​Superlega, il campionato europeo con Juve, Inter e Milan: «Nasce la nuova competizione»

Lunedì 19 Aprile 2021 di Benedetto Saccà
Superlega, ipotesi campionato europeo con Juve, Inter e Milan. Uefa: «Chi partecipa è escluso da tutto»

Una bomba all’idrogeno rischia di sconvolgere quasi settant’anni di calcio europeo in mezza serata. E infatti. Gli squadroni del nostro continente – compresi la Juventus, l’Inter e il Milan – hanno ormai deciso, letto, confermato e sottoscritto. Fonderanno la (finora sempre invocata) Superlega del pallone, mentre la Uefa e le federazioni locali hanno cominciato subito a minacciare una guerra termonucleare da miliardi e miliardi di euro – e vagamente mostruosa sul piano delle ripercussioni sportive. Là dove per ripercussioni sportive si intende non meno che una versione moderna di damnatio memoriae, sintetizzabile nella rimozione forzata dei club dalle coppe e dai campionati, cui, non fosse abbastanza, si aggiungerebbe allegramente l’esclusione dei giocatori dalle nazionali.

Tanto che la semifinale di Champions tra il Psg e il Manchester City, secondo la Bbc, sarebbe stata addirittura rinviata a data da destinarsi. Caos totale.

Come si è detto, al già ribattezzato nuovo Scisma d’Occidente del calcio parteciperanno da agosto anche tre squadre italiane. E cioè. La Juventus, l’Inter e il Milan. E puntualmente, a mezzanotte e ventidue minuti, le agenzie di stampa hanno battuto un comunicato che aveva sinistramente il suono della ghigliottina; quanto meno per la Uefa, è logico. Testuale. «Dodici prestigiosi club europei di calcio hanno annunciato oggi congiuntamente un accordo per costituire una nuova competizione calcistica infrasettimanale, la Super League, governata dai Club Fondatori. Ac Milan, Arsenal Fc, Atletico de Madrid, Chelsea Fc, Fc Barcelona, Fc Internazionale Milano, Juventus Fc, Liverpool Fc, Manchester City, Manchester United, Real Madrid Cf e Tottenham Hotspur hanno tutti aderito in qualità di Club Fondatori. È previsto che altri tre club aderiranno come Club Fondatori prima della stagione inaugurale, che dovrebbe iniziare non appena possibile. In futuro, i Club Fondatori auspicano l’avvio di consultazioni con Uefa e Fifa al fine di lavorare insieme cooperando per il raggiungimento dei migliori risultati possibili per la nuova Lega e per il calcio nel suo complesso». Vasto programma, avrebbe detto de Gaulle. Auguroni..

L’intelaiatura

Lo avete letto. I club pronti a migrare verso la Superlega saranno dodici. Ovvero. Gli inglesi Manchester Utd, Manchester City, Liverpool, Arsenal, Tottenham e Chelsea. Gli spagnoli Barcellona, Real Madrid e Atletico Madrid. E i tre italiani citati. 

E la Germania? E la Francia? La Germania e la Francia si sono defilate dal progettone e, almeno per il momento, hanno rifiutato l’offerta. Spiega, del resto, il New York Times che il presidente del Psg, Nasser al-Khelaifi, «fa parte del consiglio della Uefa e dirige anche beIN Media Group, la rete televisiva con sede in Qatar che ha pagato milioni di dollari alla Uefa per i diritti televisivi della Champions». 

Insomma. Liberamente ispirate da un’idea del Madrid, dello United e dell’astutissimo Andrea Agnelli (che nel frattempo si è pure dimesso dall’esecutivo della Uefa), le dodici elette vogliono dar vita a un campionato d’eccellenza con 20 inviti riservati – 15 fissi e cinque intrecciati al ranking. E non basta, figuratevi. Perché le (eventuali) partite della (tuttora eventualissima) Superlega dovrebbero giocarsi – tra l’altro già dal prossimo agosto – a metà settimana, ad eccezione della fase finale che si disputerà nel weekend. Si tenterà di generare quattro miliardi di euro annui e ogni club guadagnerebbe non meno di 380 milioni di euro. 

E così. E così la Champions e l’Europa League, di riflesso, sarebbero scaraventate di colpo nella sventura sportiva e mediatica – portate via come sabbia dal vento, anzi, dal mega-tornado del futuro. Non c’è neppure bisogno di sottolineare che si tratti soprattutto di un’operazione economica. Perché, proprio oggi (ma guarda un po’ la casualità...), la Uefa proporrà (e approverà) il telaio della nuova Champions, estendendone i confini a 36 squadre a partire dal 2024. E aumentare il numero dei partecipanti, lo capiscono pure i sassi, non equivarrà mai a garantire più soldi ai grandissimi club. Quindi proprio i grandissimi club si sono scomodati e hanno, andremo a dire, segnalato il proprio dissenso alla Uefa, indicendo una sorta di referendum (interno) sull’indipendenza, in pieno stile Brexit. Il varo della Superlega, per ora, è una mossa tattica – non troppo dissimile dal sistemare un esercito vicino a un confine nemico, ecco, tanto per capirsi.

 

La Uefa e i 50 miliardi

Chiaramente la Uefa si è, uditeudite, inferocita e ha attaccato tutto e tutti a testa bassa in un modo che non si potrebbe definire altrimenti che furibondo. E ha dettato comunicati e note come se non ci fosse un domani – e, in effetti, un domani rischia di non esserci affatto, considerando bene la situazione. Poi, dolente e lacrimosa, ha minacciato una causa di 50 miliardi di euro nei confronti di chiunque sia sospettato di tendenze secessioniste. «La Uefa, la Federcalcio inglese e la Premier League, la Federcalcio spagnola (Rfef) e LaLiga, la Federcalcio italiana (Figc) e la Lega Serie A hanno appreso che alcuni club inglesi, spagnoli e italiani potrebbero aver intenzione di annunciare la creazione di una cosiddetta Super League chiusa. Se ciò dovesse accadere, ci teniamo a ribadire che noi resteremo uniti nei nostri sforzi per fermare questo cinico progetto, un progetto che si fonda sull’interesse personale di pochi club in un momento in cui la società ha più che mai bisogno di solidarietà. Prenderemo in considerazione tutte le misure a nostra disposizione, a tutti i livelli, sia giudiziario che sportivo, al fine di evitare che ciò accada. Come annunciato in precedenza dalla Fifa e dalle sei Federazioni, ai club interessati sarà vietato giocare in qualsiasi altra competizione a livello nazionale, europeo o mondiale, e ai loro giocatori potrebbe essere negata l’opportunità di rappresentare le loro squadre nazionali». Ed ecco la Fifa, buttata giù dal letto in piena notte: «La Fifa disapprova la Lega separatista e chiusa, contraria a principi di inclusività ed equità finanziaria».

E i tre quarti dell’Europa, specie politica, hanno criticato l’idea della Superlega. Dal premier britannico Boris Johnson al presidente francese Emmanuel Macron. Per tacere di Sir Alex Ferguson, monumento ambulante del pallone inglese. E anche l’Eca, l’associazione europea dei club, ha pensato bene di tuffarsi e sostenere la colluttazione mediante diffusione di una nota pericolosamente violenta: «Un modello di Superlega chiuso sarebbe fortemente ostacolato dall’Eca». Poi, un giorno, magari, forse, scopriremo che basterà elargire qualche milioncino di euro in più ai grandi club e, chissà, gli eserciti schierati cattivoni&minacciosi da stasera sul confine si ritireranno felici e contanti

 

Ultimo aggiornamento: 29 Aprile, 00:42
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