Si aggirano a piccoli gruppi, massimo tre o quattro. Nessun tratto distintivo. Niente bandiere con la croce di San Giorgio né magliette della nazionale di Southgate. Quasi impossibile riconoscerli. Eppure a Roma di inglesi ce ne sono a migliaia. La febbre per il quarto di finale tra Ucraina e Inghilterra è già alta.
Ucraina-Inghilterra a Roma, tifosi ammessi alla Fanzone solo con certificato quarantena
Tifosi inglesi a Roma, pasticcio ordinanza
In entrambi i casi per il via libera saranno i tifosi inglesi a dover presentare la documentazione che attesti il termine della quarantena prevista dalla normativa nazionale vigente. E questo è scritto, seppur in maniera molto articolata, nel decreto fatto ieri dalla Sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali. In particolar modo nell’articolo 3 che però rimanda ad una serie di norme e decreti dentro i quali è facile trovare le pieghe dentro cui infilarsi, soprattutto per gli stranieri. Un norma farraginosa che di fatto lascia la totale responsabilità ai singoli tifosi: nessuno chiede ma spetta a chi entra allo stadio dimostrare di essere in regola. Insomma per entrare basterà una sorta di auto documentazione, niente controlli sulle quarantene. Perché l’unica richiesta è quella di esibire il tampone negativo fatto post quarantena di cinque giorni, ma resta un enorme vulnus: senza il biglietto aereo che attesti effettivamente che si è nella Capitale dal 28 giugno come è possibile dimostrare il contrario? Una sorta di “facciamo a fidarci”. E intanto ieri gli inglesi giravano liberi per la città. Si fingono turisti perché è meglio passare inosservati ed evitare i controlli delle forze dell’ordine. Soprattutto quelli che per arrivare a Roma hanno fatto triangolazioni con Dubai o Nizza.
BIRRA E PATRIOTTISMO
Jeams Teasdale gira con la maglia rossa dei Tre Leoni e con una birra per Trastevere, ad un certo punto ruba la scena improvvisando Wonderwall degli Oasis vicino piazza San Calisto. Lui “può”, vive e studia in Italia da 2 anni. Tampone fatto, anche lui sarà allo stadio: «Non appena è finita la partita contro la Germania ho iniziato a cercare un biglietto. Per fortuna mio padre, che vive a Londra, mi ha chiamato perché un amico del pub ha un amico che non è potuto venire». A proposito in centro c’è anche chi prova a vendere il prezioso tagliando, Christian gira con un cartello scritto in inglese. Su rischieta mostra il biglietto e confida di avere già alcune proposte: «Mi hanno offerto 300 euro».
Chissà se chiederà documenti attestanti la quarantena anche lui. E chi non andrà allo stadio? La preoccupazione della Prefettura è proprio quella legata all’elusione della quarantena e a pericolosi incroci con la malamovida, responsabile nelle ultime settimane di nottate di violenza indiscriminata. I controlli saranno intensificati in tutto il centro. Particolare attenzione dunque ai pub ma anche agli hotel che ieri ospitano le due nazionali, quella ucraina al Parco dei Principi, al quartiere Pinciano, e quella inglese al Roma Lifestyle, nella zona di Villa Pamphilj.
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