Tutti negli Usa, la serie A diventa globetrotter

Sabato 5 Febbraio 2022 di Salvatore Riggio
Tutti negli Usa, la serie A diventa globetrotter

Nell’attesa del Consiglio di oggi (l’ad dell’Atalanta, Luca Percassi, dovrebbe essere nominato vice presidente di Lega, carica rimasta sempre vacante), in via Rosellini hanno un sogno, un progetto ambizioso, da trasformare in realtà.

Portare la Serie A negli Stati Uniti per un torneo durante il Mondiale in Qatar, in programma dal 21 novembre al 18 dicembre prossimo. Due i motivi principali. In primis, sarebbe un modo per solleticare un mercato strategico, per il nostro calcio, come quello statunitense. In secondo luogo, per permettere ai club di mantenere in attività i giocatori che non parteciperanno al torneo iridato. Due giorni fa l’ad della Lega, Luigi De Siervo, è volato a New York – dove sulla Sesta Avenue fu aperto qualche tempo fa un nuovo ufficio – per capire la fattibilità della cosa con broadcasters e sponsor.

Non sarà semplice trasferire le 20 squadre di A negli Stati Uniti. «Siamo in una fase embrionale, stiamo studiando questo progetto che abbiamo sul tavolo da un paio di mesi. Non è una cosa estemporanea», le parole a Tuttomercatoweb dell’Head of Competitions di via Rosellini, Andrea Butti. Chi potrebbe trasmettere le gare? Negli States i diritti del nostro campionato sono di Cbs Sports, ma servono i soldi degli sponsor. Anche perché non è facile far alloggiare 20 squadre contemporaneamente, con giocatori, allenatori, staff e vari addetti al lavoro. Il torneo potrebbe durare una ventina di giorni. Si pensa di strutturarlo con una fase a gironi iniziale e a seguire un tabellone tennistico con quarti, semifinale e finale.
 

IL FORMAT

L’idea sarebbe quella di giocare questo torneo in una struttura negli Stati Uniti che possa permettere alle 20 società di giocare e di allenarsi, di fatto nello stesso luogo (come, ad esempio, «la bolla» nel 2020 della Nba). La contemporaneità del Mondiale può essere un problema? L’unico obbligo per le Leghe nazionali è quello di «liberare» i calciatori. Nulla vieta loro di organizzare tornei o di giocare anche i campionati. I club di A hanno dato l’ok per la realizzazione di questo mastodontico progetto. Restano due incognite: la pandemia e i finanziatori. La caccia agli sponsor è iniziata


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