L'Italia campione d'Europa si è fermata. La conferma viene da Basilea. Dopo il pari di Firenze contro la Bulgaria, giovedì 1-1 al Franchi, quello al Sankt Jacob Park contro la Svizzera. Addirittura senza segnare reti. Che è il limite della Nazionale a meno di due mesi dal trionfo di Wembley. L'ultima partita senza reti 11 mesi fa, a Danzica contro la Polonia in Nations League. Un altro 0-0. Sono passati 18 match e gli azzurri hanno sparato nuovamente a salve. A incidere il gol che si è pappato Berardi dolo davanti a Sommer nel primo tempo e il rigore che si è fatto parare Jorginho nella ripresa. Adesso gli elvetici, pur staccati di 4 punti, hanno due partite da recuperare. Quindi il sorpasso è possibile. E allora sarà decisivo il secondo scontro diretto contro la nazionale di Yakin, il 12 novembre all'Olimpico. Quella sera, gara da dentro o fuori, per essere primi e andare direttamente in Qatar solo un risultato: battere la rivale del gruppo C per mettere al sicuro la partecipazione al prossimo mondiale.
SUPREMAZIA STERILE
Mancini festeggia anche a Basilea: 36 partite senza ko.
SENZA PIANO B
Il digiuno offensivo ha spinto Mancini a cambiare il copione. Dopo un'ora, sbagliato il rigore, ecco la formula di scorta. Fuori il centravanti e spazio al falso nove. Escono Immobile e Berardi, entrano Zaniolo e Chiesa. Che davanti si scambiano le posizioni con Insigne che più degli altri ha fatto il centravanti. E gli è capitata l'unica chance della ripresa. Girata lenta e quindi prevedibile. Come l'Italia che sembra ancora in vacanza.
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