Non parlava da qualche mese José Mourinho, era come un vulcano pronto ad esplodere. Ne ha avute per tutti, Tiago Pinto in primis, colpevole di non portargli i veri campioni. Ne ha solo uno in squadra ed è Paulo Dybala, gli altri sono tutti ottimi giocatori a cui manca la marcia in più per diventare decisivi. Come Nicolò Zaniolo fischiato da qualcuno allo stadio al cambio per l’ennesima prestazione incolore e deludente.
Parole con sta provando a proteggerlo per poi esaltarlo e farlo uscire dal tunnel. Mourinho è convinto che le qualità ci siano, l’impegno anche, ma il rischio di restare un eterno incompiuto si fa più concreto. Il portoghese ha capito che per approcciarsi a Zaniolo il metodo migliore è parlargli, farlo sentire al centro del progetto, insostituibile e unico. Metodo che sta seguendo dopo gli alti e bassi dello scorso anno, ma che al momento non ha portato ancora i frutti sperati. C’è poi il nodo contratto: Tiago Pinto probabilmente si approccerà con convinzione alla trattativa dopo l’estate, solo se non lo avrà ceduto al miglior offerente. Possibilità concreta visto il pressing di club nazionali (Milan e Juventus) ed internazionali (Atletico Madrid e Borussia Dortmund).
Rischio squalifica
Intanto, Zaniolo è anche a rischio squalifica per la bestemmia pronunciata in faccia all’arbitro nel tunnel tra fine primo tempo e inizio secondo di Roma-Genoa di Coppa Italia. Nicolò si stava lamentando per una decisione errata del direttore di gara e il colloquio (con tanto di bestemmia) è andato in diretta tv.
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