Roma, Mourinho: «Viña in dubbio, convoco Tripi. Santon? Non lo reintegro»

Sabato 18 Settembre 2021 di Gianluca Lengua
Roma, Mourinho: «Viña in dubbio, convoco Tripi. Santon? Non lo reintegro»

José Mourinho prepara la sfida contro il Verona con due defezioni: Viña e Mkhitaryan. Il tecnico della Roma non ha ancora svelta se saranno a disposizione o meno, ma ha rivelato che nella lista dei convocati sarà inserito il giovane Tripi: «Se avremo problemi, Tripi ha fatto il pre-stagione con noi, ha imparato il nostro modo di pensare, è un ragazzino intelligente che può giocare in qualsiasi posizione difensiva e a centrocampo. Ha poca esperienza, ma ha un cuore super romanista. Non penso al reintegro né di David né di nessun altro. Possiamo giocare a tre o a quattro, ci sono tante squadre in Serie A che giocano a tre ed è possibile che in qualche partita giocheremo così per vincere».  

Roma, Mourinho: «Non reintegro Santon»

C’è un gruppo della squadra ha recepito i suoi principi di gioco e un altro che non li ha recepiti?

«No, per niente. È stata una partita in cui abbiamo vinto 5-1 e sarebbe troppo facile per me dire che siamo stati perfetti.

Io non voglio andare in questa direzione con la mia squadra, in tutte le partite analizziamo quello che abbiamo fatto bene e i problemi che abbiamo avuto. In questo senso abbiamo condizioni per fare meglio. Non dico un risultato migliore, ma meglio dal punto di vista della qualità del gioco e delle performance difensiva. Loro a inizio partita e inizio secondo tempo hanno avuto momenti di controllo». 

La Roma da dieci anni non riesce ad avere risultati sullo stadio, ha un messaggio da mandare al futuro sindaco di Roma per velocizzare un iter che si protrae da anni?

«Io sono allenatore ed è questo quello che mi piace fare da tanti anni. E non voglio essere nulla di più, un allenatore con un profondo legame al club e alla città, ma sempre un allenatore. Ovviamente avere uno stadio di proprietà è positivo. Ho letto con grande soddisfazione quello che la signora Raggi dice della Roma e dice quando si riferisce ai proprietari, si sente un rispetto molto grande. Si vedrà in futuro, però, io sono allenatore e non voglio dire molto di più».

Come stanno Viña e Mkhitaryan? Ibanez lo ha soddisfatto come terzino? Cosa sta succedendo a Villar?

«Non capisco molto bene perché siamo qui da qualche minuto e non parliamo del Verona. Sembra che voi cerchiate delle cose post-partita, questo è il pre partita. Pensavo più di parlare della prossima partita e meno di queste cose.  Viña e Mkhitaryan hanno due piccoli problemi e con la qualità della gente che lavora nel dipartimento medico e di sport science, gente di qualità tremenda, mi aspetto cose positive. Per questa ragione sto aspettando di avere i giocatori disponibili. Villar? Non capisco. Perché la domanda? Perché l’anno scorso giocava titolare praticamente sempre e quest’anno non lo fa. Paulo aveva una visione di calcio diversa dalla mia, aveva opzioni diverse dalle mie, il prossimo allenatore della Roma avrà visioni diverse, magari con il prossimo allenatore lo sarà. Non c’è nessuno problema con Villar, magari il problema è che Cristante e Veretout stanno giocando molto bene, ma non è un problema di Villar, è una cosa positiva per il club. Parlare di titolari e non titolari in questo modo di stare qui dentro non ha un senso profondo. Come avete visto abbiamo cambiato molti giocatori nella partita contro il Cska. Ibanez non è un terzino che può giocare alto e arrivare in posizione di cross. Può farlo in emergenza o con una prospettiva difensiva, ma non è e non sarà mai un terzino».

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Che Verona si aspetterà domani? I presidenti danno poco tempo agli allenatori per costruire le squadre?

«A me non piace parlare della casa degli altri, sono loro a dover spiegare. Io posso dire che mi dispiace per due colleghi che sono stati esonerati così presto. Sono contento che torni Mazzarri, abbiamo giocato insieme in Italia e Inghilterra, Tudor se cercava un’opportunità di tornare in Serie A come allenatore l’ha trovata. Mi dispiace per Eusebio e Semplici e mi auguro possano trovare al più presto». 

Avere uno staff molto giovane e preparato è un segreto del suo successo?

«La verità è che oggi non c’è nessuno dello staff con cui ho iniziato a fare l’allenatore 20 anni fa. Ma è anche vero che per 20 anni siamo stati praticamente gli stessi. Oggi Lalin è quello che sta con me da più tempo, tutti gli altri li abbiamo cambiati. A volte per loro per un’opzione diversa di carriera, altre volte volte ho preso persone con altre qualità. Qui, ad esempio, ho preso due preparatori atletici uno per lavorare con la squadra e un altro per lavorare su prevenzione e recupero. Oggi siamo uno staff buono, sono arrivato con quattro e ora siamo 14 o 16. La gente che era qui è di qualità, ha imparato a lavorare con me dal dipartimento medico allo sport science, oggi sono il mio staff. Sono arrivato qui con una piccola Hyundai con il mio staff composto da quattro persone e adesso andiamo in giro con un pullman solo per noi. Ora è il mio staff e un domani sarà quello di qualcun altro, stiamo costruendo una base di lavoro. Lavoriamo tanto come staff, festeggiamo insieme e quando arriverà il momento negativo staremo insieme ancora di più. Mi piace lavorare con gente che pensa, analizza, che pensa per 24 ore, a casa ci chiamiamo a qualsiasi ora, mi piace gente che è nel calcio con vera passione». 

Ha mai pensato alla difesa tre per via degli infortuni? Ha mai preso in considerazione il reintegro di Santon?

«No, ho pensato a Tripi che sarà convocato con noi. E se avremo problemi Tripi ha fatto il pre-stagione con noi, ha imparato il nostro modo di pensare, è un ragazzino intelligente che può giocare in qualsiasi posizione difensiva e a centrocampo. Ha poca esperienza, ma ha un cuore super romanista. Non penso al reintegro né di David né di nessun altro. Possiamo giocare a tre o a quattro, ci sono tante squadre in Serie A che giocano a tre ed è possibile che in qualche partita giocheremo così per vincere». 

Quanto conta nel suo gioco l’aggressività degli attaccanti sui difensori? Può essere una chiave?

Nella partita con il Cska e con la Salernitana abbiamo pressato alto. La partita di domani ha una difficoltà in più: la qualità dei giocatori e quella extra è il nuovo allenatore e non abbiamo nessun riferimento per poter pensare che tipo di gioco farà. Possiamo guardare al passato di Tudor, ma ripeterà i suoi principi? Li cambierà? Ci sono tante domande per cui non abbiamo risposta, non sappiamo e non possiamo immaginare che tipo di gioco proporranno». 

Nelle dinamiche di squadra cosa manca a Mayoral per giocare titolare? 

Quello che manca è la Fifa che ci dia permesso di giocare con 12. Fin quando possono giocare 11, giocano 11. Non gli manca nulla, è un bravo giocatore, lavora tantissimo, hai ragione a dire che ha giocato solo 16 minuti e lavorare nel modo in cui lavora è solo da ringraziare. Lui sarà importante per noi, al 100%. Mi piace più oggi che quando sono arrivato due mesi fa. Mi piace veramente, Tammy sta molto bene, possiamo giocare con due e quando abbiamo deciso nell’ultima partita di mettere Tammy e Mayoral insieme è perché possiamo giocare con due e anche contro il Sassuolo. Non è possibile giocare con due senza avere qualcun altro in panchina. Mayoral è intelligente, freddo, fa gol davanti alla porta. Però, mi piacciono anche Shomurodov e Tammy. Lui vuole di più e arriverà, è un bravo giocatore e professionista». 

Come si affrontano le squadre che ti vengono a prendere a tutto campo?

«Abbiamo pensato a questa possibilità. La realtà è che la squadra l’anno scorso con Juric giocava in modo simile e per questa ragione, magari, loro andranno nella stessa direzione. È difficile giocare contro squadre che giocano così, è una proposta diversa di calcio. Se è così, sarà difficile. Abbiamo lavorato un po’ ieri ed oggi pensando anche a questa possibilità. Loro sono anche bravi in uscita, far arrivare la palla in zona pericolosa, è una squadra che mi piace. Hanno fatto zero punti in tre partite, ma potevano fare punti contro Inter e Bologna».

Ultimo aggiornamento: 16:37
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