«Tratta dei minorenni». Il calcio torna sotto accusa: stangata Fifa sullo Spezia

Venerdì 16 Luglio 2021 di Romolo Buffoni
«Tratta dei minorenni». Il calcio torna sotto accusa: stangata Fifa sullo Spezia

Al posto del barcone un pallone e, invece degli scafisti, dirigenti senza scrupoli. “Tesseramento irregolare di minori”: è l’accusa che ha portato la Fifa, la Federcalcio mondiale, a punire lo Spezia calcio con 460mila euro di multa e finestre di mercato vietate per due anni a partire da gennaio 2022. «Il club spezzino - scrive la Fifa - ha violato l’art. 19 del Regolamento sullo status e sul trasferimento dei giocatori, avendo portato in Italia parecchi calciatori nigeriani minorenni usando un sistema finalizzato ad aggirare il regolamento e le norme di tutela dei minori».

Trasferimento, quello degli under 18, espressamente vietato ma che prevede quattro eccezioni: i genitori del calciatore si trasferiscono per una motivazione non legata al calcio; il trasferimento avviene all’interno dell’Ue/Eee e il giocatore ha più di 16 anni; il giocatore vive a non più di 50 km dal confine e il club si trova a non oltre 50 km dal confine e, infine, la “Regola dei 5 anni” per cui il calciatore minorenne straniero deve aver vissuto ininterrottamente per almeno cinque anni nel paese nel quale intende essere tesserato. «Le presunte irregolarità imputate sono avvenute nel periodo compreso tra il 2013 e il 2018, quindi sotto la precedente amministrazione del club. Faremo ricorso» reagisce la società, passata lo scorso 11 febbraio dall’italiano Gabriele Volpi (che ha portato i bianconeri dalla D fino alla serie A) al finanziere americano Robert Platek. «È tutto regolare, siamo stupiti dalla decisione della Fifa», replica a stretto giro di posta la Stichting Social Sport, la società che fa capo a Volpi. «La vicenda si è conclusa in sede di giustizia ordinaria con l’archiviazione di tutte le posizioni degli allora dirigenti e responsabili dello Spezia riconducibili a Stichting Social Sport. In sede di giustizia sportiva italiana, lo Spezia ha vinto tutti i ricorsi promossi dalle altre squadre (in relazione alla stessa vicenda), il presidente Stefano Chisoli era stato prosciolto e la società ha patteggiato (al solo fine di chiudere il contenzioso) per l’importo di euro 60 mila senza ammissione di responsabilità».

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Triste fenomeno

Lo Spezia è solo l’ultimo club punito per presunte “tratte di minori”. Club più famosi e gloriosi come Barcellona e Chelsea, hanno subito medesime sanzioni. La caccia al “nuovo Messi” (strappato dalla sua Argentina dal Barça quando aveva 14 anni) ha fatto dilagare il fenomeno. Nel 2014 i blaugrana vennero puniti (e in seguito riabilitati) per una serie di tesseramenti irregolari, fra i quali quello dell’allora sedicenne sudcoreano Seung Woo Lee detto il “Messi d’Asia” e che oggi, dopo essere transitato anche nel Verona, gioca in Belgio nel non proprio prestigioso Sint-Truiden. Un altro club italiano andrà a processo, è il Prato al cui presidente e ad altri 16 indagati viene contestato l’ingresso illegale di quattro ragazzi in Italia, fra cui l’ivoriano Christian Kouame, all’epoca minorenne e oggi alla Fiorentina.

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Il sistema

La sanzione della Fifa verso lo Spezia nasce dall’inchiesta promossa dalla procura di La Spezia nel 2018 su una società ligure, allora di proprietà di una holding di Volpi con molti affari in Nigeria. Il “sistema” faceva confluire in un club locale, l’Abuja Football College, giovani talenti da tutta l’Africa portati in Italia a disputare tornei. I baby calciatori entravano con visto turistico e, a fine manifestazione, tornavano a casa. Non tutti, però. I più promettenti venivano presi in affidamento da alcune famiglie italiane. A quel punto, grazie a società dilettantistiche accondiscendenti come in questo caso il Valdivara 5 Terre e la Lavagnese, venivano tesserati. Con questo stratagemma approdarono in Italia Umar Sadiq e Abdullahi Nura, venduti dallo Spezia alla Roma per un totale di 5 milioni di euro. O come David Okereke, che dalla Lavagnese e via Spezia è approdato ai belgi del Bruges. Inchiesta penale dalla quale nel 2019 uscirono Volpi e il suo braccio destro Gianpiero Fiorani, per i quali non fu messa in dubbio la conoscenza dei fatti ma sul cui conto non sono mai emersi elementi che potessero prefigurare “atti specifici e concreti” per favorire l’ingresso dei ragazzini in Italia.

Ultimo aggiornamento: 18 Luglio, 10:13
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