Roma-Napoli, ecco Fonseca contro Gattuso: una Champions per due

Domenica 21 Marzo 2021 di Alessandro Angeloni
Roma-Napoli, ecco Fonseca contro Gattuso: una Champions per due

Paulo Fonseca da una parte, Rino Gattuso dall’altra: ultima chance, o quasi, per entrambi. Chi perde esce, così, definitivo. Questo, ovvio, escluse rimonte clamorose. Roma e Napoli sono a un bivio, la squadra azzurra in più ha la partita da recuperare, quella della discordia, spostata al 7 aprile. Decisione impugnata dalla Roma, per giusta causa. Oggi la verità, all’Olimpico, stadio che a Gattuso ricorda gioie (scudetto da giocatore, con il Milan, sconfitta e vittoria nella finale di coppa Italia, sulla panchina rossonera e su quella partenopea). Fonseca dell’Olimpico ha fatto il suo fortino: sconfitta solo contro il Milan, poi pareggio con la Juve, Inter e Sassuolo (escluso il derby, giocato in trasferta) e solo vittorie: 10, 3 e 1, dando un po’ di numeri. Gli scontri diretti, per la Roma, sono la nota dolente, si sa. Non ne azzecca uno: solo quei pareggi con Juve e Inter, più il 3-3 di San Siro con il Milan. E ora che la squadra giallorossa ha perso anche qualche treno con le piccole (Benevento e Parma) ha bisogno di svegliarsi. Una sconfitta stasera significherebbe quasi rinunciare alla corsa Champions, restando “solo” con l’Europa League, che la vede ai quarti nel doppio confronto contro l’Ajax, non agevolissimo. Fonseca contro Gattuso, due allenatori perennemente in discussione. Ma ancora in corsa per un obiettivo importante. Rino ha combattuto con il Covid di squadra e con mille assenze per infortuni vari, una dopo l’altra, sempre; Paulo ha vissuto più o meno nella stessa situazione e ora ha perso tre cardini della squadra, Smalling, Veretout e Mkhitaryan. 
EMERGENZE
Gattuso, paradossalmente, oggi ha l’imbarazzo della scelta, ad esempio se schierare o meno Osimhen, o puntare su Mertens. Fonseca deve combattere con la stanchezza, figlia della trasferta di Kiev e con le assenze. Ma su questo è chiaro. «Siamo pronti, abbiamo gestito alcuni giocatori, non voglio alibi. La squadra deve essere motivata, e lo è». Finalmente. Dopo molte stecche negli scontri diretti, Paulo è chiamato allo squillo. Lui stesso sa che il suo futuro nella Roma dipende molto dalla qualificazione in Champions. Lo stesso vale per Gattuso, che viene dalla vittoria a Milano con il Milan e ha la squadra carica, memore anche della sonante vittoria dell’andata, nella settimana della morte di Maradona, idolo di una città, di un popolo e di un gruppo che trovò la forza per battere la Roma, mai presente in campo al San Paolo, anzi, da quella sera, al Diego Maradona.

La Roma deve giocare come sa, liberando la propria fantasia, quella di El Shaarawy (che non segna in A da 22 mesi, Roma-Genoa 5 maggio 2019), di Pellegrini, di Dzeko, pronto a riprendersi il posto nonostante i 13 di gol di Mayoral. «Abbiamo una strategia per ogni partita ma mai cambieremo la nostra identità. Il Napoli è motivato, è una delle squadre più forti nel nostro campionato». La Roma guarda al futuro e un posto in Champions vuol dire futuro più roseo. Soprattutto in chiave mercato. In panchina con il Napoli c’è Meret, portiere che piace alla Roma. Ma non solo. Come numero 1 è gradito anche Musso dell’Udinese, rivale della Lazio. «Ma al momento non c’è nulla di concreto. La Roma può diventare da scudetto il prossimo anno se compra tre giocatori. La priorità mi sembra la sostituzione di Dzeko. Servirà un grande centravanti», questo il pensiero di Pier Paolo Marino, venerdì, al “Tribunale delle romane”. Come dargli torto. Il futuro è la Champions, per forza. Dzeko o non Dzeko, Fonseca o non Fonseca.


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