Roma, Mourinho: «Contro lo Zorya sarà una finale. La rosa non è costruita per giocare a tre»

Mercoledì 24 Novembre 2021 di Gianluca Lengua
Roma, Mourinho: «Contro lo Zorya sarà una finale. La rosa non è costruita per giocare a tre»

«Sarà una finale». José Mourinho dà importanza alla partita di Conference League di domani contro lo Zorya e annuncia che giocheranno Rui Patricio, Mancini, Veretout, Abraham e Zaniolo: «Se vinciamo siamo dentro, se perdiamo siamo fuori.

Un pareggio lascia il destino nelle nostre mani. A me non piace giocare a cinque. Una cosa è il concetto di tre, un’altra è il concetto di cinque.  La rosa non è costruita per giocare a tre perché non puoi avere tre centrali e tutti i giocatori esterni. La verità è che lo abbiamo fatto e i giocatori hanno fatto uno sforzo per potersi adattare». Ecco la conferenza stampa integrale del tecnico. 

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Il girone si è complicato, qual è il significato di questa partita per la Roma?

«Se vinciamo siamo dentro, se perdiamo siamo fuori. Un pareggio lascia il destino nelle nostre mani. Con una vittoria siamo lì, con una sconfitta siamo fuori. Sarà una finale per noi e per loro. È una partita importante, sarà dura per noi giocare tanti mesi campionato e Conference, ma non è un problema. Per questa stagione giocheremo con la massima forza per cercare di vincere».

Cosa si aspetta dalla partita di Zaniolo?

«Non mi aspetto nulla dalla partita di Zaniolo, mi aspetto qualcosa dalla squadra. Dobbiamo fare di tutto per vincere, nulla di diverso da tutti gli altri. Il modo in cui ha festeggiato è come se avesse giocato 90 minuti come tutti. Non mi aspetto nulla da lui, ma dalla squadra». 

Rui Patricio è uno dei migliori portieri in campionato, lo confermerà anche nelle partite di coppa?

«Non è lui a stare nei migliori portieri del campionato, ma siamo noi come squadra che riusciamo a stare ancora lì grazie alle performance difensive. Fuzato sta facendo un lavoro fantastico, se deve giocare una partita di Serie A o di Conference League non starò una notte senza dormire, ho fiducia totale in lui. Domani gioca Rui Patricio». 

Abraham è uno dei calciatori che ha tirato di più verso la porta, ma ha raccolto pochi gol. È soddisfatto di lui?

«Sono contento di lui. Se sei attaccante di una squadra che crea tanto hai la possibilità di segnare di più. Lavora tanto per la squadra, aiuta tanto nella creazione e nella costruzione. Per me non è un problema, in questo momento sono contento di lui: ha dinamica, principio offensivo, movimenti, lavora anche difensivamente, il modo di pressare e chiudere lo spazio. È un giocatore della squadra che ha imparato ad avere una dimensione che prima non aveva. Sono contento e presto o tardi arriveranno i gol, dopo avrà tutto: lavoro di squadra e la possibilità di segnare di più. Ha avuto un piccolo calo dopo un inizio forte che ha colpito anche i tifosi, calo normale anche dopo un infortunio che ha subito in Inghilterra e ha giocato qui con qualche problema. Gioca lui con Zaniolo e Rui Patricio».

L’esperimento della linea difensiva a tre era limitato all’emergenza o potrebbe ripeterlo?

«A me non piace giocare a cinque. Una cosa è il concetto di tre, un’altra è il concetto di cinque. Abbiamo perso tutti i terzini sinistri, in quel momento lì giocare a tre con El Shaarawy che non è un terzino è una soluzione che è andata bene a livello di gioco, ma per il risultato non era buono a Venezia ed era ok a Genoa. La rosa non è costruita per giocare a tre perché non puoi avere tre centrali e tutti i giocatori esterni. La verità è che lo abbiamo fatto e i giocatori hanno fatto uno sforzo per potersi adattare. È una dinamica non buona per tutti e buona per qualcuno. È una cosa che dobbiamo avere sempre in tasca come un’opzione, quando li recupereremo tutti l’obiettivo sarà tornare al modello di gioco che volevamo sviluppare. La dinamica di un modello può cambiare, in emergenza abbiamo giocato a tre e lo vedo bene. I giocatori sono contenti, per El Shaarawy ad esempio è meglio un 4-3-3 che questo sistema. Cercheremo equilibrio. Domani a quattro? Vi dico il quarto giocatore che sarà in campo ed è Veretout. I terzini si sono allenati con la squadra e abbiamo una riunione con tutti per decidere. Con Smalling per Genoa abbiamo deciso prima di viaggiare e oggi sarà uguale. Sono lì, si sono allenati con la squadra e penso sia possibile». 

Cosa ha capito di più rispetto all’inizio?

«Conosco meglio i miei giocatori. El Shaarawy ha giocato in quella posizione che pensavo fosse impossibile, l’ho trovato con un problema fisico e difficoltà a potersi adattare a una frequenza alta. Ho sempre pensato fosse un’ala offensiva, ha avuto un’evoluzione in cui adesso gioca 90 minuti e l’unica opportunità di gol che ha avuto il Genoa è stato lui a fare un salvataggio. È un El Shaarawy che non ho mai conosciuto. Imparo da loro, la posizione, le caratteristiche, sono solo 4 mesi. A volte ci vogliono anni per capire le qualità di un giocatore».

Ci può parlare della partita di domani contro una squadra sconosciuta?

«Le squadre non sono sconosciute, noi analizziamo tutto del nostro avversario. Abbiamo visto il campionato, conosciamo l’allenatore e le dinamiche di squadra. Non è non rispettando questi avversari che si può vincere queste partite». 


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