Finisce con l’applauso dei sessantamila dell’Olimpico davanti all’abbraccio rugbystico della squadra con Mourinho a centrocampo, dopo una sconfitta che forse lascerà la Roma fuori dalla Champions League e magari senza un allenatore. Per il futuro bisognerà aspettare, il presente ci racconta di una squadra che ora può solo combattere, senza armi tecniche. Troppe le assenze, i cambi sono ridotti all’osso, e i venti minuti finali di Dybala - che prima erano una garanzia - non sono bastati, l’argentino non è in condizioni fisiche adeguate e sarà un problema anche per giovedì con il Bayer.
Le scelte iniziali e la sorpresa di Belotti
Mou ha una formazione obbligata ma riesce a tira fuori una sorpresa, lasciando fuori Abraham e inserendo Belotti, in mezzo c’è Camara, che appare solo volenteroso ma non all’altezza tecnica della situazione. Dietro, con la difesa senza Smalling, Mou è costretto a inserire Cristante, che soffre, inevitabilmente.
E’ bastato un affondo di Dumfries per far capire come sarebbe andato il trend del match: scatto dell’olandese sulla destra (con Spinazzola colpevolmente assente), palla tagliata in mezzo all’area e colpo di Dimarco che arrivava come un treno dalla parte opposta, con Rui Patricio piantato sulla linea della porta a lasciarsi trafiggere. Era quasi la fine del primo tempo e fino a quel momento era successo poco: un paio di tiri di Pellegrini, con Onana pronto a respingere senza troppi patemi. La difesa della Roma, che già era ridotta ai minimi termini pure con le defezioni delle riserve, decide di regalare, con Ibañez, il gol del raddoppio a Lukaku e i giochi sono fatti.
La Roma è crollata e ora è settima
La Roma è crollata definitivamente, ora è settima in classifica (insieme con l’Atalanta), lontana cinque punti dalla zona Champions, ormai irraggiungibile. Le pecche difensive sovvertono quello che era il punto di forza: crolla la difesa, crolla la Roma, che senza Smalling ha incassato sette gol nelle ultime quattro partite, senza mai ottenere una vittoria. Una squadra che vuole andare in Champions - al di là delle assenze determinanti in questa fase - non può conquistare solo nove punti negli scontri diretti, zero con Napoli, Atalanta e Lazio, quattro con la Juve, tre con Inter, due con il Milan. Ora non resta che sperare nella semifinale di Europa League, giovedì contro il Bayer, ma senza giocatori all’altezza e regalando ancora gol come contro l’Inter, sarà difficile anche lì.
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