Da Balotelli a Zaniolo: quando il campione risponde alle offese dei tifosi

Domenica 19 Gennaio 2020 di Emiliano Bernardini
La "story" su Instagram di Zaniolo

C’erano una volta gli sfottò. Urlati o scritti. Potenza di un Paese che vive il tifo in maniera viscerale. Primordiale. Difficile spiegarlo. Duro da vivere. Lo sfottò che diventa insulto e colpisce forte anche sotto la cintura. Pure quando sei a terra. Ieri l’ultimo episodio. Un gruppetto di tifosi della curva Nord comincia a cantare «Oh Zaniolo, salta con noi». Il romanista Nicolò, infortunatosi al crociato la scorsa settimana, accusa il colpo e su Instagram prima ha condiviso il video scrivendo: «Fate pena, tutti», poi, ha rimosso la storia e ne ha pubblicata un’altra : «Inferiori» corredata dall’hashtag #Sempre forza Roma. Poi ecco la signora Costa in soccorso del figlio: «Ciao ‘nvidiosi» (storico striscione della Sud) e la scritta «Cari baci a tutti». Il Derby è già rovente.

GIOCATORI SORDI
Benvenuti negli anni 20 del nuovo millennio. La moda è la risposta via social del calciatore. Roba di un altro mondo. O di un altro modo di fare. Prima chi stava in campo sembrava sordo. Perché in passato si sono uditi insulti ben peggiori. Negli anni 80 il «devi morire» era fisso per chi restava a terra infortunato. Ricordate il 2006? Totti s’infortuna gravemente alla vigilia del derby e rischia di saltare il mondiale. I laziali non perdono l’occasione: «In Germania vacce con questa, tanto è Euro 4» scrivono sotto l’immagine di una sedia a rotelle. Totti non rispose. Lo fece sul campo appena ne ebbe l’occasione. Sedia a rotelle che, anni prima, apparse in Sud dopo l’infortunio di Gascoigne: «’Na carozzella va co no straniero». Macabra ironia dei romanisti anche verso Lulic quando rischiò l’amputazione di un dito: nella curva giallorossa apparve un enorme dito e quel «Non c’è ricrescita» “vendetta” del «Non c’è rivincita» coniato dai laziali dopo la coppa Italia del 2013 vinta sui “cugini” grazie al gol di Lulic. Nessuno di loro ha mai risposto.

SCATTO ALLA RISPOSTA
Oggi invece giocatori e allenatori si ribellano. Lo ha fatto Balotelli calciando il pallone in curva. Lo ha fatto Gasperini rispondendo al «Figlio di...» dei tifosi viola. Altra storia la corsa Mazzone sotto la curva dei bresciani urlando quel «Mortacci...» diventato storico. E poi ci sono anche i social, oggi pericoloso punto di contatto tra due mondi troppo distanti. Alle volte, però, sarebbe opportuno mettere i filtri per il silenzio oltre a quelli per sembrare più belli.
 


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