Roma, per Mourinho la vittoria non è giovane

Giovedì 15 Luglio 2021 di Stefano Carina
Roma, per Mourinho la vittoria non è giovane

Sarebbe il perfetto sequel del capolavoro dei fratelli Cohen. Perché se nella pellicola vincitrice di 4 oscar la Contea di Terrel dove agisce lo sceriffo Ed Tom Bell ‘Non è un paese per vecchi’, a Trigoria con l’arrivo di Mourinho rischia di non esserlo per i giovani. Il ciclone Special One ha cambiato tutto. E se anche il giorno della presentazione l’accenno al «progetto sostenibile e alla necessità di tempo» per attuarlo non è mancato, la volontà di accelerare è insita nel dna del portoghese. Vien da sé che in quest’ottica meglio un instant-team che un gruppo di ragazzi da far crescere. Si spiega così la netta virata sul mercato da parte di Pinto che, accantonata la linea-verde, dopo il 33enne Rui Patricio ora si concentrerà su altri obiettivi a cavallo dei 30 anni. Xhaka (29 anni a settembre), Telles (29 anni a dicembre), Kostic (29 anni a novembre), Maksimovic (30 anni a novembre) sono soltanto alcuni dei profili messi nel mirino dal gm giallorosso. Ruoli e costi diversi, con un fil rouge che li unisce: la carta d’identità. È presumibile immaginare che non saranno acquistati in blocco ma ne basteranno un paio per andare a costituire una spina dorsale agée, considerando già in rosa Rui Patricio, Smalling, Mkhitaryan e Dzeko (che ieri ha ricevuto l’endorsement di Pinto: «È felice, motivato e ha un ottimo rapporto con Mou»). Una scelta dovuta al fatto che se tra tre anni lo Special One si vede «festeggiando qualcosa», almeno l’obiettivo minimo in questa stagione non può essere fallito. Agganciare la Champions equivale a mettere in cassa una sessantina di milioni. Ossigeno puro dopo l’ultimo anno e mezzo di pandemia. Che Mourinho preferisca lavorare con calciatori esperti, è noto. Tuttavia non è nemmeno vero che sia un orco mangia-giovani. Casemiro, Nacho e Morata al Real Madrid li fece esordire lui, come quando decise di lanciare Cech tra i pali del Chelsea o affidarsi per vincere la Champions con il Porto al 19enne Carlos Alberto. Per José, «i giovani sono come i meloni. È un frutto che può essere bello esteticamente, ma solo quando lo apri e lo assaggi si può confermare questo giudizio. Con i ragazzi è uguale». Se poi si aggiunge la situazione di overbooking che vive la rosa giallorossa, con reparti come la mediana piena d’interpreti, ecco che alla fine del ritiro a Trigoria saranno necessarie delle scelte. Per intenderci: se il giovanissimo Darboe, si ritroverà davanti nel ruolo 4 elementi, sarà mandato a giocare. In quest’ottica, lo stesso Villar non è incedibile. Come Diawara. 
ZANIOLO TORNA A GIOCARE 
Qualche indicazione in più la si avrà dai primi due test previsti a Trigoria.

Oggi di scena il primo, a porte chiuse, contro il Montecatini. L’attesa è soprattutto legata al ritorno di Zaniolo: dopo la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro a settembre, quella di oggi sarà la prima gara per Nicolò. L’incubo è ufficialmente alle spalle. 

Ultimo aggiornamento: 16 Luglio, 11:17
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