Superlega, ad agosto le big fuori dai campionati

Martedì 20 Aprile 2021 di Emiliano Bernardini e Salvatore Riggio
Superlega, ad agosto le big fuori dai campionati

I club che aderiranno alla Superlega saranno estromessi dai campionati nazionali del prossimo anno ma anche da Champions ed Europa League. Il tutto a partire da agosto. Tradotto la serie A 2021-22 non avrebbe Juventus, Inter e Milan. Questa la controffensiva pensata dalla Uefa per fermare lo scisma del calcio.

Oggi la proposta dovrà essere votata dal congresso. Anche se i legali di Nyon frenano sulla questione, vogliono essere inattaccabili prima di fare qualsiasi mossa. Più probabile che oggi ci sia una mozione di condanna e invece l’intervento più duro arrivi venerdì durante il comitato esecutivo straordinario. La proposta è arrivata direttamente dal numero uno della federcalcio polacca Zibì Boniek. Ora a scendere in campo è il turno degli avvocati. D’altronde la bomba lanciata è destinata a lasciare segno evidenti e profondi.

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Liti e tensioni

Sarà uno scontro tortuoso lungo e senza esclusioni di colpi. Già ieri pomeriggio l’assemblea di Lega serie A è stata molto accesa, i toni sono stati duri. I più arrabbiati erano Massimo Ferrero (Sampdoria) ed Enrico Preziosi (Genoa) e Urbano Cairo (Torino). Quest’ultimo ha chiesto le dimissioni di Beppe Marotta, amministratore delegato e direttore generale dei nerazzurri, dalla carica di consigliere. «Chi ha concepito la SuperLega sta attentando alla serie A e per questo tradimento deve dimettersi e vergognarsi» ha sbottato il patron granata. Tutte le società si sono scagliate contro Juventus, Milan e Inter. Silenzio assordante da parte di Claudio Lotito (Lazio) e Aurelio De Laurentiis (Napoli). Da parte sua, invece, Andrea Agnelli è apparso tranquillo. Non lo hanno toccato nemmeno le parole di Aleksander Ceferin («Lui è la più grande delusione di tutti, non ho mai visto una persone mentire così tanto», in sintesi il pensiero del presidente dell’Uefa). Il numero uno bianconero ha più volte ribadito di voler terminare il campionato. Non solo. Anche di continuare a giocare la serie A e i 12 club di devono mettere d’accordo con Fifa e Uefa perché riconoscano la nuova competizione. Inoltre, cosa più importante, non c’è la volontà della Lega di cacciarli via. Da non sottovalutare il fatto che a fine marzo sono stati venduti i diritti televisivi del triennio 2021-2024 a Dazn per 840 milioni di euro. Scatterebbe immediata una causa. L’Aic si è detta preoccupata per questa situazione. Questo immobilismo della serie A ai più non è affatto piaciuto. Avrebbero voluto una prese di posizione decisamente più dura. Molti presidenti sono convinti sia solo una forzatura per avere più soldi dalla Uefa e che tutto si risolverà in una bolla.

Rabbia europea

Cosa ben diversa rispetto al terremoto che rischia di esserci in Inghilterra. Perché se il primo ministro britannico, con la Premier a dichiarare guerra alle sei società inglesi (Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United e Tottenham). Tanto che il «Guardian» sostiene che sarebbe pronta a cacciarli dal campionato. Oppure Real Madrid, Manchester City e Chelsea – tre delle quattro semifinaliste di Champions, l’altra è il Psg che ha detto no alla Superlega e il suo presidente, Nasser Al Khelaifi, ha rifiutato la poltrona di numero uno dell’Eca – rischiano l’ immediata espulsione. Così riferisce Jesper Moller, membro dell’esecutivo Uefa, all’emittente danese Dr. 

Caso pattinaggio

La sanzione più grande – ma è da vedere se si potrà intraprendere questa strada – è quella di minacciare i giocatori che scendono in campo nella Superlega di non poterlo fare con le rispettive Nazionali. I legali dei 12 club hanno in mano una sentenza del Tribunale dell’Unione Europea che aveva bocciato la federazione pattinaggio proprio per un caso identico. Una cosa è certa: la strada è tracciata e tornare indietro appare difficile. Ma la maggioranza del calcio europeo non è disposta a vendersi al business e a tradire i propri tifosi. Come il Leeds che ieri è sceso in campo con le maglia con su scritto «Il calcio è per i tifosi». L’ingresso in campo del Liverpool accolto con i fischi. Il tecnico Klopp si allinea ai contestatori: «Capisco perché la gente non è felice, anche se non posso dire di più. Noi come squadra non siamo stati coinvolti nel progetto».
 

Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 11:05
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