Roma-Lazio, le pagelle: Abraham enorme (8,5), Mkhitaryan è un professore (7,5). Milinkovic-Savic assente (4)

Domenica 20 Marzo 2022 di Andrea Sorrentino
Roma-Lazio, le pagelle: Abraham enorme (8,5), Mkhitaryan è un professore (7,5). Milinkovic-Savic assente (4)

Le pagelle di Roma-Lazio, derby della Capitale vinto 3-0 dai giallorossi.

RUI PATRICIO 6

Un pomeriggio di insperato e quasi totale di riposo, con la difesa che lo protegge a dovere.

Gli tocca solo bloccare un tiretto di Luis Alberto dopo 38’, e sempre al 38’, ma del secondo tempo, sarà chiamato all’unica parata appena seria, su Immobile

MANCINI 6,5

Sempre ben registrato tra Karsdorp e Smalling, non si ritrova mai a dover rincorrere avversari negli spazi ampi, che lui soffre. Così può dedicarsi a Pedro, quando lo spagnolo entra nel campo, ma anche a chiudere su Ciro se arriva dal suo lato. Tutto ok

SMALLING 7,5

Col passo felpato dei difensori di un’altra categoria, perché vengono dal calcio della Premier League, piomba alle spalle di chiunque con anticipi morbidi e spietati, e chiude ogni discorso, sempre. Se è in condizione come adesso, è il migliore del ruolo in A

IBAÑEZ 6,5

Preferito a Kumbulla, forse per il passo più corto e i modi più spicci in caso di incrocio con Felipe, gioca anche lui una gara ordinata, ben accostato ai compagni, evitando disimpegni affannosi. E di Felipe nessuno saprà mai niente

KARSDORP 7

Non deve occuparsi troppo di Pedro, lo lascia a Mancini, così può scatenarsi negli inserimenti, e li piazza coi tempi giusti come serviva: la galoppata e il notevole assist del 2-0 lo confermano, ma non sarà l’unica volta. Ripresa a limitare le scorribande

OLIVEIRA 6,5

Si applica su Luis Alberto con dedizione antica, sembrava proprio il mediano di una volta sul 10 avversario. Lucido anche nelle geometrie, guadagna la punizione del 3-0. Si spegne nel st, quando gli si piegano le gambe due volte

CRISTANTE 7

Che bella partita fisica e anche tecnica su Milinkovic, a cui taglia i rifornimenti e pure le intenzioni. Poi collabora anche a tutto il resto del lavoro di recupero e ripartenza, e c’è sempre, lo si vede sempre svettare. Avvia l’azione del 2-0

ZALEWSKI 6,5

L’unico a partire con qualche difficoltà, sbaglia un paio di letture nei passaggi avversari e di controlli del pallone. Mourinho lì vicino lo calma e lo rassicura, lui si rinfranca, e cresce via via, nella ripresa lo si vedrà persino perfido in qualche entrata

MHKITARYAN 7,5

Come un esperto professore di latino e greco, dispensa saggezze non di questa epoca, con una tecnica e una capacità di lettura delle situazioni che pochi hanno in questa serie A. Spegne Leiva, invita Karsdorp sul 2-0, assiste Zalewski, tira in porta, tutto.

PELLEGRINI 8

Derby di rinascita, dopo l’inverno del nostro scontento. La traversa su corner e gol dopo 1’ è solo l’inizio. Corre leggero negli spazi, calcia in porta ma Strakosha para, di colpo ritrova il tocco felice. Infatti il 3-0 è una meraviglia balistica, che ha nel repertorio

ABRAHAM 8,5

Né di destro, né di sinistro, ma proprio con quella parte là del corpo: il primo gol rimarrà storico. Il secondo è tempismo e destrezza, cioè lui. Un assist a Pellegrini, e infiniti palloni giocati con intelligenza fino alla fine. Un centravanti enorme.

VIÑA 6

Entra quando le cose sono già sistemate, non affonta gli eccessivi patemi che forse lo squassano quando entra dal 1’ e non si sente sicuro. Qua siamo già sul 3-0, un paio di volte vede sfrecciare Lazzari, ma non si mostra preoccupato

VERETOUT ng

Non è più un titolare e ormai s’è capito da tempo, Mourinho preferisce altri e lui è diventato una riserva. Stavolta gli tocca una decina di minuti di puro alleggerimento, davanti alla difesa, e tanto bastano. Ma certe vittorie fanno bene a tutti

BOVE ng

Partecipa da centrocampista avanzato per una manciata di secondi, come quasi sempre in questa stagione: minutaggio massimo i 29’ in Roma-Inter, poi ce ne furono 12 nel Roma-Verona del suo gol, poi solo ingressi da 3’, o poco meno.

MOURINHO 8

Lo straordinario pubblico dell’Olimpico già lo amava comunque, figurarsi dopo questo 20 marzo, il derby del massacro. Piano perfetto, esecuzione perfetta, tattica mirabile e squadra cinica, tecnica, intelligente. Può benissimo fare a meno di questo Zaniolo 

 

Lazio

STRAKOSHA 4,5

Goffaggine imperdonabile sul primo gol, che indirizza tutti gli equilibri del derby: legge malissimo il corner di Pellegrini. Poi parate ancora sul capitano giallorosso e su Zalewski, una su Mkitaryan persino notevole, ma si era già sul 3-0, a buoi scappati

MARUSIC 4,5

Dirottato a destra per incrociare Pellegrini, fatica moltissimo a leggerne le intenzioni anche perché quello arriva da dietro, e lo perde spesso. Sul 2-0 non stringe la diagonale su Abraham, errore di una certa gravità, anche se sono attimi

LUIZ FELIPE 4,5

Sul 2-0 commette l’errore di tanti difensori di adesso, guarda troppo la palla e non sente Abraham alle spalle. Ma soffrirà in altre situazioni, perché l’inglese prende bene posizione e non si fa anticipare quasi mai. E la linea difensiva, stavolta, frana

ACERBI 4,5

Piuttosto macchinoso anche lui contro l’inglese volante, tira fuori una prestazione che anche in ottica Nazionale non sembra incoraggiante. Devia una conclusione di Mikhi che potrebbe andare in gol. Nel st commette diversi errori tecnici, senza pressing avversario

HYSAJ 4

Assiste ma non interviene un sacco di volte, il suo lato è una pacchia per i romanisti. Guarda Karsdorp nell’azione del 2-0. Salvato dall’ammonizione al 28’, per un fallo sul danese imprendibile. Primo sostituito del match, per acclamazione

MILINKOVIC-SAVIC 4

La Lazio passa tutta la partita a sfregare la lampada in attesa che ne esca il genietto, ma lui non si appalesa. Non si possono giocare derby così, non se si è Milinkovic: fuori fase, mai impetuoso, solo compitini, e fatti male. Il calcio di alto livello è altra cosa

LEIVA 4

Oppresso da Mkhitaryan, che prevarrà sempre nelle due fasi, annega presto e di lui non si avranno mai notizie certe. Lo si vede vagare per il campo, commettere un fallo goffo da cui nascerà il 3-0, giocare palloni scolastici e solo quelli.

LUIS ALBERTO 4

Agli adoratori di questo incostante e incompiuto atleta, mostrare il film della partita. Un tiretto, malfatto, dopo 38 minuti, e uno stanco trascinarsi per il campo, e stavolta nemmeno i rientri giusti, solo tanta indolenza e arrendevolezza.

FELIPE ANDERSON 4

L’insostenibile leggerezza del giocoliere, in partite come queste, diventa controproducente, mica un elemento a favore. Si stanca presto, prestissimo, appena capisce che non è serata per nessuno. Ma non è così che si fa

IMMOBILE 6

Non gli arriva davvero niente, deve pure inventarsi uno stop alla Holly e Benji dopo 20’ per raggiungere un pallone impossibile. Qualche buon pallone smistato, una conclusione di testa a partita ormai chiusa (38’ st) e tanta malinconia.

PEDRO 5,5

L’unico laziale che provi a cucire trame di gioco con palla a terra, a dettare qualche smarcamento ai compagni. Parte a sinistra, lo spostano a destra perché Felipe lì non ne imbrocca una, poi torna a sinistra. Predicatore nel deserto, finché se ne stanca

LAZZARI 6

Visto come si è mostrato pimpante, con due o tre discese a tutta fascia che Marusic si sarebbe sognato, è probabile che tenerlo in panchina dall’inizio sia stata una pessima idea: la Roma ha infierito lo stesso in ripartenza, quindi tanto valeva partire con lui

CATALDI 5

Non è il tipo da poter sovvertire una partita sul 3-0, o di contribuire a una qualche forma di rinascita. Calcia una punizione in curva Nord, anziché cercare lo specchio della porta. Quest’anno ha avuto le sue occasioni, ma non le ha sfruttate

ROMERO 5

Da lontano, senza binocolo, ricorda nelle movenze e nella capigliatura Leo Messi, sì. Ma Sarri quest’anno non l’ha impiegato quasi mai: i 25’ di ieri, pallidi e senza nerbo, sono il massimo del suo minutaggio in stagione, e ci sarà un motivo

SARRI 4

L’uscita dell’Europa, quasi salutata con sollievo, doveva portare a ben altre prestazioni, non alla vergogna di ieri. E’ una di quelle sconfitte così gravi da far pensare che il progetto non funzionerà mai, a meno di rivoluzioni estive (impossibili)

IRRATI 6 

Il toscano ritrova Roma e Lazio insieme per la seconda volta in carriera. Il derby è sempre in controllo di Irrati, che lascia correre (e con lui il Var) un colpo in area di Ibanez a Milinkovic, che protesta. Il lavoro di Irrati è soprattutto disciplinare, con una serie di ammonizioni quasi in sequenza per raffreddare gli animi da derby.

Ultimo aggiornamento: 21 Marzo, 17:28
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