Roma, tra Zaniolo e Mourinho c'è il patto per l'Europa: prima la squadra, poi il contratto

Martedì 1 Marzo 2022 di Alessandro Angeloni
Roma, tra Zaniolo e Mourinho c'è il patto per l'Europa: prima la squadra, poi il contratto

Nicolò Zaniolo vuole il rinnovo, la Roma prende tempo. C’è un’Europa da inseguire, non sono ammesse distrazioni. Se poi l’Europa sarà solo League, Conference o Champions, questo oggi conta poco. Basta storie, messaggi trasversali, like poco digeriti (ed evitabili) ai post di Vlahovic, Bonucci e Locatelli che celebravano la vittoria di Empoli, o bronci per esclusioni tecniche (o giù di lì). Basta, si va verso la diplomazia, al patto, che coinvolge gli uomini in attesa di rinnovo e non solo Zaniolo, ma pure Cristante e Veretout (su Mancini c’è un accordo per l’aumento di compenso e l’attesa del rinnovo fino al 2026): insieme fino al termine della stagione, poi si tireranno le somme e le strade si continueranno a percorrere insieme e, se non ci saranno le condizioni, si divideranno. Mou è stato chiaro con Zaniolo e con tutti.

EROE

Per adesso Nicolò è un eroe, con quel volto trasfigurato per la scarpata di Maggiore ed è uno dei più importanti calciatori a disposizione di Mourinho e dopo la gara di domenica, le quotazioni aumentano.

José sa bene quando sia il caso di spingere sull’acceleratore o se sia il caso di tirare il freno, come è accaduto domenica, relegandolo in panchina. Nick sta per vivere l’ennesima settimana di passione: sabato c’è l’Atalanta (venduti oltre 11 mila tagliandi e oltre 2200 per il ritorno di Conference con il Vitesse), poi l’Udinese (il 13 marzo alle 18), poi il derby (il 20 alle 18) prima della sosta. L’Atalanta è l’unica big battuta dalla Roma fino a questo momento. L’unica alla quale Zaniolo ha segnato una delle sue due reti in campionato (l’altra contro l’Empoli al Castellani). Tocca a lui confermarsi e ad oggi pensare che sabato possa tornare a scaldare la panchina è un discorso improponibile. La Roma, e Mou lo sa, ha bisogno di Zaniolo, dei suoi strappi, della sua leggerezza, anche dei suoi eccessi, spesso stoppati dal club ma altrettanto spesso compresi, vista l’età e il carattere del ragazzo. Nick non è stato già venduto alla Juve: è una possibilità, nemmeno nuova. 

ACQUISTI E FAIR PLAY

I Friedkin - di base - non vogliono privarsi dei gioielli di casa (e devono comprare: si riparla di Héctor Herrera, messicano dell’Atletico Madrid, ma occhio ai controlli Uefa per il Fair Play finanziario: la Roma è uno dei club controllati, ma vista la pandemia difficilmente arriveranno sanzioni e verrano riscritte le regole) e Nicolò è uno di questi, ma poi i fatti e le situazioni ti portano a ragionare in maniera diversa e da qui a quattro mesi, chissà. Se Zaniolo non firma il rinnovo, diventa una cessione scontata. Alla Juve? Forse. E a quanto? Qui un altro problema. Se Nick guadagna 2,5 e non firma il rinnovo, ha un valore; se si accorda per un compenso più alto, ne avrà un altro. «Non posso garantire che Zaniolo il prossimo anno sarà sicuramente un giocatore della Roma», le parole di Pinto a inizio febbraio, a mercato chiuso. «Il suo rinnovo? Guardiamo la squadra e non i singoli». La Roma ha preso tempo ed è convinta di tenere il suo talentino ma una certa distanza tra le parti - inevitabilmente - c’è. Mou aveva tagliato la testa al toro: «Almeno fino al 2024 resterà». Anno 2024, scadenza del suo attuale contratto: ipotesi difficile da verificarsi. Nessuno, a Trigoria, vuole un altro caso Donnarumma. Se Zaniolo parte prima, dovrà portare soldi. E anche tanti. 


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