Roma, l'asticella si abbassa: club ridimensionato e senza ambizione

Lunedì 29 Giugno 2020 di Ugo Trani
Roma, l'asticella si abbassa: club ridimensionato e senza ambizione

Il flop è autentico. E il club ridimensionato e senza ambizione. E' la realtà, resa inequivocabile dalla classifica. L'asticella ormai si è abbassata, inutile cercare alibi. La Roma che si guarda alle spalle. A difesa del quinto posto in classifica. Sempre più lontana la posizione che permetterebbe di partecipare alla prossima Champions, sempre più vicino il Napoli (-3), ma anche il Milan (-6). Meglio fare attenzione a chi insegue e non a chi sembra, a 10 giornate dalla fine, ormai imprendibile: l'Atalanta è scappata (+9, + 10 con il vantaggio negli scontri diretti). Bisogna mettere in cassaforte a qualificazione all'Europa League della nuova stagione. Meglio non illudersi e andare sul concreto: la situazione è questa. Prendere o lasciare.
 

Roma, caduta libera

La Roma gioca al ribasso. Nel maggio di 2 anni fa, la semifinale di Champions. Da quella notte di inizio maggio 2018, i giallorossi non sono stati più competitivi. L'obiettivo, dal 2011, è stato piazzarsi alle spalle della Juve. Rivale non per il titolo, ma la più bella del reame dopo i campioni. La migliore dell'altro campiuonato. Ma dal 2° posto, si è scivolati al'obiettivo del piazzamento Champions, al 3° e alla difesa del 4°. L'anno scorso il 6°, adesso il 5°. Si cercano i milioni, almeno 50, garantititi dalla più prestigiosa coppa continentale. Servono per la sopravvivenza, perché Pallotta non vuole investire più, i suoi soci lo hanno in pratica scaricato, e pensa quindi solo a cedere la società. Al suo prezzo e non a quello di Friedkin che comunque resta in stand by. Se non sarà Champions, l'altra via per arrivarci è la vittoria dell'Europa League, può essere ceduto anche il talento Zaniolo. Perché con 300 milioni di debiti, presto pure di più, non c'è altra exit strategy. Anche perché i possibili partenti stanno deludendo, a cominciare da Under e Kluivert.

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Ugo Trani, il videocommento

 

Club senza guida


Pallotta ha appena messo alla porta Petrachi. A Trigoria il responsabile unico è ormai il ceo Fienga, il consulente Baldini lavora da Londra e il vicepresidente Baldissoni si muove solo sul nuovo stadio. Non fa gruppo nemmeno il management. Fonseca è rimasto solo. In campo e nello spogliatoio. L'anno scorso, da quinta scelta, ha vinto il ballottaggio con De Zerbi. Il presidente e Baldini hanno provato a convincere in precedenza Sarri, Conte, Gasperini e Mihajlovic: poker di no e virata sul portoghese che, vincente in Ucraina, adesso sta facendo scuola guida in Italia. Tatticamente studia il nostro campionato, ma il suo stile di gioco, aggressivo e prositivo, non si è mai visto. In più non ha il supporto del club: il proprietario è negli Usa, il ds sospeso e i giocatori logori e anche sazi grazie a stipendi da top player. Ma la rosa è abbondante solo numericamente. E il monte ingaggi non ne rispecchia il valore. Dopo 9 anni di gestione Usa, l'unica soluzione è ripartire da zero. Senza guardare, per ora, la classifica. Per non spaventarsi. Pallotta lavora in proprio per dire addio. E tratta ovviamente in America. In arrivo altri investitori a stelle&strisce. Trigoria, al momento, è terra di nessuno.
 
 

Ultimo aggiornamento: 19:17
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