Roma, Mourinho va all'attacco

Mercoledì 6 Ottobre 2021 di Andrea Sorrentino
Roma, Mourihno va all'attacco

Stanno arrivando le grandi salite.

Ci racconteranno quanto è davvero tosta la Roma di José Mourinho, se il rischio paga, se il suo gioco d’attacco matto e disperatissimo reggerà il confronto con le sommità del campionato: dopo la sosta subito Juventus e Napoli, poi la trasferta di Cagliari e il Milan, e ne sapremo di più. Per ora balza all’occhio il dato che la Roma, nonostante il suo allenatore sia sempre stato un maestro di accortezze tattiche, è la squadra dall’assetto più offensivo del campionato, e detesta il pareggio: finora ha solo vinto, quasi sempre, o solo perso, due volte. Nessuno gioca con quattro attaccanti, al massimo ne hanno tre la Lazio, il Napoli o il Milan: la Roma invece ha Zaniolo e Mkhitaryan, due fantasisti, sulle fasce, e Pellegrini e Abraham al centro. Tra l’altro, ogni volta che i quattro hanno giocato insieme, la Roma ha vinto.

Quando Mourinho non ha potuto disporre di uno di loro, non è arretrato di un millimetro: a Salerno Carles Peres per Zaniolo, a Verona Shomurodov per Mkhitaryan, nel derby a sinistra è andato El Shaarawy con in mezzo l’armeno. Come un investitore spregiudicato sul mercato finanziario, José ha scelto di scommettere sul rischio. Con le debite proporzioni, gli capitò anche nei due mesi decisivi della stagione del Triplete, quando da metà marzo osò Pandev-Sneijder-Eto’o dietro Milito, e fece la storia. Qui, con palla agli avversari la Roma si chiude in un 4-4-2 che a volte è 4-2-4, con Cristante e Veretout, due che per caratteristiche sarebbero portati ad attaccare, a proteggere la difesa, e le ali, quando riescono, parecchi metri più avanti, a pressare. Considerato che i terzini Karsdorp e Viña non sono difensori di rottura ma di assalto, e che i centrali non offrono enormi garanzie di tenuta, la Roma gioca prendendosi parecchi rischi, perché va sempre all’attacco e cerca l’espressione tecnica, più che la difesa degli spazi: del resto dal mercato non sono arrivati né il centrocampista di equilibrio né i difensori, quindi tanto vale buttarsi in avanti. 

LE STATISTICHE
Lo raccontano anche le cifre. I giallorossi sono terzi per gol segnati e primi per tiri in porta tentati, 114, davanti a Inter e Napoli (112) e al Milan (103). Sono primi per pali colpiti, 6, e per corner calciati, 46. Secondi per assist, 13, dietro l’Inter. Quinti per possesso palla, terzi per precisione dei passaggi. Talmente tecnici, che la Roma è solo 14a per falli commessi, ma l’ultima è il Napoli. Non avendo esattamente un muro al centro della difesa, si concede troppa strada verso la propria porta, infatti Rui Patricio ha compiuto 22 parate: di più solo i portieri di Salernitana, Samp, Genoa e Spezia. Dato che l’unica grande avversaria è stata la Lazio, nonostante gli spifferi la Roma è la quarta difesa della A, con 8 gol subiti. Per questo i prossimi impegni, col massimo urto possibile, ci diranno molto degli equilibri della Roma. Il primo a esserne curioso è lo stesso Mourinho, che aspetta e prepara la trasferta di Torino con enorme attenzione. Poi Napoli e Milan verranno all’Olimpico, dove li attenderà un clima torrido e lo stadio sempre più pieno. Finora José l’ha riscaldato a dovere, anche con l’idea di far cantare al pubblico l’inno “Roma Roma” mentre la partita inizia: il brano non può essere diffuso dagli altoparlanti per motivi di regolamenti (nulla contro la Roma: nemmeno in Champions è possibile, e in nessuna altra coppa europea), ma i tifosi lo canteranno a cappella, creando l’effetto-Anfield che Mourinho inseguiva. Quindi, missione compiuta. 


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