Il soprannome Stradivialli e i "Dioscuri" della Samp: il legame con Mancini immortale grazie a Brera

Sabato 7 Gennaio 2023 di Gigi Bignotti
Il soprannome Stradivialli e i "Dioscuri" della Samp: Mancini e Gianluca immortali grazie a Brera

VENEZIA - Fu Gianni Brera a coniare per Gianluca Vialli il soprannome "Stradivialli” come doppio omaggio al celebre liutaio suo concittadino (di Cremona) e appunto all'attaccante che il giornalista "Poeta degli stadi" (cit. Giorgio Lago)  dipinse così sul Guerin Sportivo: “Segna pochi gol, ma sono tutti di grande bellezza, come i violini di Antonio Stradivari”.

E con il bassaiolo Brera si scopre oggi - tramite lo scrittore Gino Cervi - che Gianluca aveva in comune alcuni trascorsi pavesi: il prozio, fratello del nonno trentino, era infatti il noto studioso Maffo Vialli (1897-1983) biologo e anatomopatologo di fama, per mezzo secolo docente all'Università di Pavia.

Oltre che, a vent'anni, combattente sul fronte del Piave nella Grande Guerra. Una biografia tanto illustre da meritarsi una lunga voce sul Dizionario biografico degli Italiani sulla Treccani.

I DIOSCURI

Per i gemelli del gol Mancini-Vialli sempre Brera coniò un altro celebre epiteto: «I dioscuri blucerchiati hanno completato la mattanza» scrive infatti il 20 novembre 1990 dopo il largo 4-1 esterno sul Napoli di Maradona. Dioscuri è il termine mitologico che indica Castore e Polluce, i figli di Zeus. Significa anche "inseparabili".

«Incocciati ha aperto le danze per il Napoli, un solo minuto e ha irresistibilmente pareggiato Vialli, altri 2' e ha fatto centro Mancini. I dioscuri hanno poi dilagato nella ripresa con gol memorabili: la doppietta di Vialli è venuta a esorcizzare il maligno ricordo della magra che proprio al San Paolo aveva sofferto in Italia-Argentina (semifinale Italia 90 finita 1-1 poi persa ai rigori). Il secondo gol - continua Brera - è stato un autentico dono di Eupalla: l'ispirazione è stata folgorante. Il dioscuro marchigiano di Vialli non ha dovuto mutare passo per colpire di collo esterno destro, al volo, un cross. Come succede da qualche anno l'espugnazione di Napoli è da collegare con la conquista dello scudetto. Chissà che l'ispirata Samp non riporti lo scudetto sui colli e sui forti fatali della cara vecchia Genova».

Anche nel match di ritorno (24 marzo '91) i blucerchiati rifilano 4 gol al Napoli di Bigon, campione in carica: «Si dice che la Samp abbia ricevuto l'investitura dopo aver prodigato al Napoli un'altra goleada. Unico guaio, lo stiramento di Mancini, costante ispiratore del Dioscuro cremonese. Stradivialli è gloriosamente in cima ai frombolieri nazionali ed esteri e vi resterà». Infatti vince il titolo di capocannoniere con 19 gol. Poco dopo il distacco dei dioscuri (estate 1992) Brera ricorda che «la Juve ha perso a Glasgow il suo geniale, ma fragile capitano (Baggio) ma di questa assenza vedo opportunità di riscatto per Stradivialli ingiustamente escluso dal ct nazionale (Sacchi lo tenne fuori contro la Scozia, ndr). Potrà contare sull'impegno dei compagni e non dovrà più sacrificarsi per loro».

E aggiunge: «È fin troppo facile cantare le lodi della Samp reinventata secondo un modulo geniale ma dispendioso. Tutto di muove secondo gesti ben coordinati dunque armoniosi con una sola punta, Mancini, è finta: conclude appena può, ma invita più spesso a farlo i compagni negli spazi che la sua fantasia riesce a creare».

E' il 24 novembre '92. Venti giorni dopo, in una notte di nebbia e dopo una cena con gli amici a Maleo (Lodi), la fantasia di Brera si spegne nell’incidente che ce lo ha portato via per sempre.

Ultimo aggiornamento: 18:41
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