Attenti a quei due, la Roma punta su Shomurodov e Zaniolo. Mourinho: «Ma non paragoniamoli a Benzema e Drogba»

Giovedì 19 Agosto 2021 di Alessandro Angeloni
Attenti a quei due, la Roma punta su Shomurodov e Zaniolo. Mourinho: «Ma non paragoniamoli a Benzema e Drogba»

Quei due, eccoli lì. Uno la stellina, che aspetta di tornare a brillare; l’altro, che stella studia per diventarlo. Zaniolo più Shomurodov, insieme contro il Trabzonspor, per la “prima” ufficiale. Fine dei giochi, delle partite-preparazione: si fa sul serio. Come piace a Mourinho. Come piace a tutti. Questi ragazzi li abbiamo già visti scherzare nelle amichevoli estive: Nicolò sta bene, non è ancora al top, è stato troppo tempo fermo ed è passato quasi un anno dalla sua ultima vera. Eldor sta alla grande. Si mangia il campo, come direbbe il suo allenatore, ascolta il rumore dei nemici. Il futuro è ora, per entrambi: dopo un anno in grigio, Zaniolo, dopo un’annata positiva Shomurodov, che con la maglia del Genoa ha fatto quello che doveva. 
LA SVENTURA ALLE SPALLE
La partita ufficiale profuma di gloria, anche se si gioca nella coppa di servizio, quella che piace poco, almeno in partenza, a chi sogna le luci dei campioni. A Zaniolo - che in Champions è nato con Di Francesco - questa sensazione, manca da quella brutta sera in Olanda, lo scorso 7 settembre (la prima rottura del ginocchio, invece, nel gennaio del 2020), quando il ginocchio ha fatto di nuovo cilecca mentre vestiva la maglia della Nazionale. Con la Roma, l’ultima in campo, il primo di agosto 2020, a Torino con la Juve, chiusura di quello strano campionato estivo ripartito dopo il lockdown. Un anno di ombre e di cattivi pensieri e in mezzo, un figlio, tanto gossip e duro lavoro, per tornare in forma e per provare ad agganciare il treno dell’Europeo, che poi è partito senza di lui. E l’Italia ha vinto senza di lui, che ora sente la vittoria come una sfida nuova, più difficile, più bella. Vuole vincere con la Roma, anche la Conference, perché no? Del resto, questa neonata coppa presenta - al momento - poche big, quindi i giallorossi per ora partono in prima fila, in attesa delle retrocesse dall’Europa League. Oggi a Trebisonda compare un vecchio amico, Peres e un altro giallorosso che qui ha lasciato un buon ricordo, Gervinho. Poi Hamsik, Cornelius, insomma, come stare a casa. Come in Champions, per dirla alla Mourinho. Chi non ha bisogno di sentimentalismi è Eldor Shomurodov, che viaggia a testa bassa verso la conquista del mondo-Roma. Come una macchina.
A MUSO DURO
Abraham chi?, sembrerebbe dire.

Il posto da titolare è anche suo, perché con Tammy può vivere. Ma l’ex Chelsea ancora non c’è e lui sì, quindi non si discute: il centravanti è l’uzbeko. Lui che può fare la seconda punta (nel 4-4-2) e il trequartista che va ad affiancare il centrale d’attacco (nel 4-2-3-1). Insomma, se continua a conquistare Mourinho, un posto lo troverà sempre. Oggi c’è da verificare le condizioni di Pellegrini, che viene da un problema muscolare, e Mou ne tiene conto anche perché tre giorni dopo si ritorna in campo, con la Fiorentina, esordio di campionato. Lì, forse, Abraham sarà almeno convocato. El Shaarawy insidia Micki, che a sua volta può sostituire capitan Lorenzo. Là davanti, oltre a quei due, c’è scelta, non ci sono Drogba e Benzema, ma Josè fa buon viso e si gode i giovani. Beata gioventù. Qualcosa manca a centrocampo, laddove Mou aspetta a rinforzi, ma molto dipenderà dai partenti. Non c’è Smalling, infortunato (come Villar), c’è Ibanez al suo posto al fianco di Mancini. Obiettivo vincere: non per la gloria. Mourinho, come detto, è quasi sorpreso dal livello del play off. «Sembra una partita di Champions. Non conta la competizione, conta vincere e noi non vogliamo scuse», dice. Non lo è dai suoi attaccanti, dalla forza del gruppo, pur ammettendo che qualcosa ancora manca per completare la rosa. «Quando abbiamo preso Shomurodov ero abbastanza felice e tranquillo, quando si è iniziato a parlare della cessione di Dzeko ho sentito un po’ di preoccupazione. La proprietà ha risolto la situazione in modo fantastico. Abraham non ha la storia di Edin, ma ha vinto tutto pur essendo un ragazzo giovane e di grande potenziale. Shomurodov lo stesso e Mayoral può aiutare la squadra. Non hanno il livello di esperienza di chi è già nella trama finale della carriera, non si possono paragonare con Ronaldo, Giroud, Dzeko. La rosa non è perfetta ma serve tempo. La parola chiave è “tempo”».

Ultimo aggiornamento: 20 Agosto, 10:19
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