L’aria si fa tesa a Trigoria: la questione arbitrale comincia a diventare ingombrante.
VENTO CONTRARIO
Orsato è l’ultimo arbitro ad aver fatto infuriare la Roma. Il gol tolto ad Abraham è l’episodio più evidente, ma la società giallorossa contesta anche altre decisioni che hanno inciso sul risultato dello Stadium: da annullare la rete della Juve perché ad inizio azione Cuadrado si è aggiustato il pallone con il braccio destro (distratto pure l’assistente Bresmes) e da ripetere il rigore sbagliato da Veretout per l’ingresso anticipato in area di Chiellini. Mourinho si è poi scatenato anche quando sono stati concessi solo 3 minuti di recupero. Lì è dovuto intervenire Orsato. Josè lo ha respinto: «Sei sempre tu!». La Roma a Torino ha salutato l’arbitro e i suoi collaboratori senza chiedere ulteriori spiegazioni, avendo già incassato la risposta peggiore al momento del ritorno in campo dopo l’intervallo. Cristante l’interlocutore di Orsato, che ha chiarito a modo suo: «Sui rigori non si dà vantaggio. E poi date la colpa a me perché ha sbagliato il rigore». Sull’applicazione del vantaggio, la regola della sua sezione (Schio) non è però quella dell’Aia, l’Associazione italiana arbitri. Infastidita quanto la Roma per quella risposta a vanvera. Il vantaggio va sempre concesso, il gioco è da interrompere solo in caso di interventi pericolosi per il giocatore. Anche il quarto uomo Colombo ha detto la stessa cosa a Mourinho. Versione, dunque, concordata. Una spiegazione sintetica, da Orsato, l’ha dovuta incassare Pellegrini: «Ho subito fischiato il rigore». Proprio la prontezza nel concederlo gli ha evitato lo stop. Ok per l’Aia punire al volo il fallo di Szczesny su Mkhitaryan. Ha visto bene, senza alcun dubbio sulla dinamica. Ecco perché non sarà fermato. Ma, secondo il designatore Rocchi, l’arbitro esce penalizzato dal match di Torino quanto la Roma. Non avrebbe dovuto giustificare il suo fischio: non è vero che il vantaggio non esiste sul rigore. Così l’Aia perde credibilità proprio per la dichiarazione di un internazionale. Rocchi, tra l’altro, non ha gradito la exit strategy dell’arbitro sull’azione più discussa: la rete sarebbe stata annullata per il tocco di mano di Mkhitaryan e quindi, dopo il check al Var, sarebbe stato concesso il rigore. Nuova inesattezza: gol da convalidare, invece, per il designatore. Non punibile l’intervento dell’armeno.
ELENCO DETTAGLIATO
Il profilo di Orsato fa riflettere la Roma: se Rocchi ha mandato un internazionale, la protesta perde vigore. Ma è la lista degli errori, compilata rivisitando 4 partite, a preoccupare. Al Bentegodi contro il Verona l’ammonizione ingiusta di Maresca a Veretout all’alba del match: ha condizionato la prestazione del centrocampista. È l’episodio meno eclatante. Peggio Rapuano con l’espulsione esagerata di Pellegrini (secondo giallo) nel recupero della gara contro l’Udinese all’Olimpico. Rosso pesantissimo: è costato il derby al capitano. E, contro la Lazio, Guida non ha fischiato il fallo da rigore di Hysaj su Zaniolo. Il gioco non è stato interrotto e l’ex Pedro ha realizzato la rete del 2-0. Se l’arbitro fosse intervenuto, non avrebbe poi concesso il rigore: il Var avrebbe segnalato il fuorigioco di Zaniolo. Ma il punteggio non sarebbe cambiato, restando sull’1-0. Non solo arbitri. Presto Pinto e Lombardo saranno ascoltati dalla Procura Federale sull’inno. La Roma si chiede come mai alla Juve sia permesso di farlo ascoltare dopo quello della Lega. All’Olimpico non è possibile. Dalla Lega filtra una giustificazione: quella bianconera è una canzone e non un inno. Meglio riderci sopra.
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