Con la qualificazione che già prima del fischio d'inizio si sapeva sarebbe slittata a giovedì prossimo, è il gol di Abraham a prendersi la copertina nella notte europea. Perché se vincere aiuta a vincere, segnare aiuta a ripetersi. Mourinho lo ha capito subito. O quasi. Dopo aver provato a svegliare Tammy, lasciandolo in panchina contro il Lecce (bissando tra l'altro la scelta tecnica di due settimane prima a San Siro), José lo ha rilanciato. A suo modo. Prima facendogli scudo pubblicamente, poi affiancandogli un partner. Belotti nella doppia trasferta di Siviglia e Genova, Zaniolo contro il Napoli, dando così seguito a quel 3-5-2 che sembrava aver regalato un minimo di equilibrio in più alla squadra.
RITORNO AL PASSATO
E allora, quando in pochi se lo aspettavano, eccolo il ritorno al passato. Recente, per carità, ma sempre di passato si tratta visto che almeno per tre gare era stato accantonato. Una mossa, quella di ripristinare il doppio trequartista a Helsinki, effettuata con l'unico intento di risvegliare Abraham. Perché del successo del Betis a Razgrad, Mou ne era a conoscenza ben prima del fischio d'inizio. La volontà comunque di giocare con Pellegrini (non al meglio) e Volpato dietro Tammy, in un campo sintetico, mai foriero di benefici per chi si porta dietro problematiche muscolari, è stata una scelta. Rischiosa, ok, ma dettata dall'esigenza di recuperare l'inglese. Perché è inutile girarci intorno: le fortune della Roma, aspettando il rientro di Dybala, passano dalla vena realizzativa dell'ex Chelsea. Che ormai dopo un anno e mezzo a Roma ha messo in mostra pregi e difetti. E tra i secondi c'è certamente quello di soffrire quando gli viene affiancato un partner con il quale dividersi la mattonella. Che sia Belotti, centravanti come lui, o Zaniolo (a proposito, presentato ieri il ricorso alla Uefa: risposta attesa entro martedì) poco importa. Tammy ha bisogno di spaziare, di andarsi a trovare la posizione da solo.
E non è un caso che a Helsinki si sia liberato al tiro la prima volta a sinistra, si sia procurato un rigore (poi reso vano dal fuorigioco) a destra e segnato il provvisorio 1-0 con un colpo di testa al centro dell'area. Abraham ha necessità di andare dove l'istinto lo porta, senza sentirsi ingabbiato. È chiaro che quando c'è Dybala, è un po' più difficile, ma le agevolazioni che in cambio può avere valgono il prezzo della convivenza. Non è un caso che prima di giovedì, le due reti segnate da Tammy fossero arrivate da altrettanti assist di Paulo. Ma la natura dell'inglese lo porta a nutrirsi di responsabilità. Se le ha, si sente vivo e come tale non ha paura di prendersi la squadra sulle spalle. Poi potrà anche sbagliare un gol ma non mancherà mai il lavoro per la squadra, il sacrificio, la tenacia di giocare come se quel pallone fosse l'ultimo e soprattutto la capacità di costruirsi l'occasione. Farlo con due trequartisti a supportarlo, gli viene più facile. Mou lo ha capito. E anche a Verona lunedì, riproporrà lo stesso assetto. Volpato farà posto a Zaniolo che quando gioca trequartista con Pellegrini è portato ad allargarsi proprio per creare spazi a Tammy. Che ora che ha ripreso a segnare, non vuole di certo fermarsi di nuovo.
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