Il gol manca dal 25 maggio.
PARTENZA AD OSTACOLI
Si è ripartiti, quindi. Ad handicap, vista la lussazione alla spalla rimediata contro la Cremonese alla seconda giornata, ma si è ripartiti. Nicolò è stato costretto a rimanere ai box per un mese, saltando 4 gare di campionato e il debutto in Europa League contro il Ludogorets. Ha scaldato i motori con Helsinki, Atalanta e Inter e ora è pronto a tornare il «bello di notte». Chissà come la prenderà Boniek quando leggerà il soprannome che gli diede l'avvocato Agnelli accostato a Nicolò. Ma i numeri sono lì a confermarlo: degli 8 gol segnati lo scorso anno, 6 li ha siglati in Conference League. Un feeling, quello con le gare europee, confermato dal debutto con la maglia della Roma (titolare al Santiago Bernabeu il 19 settembre 2018 contro il Real Madrid) e dalla doppietta contro il Porto negli ottavi di Champions che lo proietta sul palcoscenico internazionale come il più giovane calciatore italiano ad avere realizzato due reti nella stessa gara nella massima competizione continentale. Gol che deve ritrovare. Per se stesso e per la Roma. Perché se è vero che è arrivato Dybala, per essere un elemento del tridente offensivo, Nicolò segna troppo poco. Otto centri (ma appena 2 in campionato) in 42 presenze nella passata stagione, ancora al palo dopo 5 partite in questa (in campionato non segna da oltre 8 mesi, ad Empoli, lo scorso 23 gennaio). Ma c'è di più: appena 3 passaggi-chiave che lo rendono undicesimo nella rosa e 175° in serie A, 10 tiri effettuati con appena 2 che hanno trovato lo specchio della porta avversaria. Meglio se l'analisi si sposta sui dribbling tentati (22) dov'è secondo in squadra soltanto a Pellegrini (24) anche se poi soltanto 8 di questi sono riusciti. Sabato scorso a San Siro, Mourinho lo ha schierato in un 3-4-1-2 atipico, avvicinandolo più del solito alla porta, chiedendogli inoltre un lavoro supplementare in pressing. Nicolò non si è trovato a suo agio. Pochi spazi, ma soprattutto poco campo a disposizione per scatenare la potenza che ha nelle gambe. Giovedì, con Abraham che tornerà ad essere il punto di riferimento offensivo, agirà qualche metro indietro. Per cercare e trovare quel gol che serve a lui e alla Roma.
PELLEGRINI A RISCHIO
Quella col Betis infatti è una partita da vincere. Mourinho ricorrerà ad un minimo di turnover (in rampa di lancio Tammy e Zalewski) e dovrà prendere una decisione su Pellegrini. Il Capitano non ha lesioni ma non sta bene e il suo impiego, ad oggi, appare complicato.
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