Ucraina, lo sport bandisce la Russia: dal calcio agli scacchi gare cancellate e squadre escluse. Paralimpiadi, domani si decide

Martedì 1 Marzo 2022 di Francesco Padoa
Lo stadio di San Pietroburgo dove non si giocherà più la finale di Champions League

Squadre e atleti russi banditi dalle manifestazioni sportive nel mondo. In tutti gli sport, non solo nel calcio. Cio, Fifa, Uefa e tutte le federazioni sportive internazionali hanno detto stop, decretando il divieto di partecipare a ogni  competizione a squadre e atleti che rappresentano il Paese che ha sferrato il tragico attacco bellico all'Ucraina. Lo sport prova ad alzare le barricate e isolare la Russia, ma - come per l'economia, i viaggi, i commerci, le transazioni internazionali - il nodo è se scegliere la via del bando completo o quello parziale, mirato. Ma ciò che finora era solo un auspicio è diventato un dato di fatto, con la sospensione di coloro che, nel mondo dello sport, rappresentano il paese del leader Vladimir Putin.

Russia e sport, ecco cosa succede

Ha cominciato il Cio che, dopo aver ritirato l'Ordine Olimpico, massima onorificenza del movimento a cinque cerchi, al presidente russo, ha «vivamente raccomandato» a tutte le federazioni mondiali di «non invitare atleti russi e bielorussi» nelle competizioni sportive internazionali, e laddove non fosse possibile per «motivi di tempo o legali» le esorta a «garantire che nessun atleta o funzionario sportivo russo o bielorusso possa prendere parte sotto il nome di Russia o Bielorussia». Ora si cerca di capire cosa succederà con le Paralimpiadi invernali di Pechino, dove i russi non dovrebbero esserci neppure come rappresentanti del loro comitato nazionale, e nella pallavolo, dove per ora la Fivb (la federazione internazionale) non appare intenzionata a spostare la sede dei Mondiali maschili previsti in Russia dal 26 agosto all'11 settembre. Per le competizioni di club è stato invece stabilito che quelli della Russia giochino le loro partite casalinghe in campo neutro.

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La corsa delle federazioni

L'ultimissima a intervenire, in  ordine di tempo è stata, ieri mattina, la Federazione equestre internazionale. «Il comitato esecutivo della Fei si è riunito per condannare all'unanimità l'invasione dell'Ucraina da parte delle forze militari russe e rimuove le manifestazioni dello sport equestre in Russia e Bielorussia - si legge in un comunicato - In linea con la dichiarazione del Cio del 25 febbraio 2022 che esortava le Federazioni Sportive Internazionali a trasferire o annullare i loro eventi sportivi, il Comitato Esecutivo della Fei ha invitato il Segretario Generale della Fei a rimuovere tutti gli eventi equestri internazionali in Russia e Bielorussia nel Calendario Fei 2022». Oltre a rimuovere tutti gli eventi dalla Russia e dalla Bielorussia, il Comitato Esecutivo ha anche deciso all'unanimità di congelare tutte le attività di solidarietà e sviluppo della Fei e di annullare o trasferire, ove possibile, i corsi che si terranno in Russia e Bielorussia nel 2022. Durante l'incontro, il Consiglio di amministrazione ha anche approvato l'assegnazione di un Fondo di solidarietà da 1 milione di franchi per la comunità equestre in Ucraina. 

Il caso del Tiro

Non ha fatto invece in tempo ad adeguarsi l'ente internazionale del tiro - sport in cui il plutocrate russo Vladimir Lisin è a capo della federazione mondiale - visto che nella prova di Coppa del mondo di tiro a segno in Egitto, vinta dall'azzurro Sollazzo, i russi Vladimir Maslennikov e Sergey Kamenskiy hanno gareggiato con le insegne del loro paese, ma per il resto l'invito è stato immediatamente raccolto. Così, in rapida progressione, e seguendo l'esempio dell'atletica che si era già mossa autonomamente nei giorni scorsi, sono arrivati stop e sospensioni che, in pratica, impediranno ai russi di gareggiare fin quando la situazione non sarà risolta. Lo sport prova quindi a fare pressione, e a fare ciò che per ora la diplomazia non riesce ad ottenere.

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Calcio, niente mondiali e Coppe

la Fifa e la Uefa hanno deciso insieme che tutte le squadre russe, siano esse rappresentative nazionali o squadre di club, saranno sospese dalla partecipazione alle competizioni. La Fifa, in attesa dell'evolversi della situazione, ha dunque sospeso la Russia dagli spareggi mondiali, per i quali avrebbe dovuto affrontare il 24 marzo la Polonia, che aveva già fatto sapere di non voler giocare, e poi Repubblica Ceca o Svezia. Adesso, a meno che non si arrivi a un ritiro delle truppe dall'Ucraina e a una pace, il problema non si pone più e rimane da vedere se la Polonia passerà automaticamente al prossimo impegno o se dovrà affrontare, al posto della Russia, una squadra che potrebbe essere ripescata da quelle rimaste fuori da questi spareggi che vedranno impegnata anche l'Italia, in prima battuta contro la Macedonia del nord. In prima battuta la Fifa aveva pensato di far giocare le partite in campo neutro, decisione motivata dal forte rischio di ricorsi al Tas e cause dolorose, in assenza di risoluzioni Onu, ma considerata ugualmente inadeguata dalle avversarie, Polonia in testa. Successivamente, quindi, la Fifa ha compiuto il passo ulteriore, una sospensione che potrebbe essere revocata solo in caso di pace o ritiro dall'Ucraina. Ovvia la replica della Federcalcio russa che ha definito «discriminatoria» l'esclusione della sua nazionale dai Mondiali. In un comunicato, la federazione si è detta «totalmente in disaccordo con la decisione di Fifa e Uefa di sospendere le squadre russe» e ritiene che questa misura «avrà un effetto discriminatorio su un gran numero di atleti, allenatori, di club o nazionali».

Anche l'Uefa si è adeguata nei giorni scorsi, decidendo di spostare a Parigi allo Stade de France la finale di
Champions League prevista a San Pietroburgo
il prossimo 28 maggio. «L'Uefa desidera esprimere il proprio ringraziamento e apprezzamento - sottolinea il massimo organo di governo del calcio continentale - al presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, per il suo sostegno personale e il suo impegno nel trasferire la partita più prestigiosa del calcio europeo per club in Francia in un momento di crisi senza precedenti. Insieme al governo francese, l'Uefa sosterrà pienamente gli sforzi per garantire il soccorso ai calciatori e alle loro famiglie in Ucraina che affrontano terribili sofferenze umane, distruzione e sfollamento». 
Subito dopo è arrivata anche la rescissione del ricco contratto di sponsorizzazione con la Gazprom. Infine l'Uefa ha messo in stand by i club russi impegnati nelle coppe europee, e quindi lo Spartak Mosca per il suo ottavo di finale di Europa League contro il Lipsia. 

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Judo, sospeso Putin presidente onorario

La Federazione Internazionale di Judo ha sospeso il leader del Cremlino Vladimir Putin dall'incarico di presidente onorario e ambasciatore di questo sport a causa «del conflitto bellico in corso in Ucraina». L'organizzazione, che riunisce 200 federazioni di judo, ha già cancellato un evento previsto a Kazan, in Russia, a maggio. Ora viene revocato anche l'incarico a Putin, che è un appassionato di questo sport. Cintura nera, Putin è anche co-autore del libro: «Judo: storia, teoria, pratica» ed ha registrato un video intitolato: «Impara il judo con Vladimir Putin».

Basket, sconfitte a tavolino

Nel basket sono state sospese le tre squadre russe che giocano l'Eurolega, Cska Mosca, Zenit e quell'Unics Kazan, che avrebbe dovuto giocare domani al Forum di Assago contro l'Olimpia Milano. Se la situazione non migliorerà, ha precisato l'Eca, queste squadre perderanno a tavolino tutte le partite, comprese quelle già disputate, e le classifiche verranno riscritte.

F1, saltato il Gp di Sochi

L'annuncio della Formula 1, controllata dagli americani di Liberty Media, di non correre il Gran Premio di Sochi il 25 settembre è arrivata dopo una riunione a Montmelò con i team e la federazione automobilistica internazionale. «Il campionato di Formula 1 si corre nei paesi di tutto il mondo con l'obiettivo di unire persone e nazioni. Stiamo osservando gli sviluppi in Ucraina con tristezza e shock, sperando in una soluzione rapida e pacifica alla situazione attuale. Formula 1, la FIA e i team - ha annunciato il Circus in una nota - hanno discusso della posizione del nostro sport e la conclusione è, valutata e compresa da tutte le parti interessate, che sarebbe stato impossibile tenere il Gran Premio di Russia nelle circostanze attuali».

Sport invernali, stop alla gare in Russia

Si muove anche il mondo dello sport invernale che con la federazione internazionale di sci cancella tutte le competizioni in programma fino alla fine della stagione in corso. La Fis ha deciso che, «nell'interesse della sicurezza di tutti i partecipanti e per mantenere l'integrità della Coppa del Mondo, tutti gli eventi di Coppa del Mondo in programma in Russia entro la fine della stagione 2021-22 saranno cancellati o spostati in un'altra sede».

Scacchi, altra sede per le Olimpiadi

Per effetto del «rapido deterioramento della situazione geopolitica» non si svolgeranno più in Russia le Olimpiadi degli scacchi, una sorta di Campionato mondiale a squadre che di solito raccoglie formazioni di circa 180 Paesi e migliaia di giocatori. Lo ha annunciato la Fide - Federazione scacchistica internazionale. Il torneo era in programma a Mosca dal 26 luglio all'8 agosto. «La Fide - si legge in una nota - è già al lavoro per trovare date e sedi alternative».

Paralimpiadi invernali, domani si decide

Triste coincidenza, quella che accomuna le ultime due Paralimpiadi: quella estiva di Tokyo vissuta con l'angoscia di quanto accadeva a Kabul dopo il ritorno dei talebani, quella invernale di Pechino 2022 con l'invasione di Putin e i rischi collaterali di una terza guerra mondiale nucleare, peraltro in piena tregua olimpica che cesserà il 20 marzo alla fine delle Paralimpiadi. In procinto di partire con la delegazione istituzionale azzurra alla volta di Pechino, accompagnato dal Segretario generale del Cip e capo missione Juri Stara, il presidente del Comitato italiano paralimpico Luca Pancalli confessa: «Mai da esseri umani avremmo immaginato di vivere un evento che dovrebbe essere di gioia e valorizzazione della grande capacità di resilienza di questi atleti disabili, in un contesto del genere che ci provoca ansia e preoccupazione». La questione sarà affrontata domani a Pechino, nella riunione del governing board dell'Ipc (il Comitato paralimpico internazionale di cui Pancalli fa parte). «E' un tema delicato: da un lato c'è la condanna internazionale di tutto il mondo e anche dello sport nei confronti di quanto sta accadendo di disumano e intollerabile, ma dall'altro c'è il diritto di questi atleti a gareggiare». Infatti si dovrà decidere come comportarsi con la Russia e un'idea potrebbe essere quella di far gareggiare gli atleti russi sotto la bandiera dell'Ipc.

I precedenti

La decisione della Fifa di sospendere la Russia dai play off escludendola di fatto dai Mondiali rappresenta un "unicum": nei due soli precedenti di esclusione globale - il Sudafrica per l'apartheid, la Jugoslavia per la guerra - a far da supporto alle scelte dello sport c'era infatti una risoluzione Onu, impossibile da raggiungere oggi vista la presenza della Russia come membro permanente del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Se da un lato si chiede allo sport un bando totale, dall'altro anche la politica internazionale si interroga su come trovare la via definitiva per l'isolamento della Russia, un copione già visto. Perchè le due realtà vanno di pari passo, come dimostrano le uniche due occasioni di bando totale. Negli anni Settanta toccò al Sudafrica, isolato dalla comunità sportiva, fuori dalle Olimpiadi, per l'apartheid. Tutto mosse dalla risoluzione 1761 formulata dall'Onu nel '62, la condanna dell'apartheid e l'invito a tutte le nazioni a interrompere le relazioni diplomatiche con Pretoria. Niente Sudafrica ai Giochi del '64 e del '68, nel '70 il bando ufficiale del Cio e quando la squadra di rugby della Nuova Zelanda violò il provvedimento giocando con loro una partita, una quarantina di paesi africani reagirono boicottando i Giochi di Montreal, in risposta al Cio che non aveva reagito e sanzionato. Da allora, mai più sport contro una squadra sudafricana.

 

 

Nel 1992, invece la Jugoslavia venne esclusa dagli Europei di calcio a pochi giorni dal via. Era il primo giugno del 1992, la Jugoslavia di Tito si stava dissolvendo sotto i colpi delle guerre tra serbi e croati e in Bosnia, quando un fax della Uefa comunica a Belgrado che la sua nazionale non può partecipare agli Europei di Svezia, che sarebbero cominciati pochi giorni dopo. Fatale, dal punto di vista burocratico,la risoluzione 757 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu del giorno precedente. In entrambe le circostanze lo sport non agì da solo ma sotto l'ombrello delle Nazioni Unite: i due Paesi erano infatti stati sospesi dall'assemblea. Erano stati estromessi dalla comunità politica e diplomatica internazionale e l'azione dello sport fu una conseguenza.

 

Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 09:01
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