Qui non si tratta di avere davanti una big o una piccola.
PERSONALITÀ PORTOGHESE
La prima sconfitta dei giallorossi in campionato ha più o meno la stessa matrice e non dipende solo dagli uomini, poiché via via i colpevoli, se vogliamo restare nell’ambito del reparto difensivo, sono tutti, con i loro errori, da Kumbulla a Smalling, fino a Ibanez e Cristante, che a volte si è immolato come centrale difensivo. Il problema, come detto, non è solo tecnico, ma di tenuta psicologica, di personalità. La squadra di Mou mostra fragilità che difficilmente sono compatibili con i grandi successi. Al Bentegodi, dopo la rete del vantaggio di Pellegrini, arriva il crollo: al 4’ del secondo tempo segna Barak e al 9’ Caprari. In cinque minuti cambia l’inerzia della gara e sempre cinque sono i minuti che passano dall’autorete di Ilic (2-2) al definitivo 3-2 di Faraoni. Quella volta ci si è appellati al caso, invece non è stato così. Altro che caso. Sono nove i minuti che passano, invece, dalla rete di Milinkovic e il raddoppio di Pedro. Un uno due che nel derby abbatte la Roma, costretta poi a rincorrere, senza riuscire a prendere l’avversaria, che si era data un buon vantaggio. Torna ricorrente il nove, anche a Venezia, che forse è stata la caduta più fragorosa, tenendo pure conto dell’avversario. Il sorpasso della squadra di Zanetti, sotto per 1-2, si concretizza con le reti di Aramu al 20’ del secondo tempo e di Okereke al 29’. Tralasciando Roma-Inter (e anche lì, tutto si è chiuso in un tempo, dal minuto numero 15 al 39) e già detto della sfida contro la Juve della scorsa settimana, ecco come a San Siro contro il Milan, la sera della Befana, la squadra di Mourinho cade nello stesso problema, consegnandosi sempre in nove minuti ai rossoneri: Giroud trasforma il rigore e sono passati appena otto minuti dal fischio d’inizio, Messias batte Rui Patricio per il raddoppio e siamo al diciassettesimo. Due a zero e strada in salita. Emblematica, in questo racconto di horror calcistico, è la sfida al gelo di Bodo, Conference League. La Roma dopo venti minuti è già sotto di due reti, in realtà tra il primo e il secondo ne sono passati solo dodici. E gli ultimi tre, il Bodo li segna dal ventunesimo al trentacinquesimo della ripresa. Insomma, basterà Oliveira? Forse no, ma è già qualcosa e domani contro il Cagliari ne sapremo di più.
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