativo il gesto nei confronti del giovane under 17 dello Spezia, Jacopo Foce, infortunatosi gravemente al ginocchio: Nicolò lo ha aiutato, facendolo operare nella sua clinica, dal professor Fink in Austria) ma il tempo si accorcia, così come il suo contratto con la Roma, che ha bisogno di essere rinnovato: Nico chiede soldi da top player, la Roma lo valuta uno sproposito e per ora la firma non arriva. Zaniolo ha bisogno di decidere un big match e riesplodere come a Tirana, quando sì, in terra straniera, è stato determinante. L'inizio di campionato è promettente (e veniva da un ritiro e amichevoli dove si è messo in bella mostra) si intuisce che sarebbe stato l'anno della definitiva consacrazione. Ma Zaniolo si ferma di nuovo, dopo appena due giornate: salta tre gare per un fastidioso infortunio alla spalla e da quel momento non si è più visto il giocatore di Salerno, tanto per fare un esempio: ha mostrato qualche strappo incoraggiante lunedì a Genova, quando Mou gli ha regalato gli ultimi 23 minuti di partita. Per ora, Nico è a secco, sia in campionato sia in Europa League: zero gol in otto partite. In campionato non esulta dal 23 gennaio scorso, rete sul campo di Empoli. Zaniolo ha dimenticato come si fa e ora deve trovare la forza di ricominciare. Dal Napoli. Un attaccante top non ha numeri così piccoli (119 partite con la Roma, appena 22 reti), un po' quello il concetto espresso da Raiola a Ibrahimovic prima che diventasse un bomber di razza. Nico ha chiuso lo scorso anno con soli otto gol, di questi, due in A. L'anno precedente è stato fermo per infortunio e ha dovuto anche saltare l'Europeo. Ha chiuso la stagione 2019-2020 con le reti di Firenze, e poi - nella parte giocata in estate per via della pandemia - ha mostrato i muscoli a Brescia e Ferrara. Manca a Mou il calciatore che aveva steso il Porto in Champions.
IL CONFRONTO
Davanti a lui domenica troverà un ragazzo che ha portato a casa altri numeri un Napoli primo in classifica: sette gol (otto assist) in quattordici partite, per non parlare di Raspadori (cinque), Osimhen (quattro) e il Cholito Simeone (quattro). Zaniolo quei numeri ce li ha nel DNA, ma non li ha ancora mostrati. Dov'è quel ragazzo che ha esordito in Champions prima ancora di mettere piede in A? Dove è quello che ha vestito l'azzurro quando era poco più di un Primavera? Lo aspettiamo. Zaniolo cerca una maglia per domenica, probabilmente ce l'avrà, dopo la panchina di Marassi. A patto che si ricordi come si fa.
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