Caso Suarez, la Juve e i sospetti di Cantone
in programma l'audizione di Paratici

Lunedì 21 Dicembre 2020 di Egle Priolo
Suarez

PERUGIA «Sussistono fondati dubbi che i rappresentanti della Juventus abbiano potuto avere contezza, nel lasso temporale dall’8 al 14 settembre 2020, dell’esistenza di questo procedimento e delle attività tecniche in corso». È questo il passaggio chiave. Questo, una volta stabilite responsabilità e modalità dell’esame «farsa» sostenuto lo scorso 17 settembre da Luis Suarez all’università per Stranieri, l’ultimo fronte aperto dalla procura guidata da Raffaele Cantone. 
Questo ciò di cui molto probabilmente gli inquirenti chiederanno conto al Chief football officer bianconero, Fabio Paratici, che dovrebbe essere ascoltato oggi. Condizionale d’obbligo visto il massimo riserbo calato sui tempi dell’inchiesta. Un passaggio incluso nelle 48 pagine della richiesta per l’applicazione di misura cautelare firmata lo scorso 18 novembre dallo stesso Cantone e dai sostituti Paolo Abbritti e Gianpaolo Mocetti (arresti domiciliari per Giuliana Grego Bolli, Simone Olivieri e Stefania Spina e sospensione per Lorenzo Rocca, poi trasformati dal gip Piercarlo Frabotta in quattro sospensioni per otto mesi) e che, a quanto si apprende, la lunga deposizione del Pistolero e del suo manager (oltre tre ore complessivamente) venerdì in videoconferenza da Madrid potrebbe aver rafforzato.
Già, perché in quegli elementi «particolarmente interessanti» che la procura ha ammesso di aver rilevato parlando con il bomber dell’Atletico Madrid ci sarebbe anche la ricostruzione del flirt estivo con la Juventus. Un flirt di mercato, un altro fuoriclasse da affiancare a CR7, che ha infiammato fantasie di dirigenti bianconeri e tifosi per diversi giorni da fine agosto e che è improvvisamente evaporato. Nonostante Suarez sia partito da Barcellona per sostenere l’esame di lingua italiana livello B1, necessario per ottenere la cittadinanza italiana e poter così essere tesserato dalla Signora come comunitario visto che i due posti da extracomunitario erano già occupati, e abbia quello stesso pomeriggio ottenuto il diploma tra selfie con la commissione e giovani tifosi in delirio fuori della palazzina Presciutti. Acquisita la testimonianza di Luis Suarez, insomma, l’indagine sul suo esame punta ora a chiarire quali fossero gli interessi dietro a quella che l’accusa ritiene sia stata una prova solo «fittizia». 
Ormai chiariti quelli dell’ex rettrice Grego Bolli e dei vertici della Stranieri, e chiarito anche il fatto che al Pistolero ottenere il passaporto italiano e diventare comunitario avrebbe comunque fatto comodo, quello che evidentemente la procura vuole stabilire con esattezza è il perché della «inversione di rotta» da parte della Juventus come emerge dalle telefonate intercettate tra l’avvocato Turco (indagata assieme all’altro legale juventino Chiappero e al dirigente Paratici) e l’allora dg della Stranieri, Olivieri. Dal «partiamo dal presupposto che dobbiamo fargli una roba…da principianti» al «lui lo deve dare esattamente come lo darebbe una persona che di mestiere non tira calci a un pallone…da Torino questa è la linea eh…» che avviene tra le telefonate dell’otto e quelle del 14 settembre.
Il sospetto degli inquirenti che i bianconeri abbiano saputo dell’inchiesta potrebbe essere stato alimentato proprio da Suarez.

Nella video audizione di venerdì, come persona informata sui fatti, il Pistolero e il suo manager avrebbero parlato infatti di un pre contratto concluso tra il 28 e il 29 agosto poi non andato a buon fine poche ore prima dell’esame, quando l’agente del fuoriclasse sarebbe stato informato da Paratici del cambio di rotta. Dalla società bianconera è stato comunque fatto capire che il mancato passaggio di Suarez alla Juventus fu dovuto alla mancanza dei tempi necessari per l’iscrizione nelle liste per la Champions League. Versione che non convince Cantone. 

Ultimo aggiornamento: 09:51
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