Roma, Rocchi dà ragione a Mourinho e ferma Maresca: almeno un mese senza arbitrare

Martedì 2 Novembre 2021 di Ugo Trani
Maresca, Rui Patricio, Mancini (foto Gino Mancini)

«Non posso nascondere che in queste undici partite ci sono situazioni in cui la Roma è stata chiaramente danneggiata». Lo sfogo, intervistato da Sky Sport, è del gm Pinto. La rabbia della Roma, ma anche l’irritazione dell’Aia (Associazione italiana arbitri). Posizioni, sembrerà strano, che coincidono. Se Mourinho lascia il campo infuriato con il direttore di gara senza vedere il finale della sfida con il Milan e scansa poi qualsiasi domanda nel post partita limitandosi a chiedere «rispetto per i tifosi giallorossi», il designatore Rocchi ferma subito Maresca, dando indirettamente ragione al club dei Friedkin e al loro allenatore.

Bocciato l’arbitro della sezione di Napoli per la performance scadente di domenica sera all’Olimpico. Stop almeno fino all’inizio di dicembre (minimo 4 turni). Il giudizio è estremamente negativo. Basta pensare che lo stesso designatore, pur non condividendo la spiegazione errata sull’annullamento del gol di Abraham a Torino («In caso di rigore non esiste il vantaggio» la precisazione che smentisce il regolamento), salvò Orsato il 17 ottobre, protagonista discusso del match dello Stadium contro la Juve. 

ANALISI DETTAGLIATA
Maresca, insomma, ha sbagliato anche per Rocchi e non solo per Mourinho e i suoi giocatori. A inchiodarlo il rigore dato al Milan per l’entrata di anca di Ibanez su Ibrahimoivic con il difensore che prende la palla e quello non concesso alla Roma per il calcio di Kjaer alla gamba di Pellegrini che ricorda il fallo fischiato a Dumfries su Alex Sandro in Inter-Juventus del 24 ottobre a San Siro. Il designatore ha contestato la valutazione. In settimana, del resto, era stato chiaro con gli arbitri: basta rigorini. In più non è piaciuta la gestione complessiva della sfida: undici ammoniti, contando il doppio giallo a Theo Hernandez (il secondo è ingiusto per il precedente fallo di Felix su Rebic). E con alcuni cartellini distribuiti a vanvera. Come se non bastasse, il Var usato male. La Roma prende atto del nuovo sgarbo che va ad allungare la serie dei torti subiti in 4-5 partite su 11. Pinto è inequivocabile: «Non voglio fare un elenco troppo noioso, ma ci sono quattro o cinque esempi che sono molto chiari e che ci devono preoccupare».

LISTA INFINITA
Il gm diventa moviolista: «Pellegrini ha saltato saltare il derby per un doppio giallo contro l’Udinese, in una situazione vista tante volte in Serie A e per la quale non è stato mai applicato lo stesso metro. Contro la Lazio ci manca un rigore su Zaniolo da cui scaturisce anche il 2-0: ci hanno spiegato che il Var può richiamare l’arbitro solo se c’è la certezza dell’errore commesso; contro il Milan è chiaro che il rigore su Zlatan non c’è, Ibanez non fa fallo e tocca la palla e il Var ha chiamato l’arbitro a vedere perché c’è un errore chiaro e purtroppo un’altra volta contro la Roma l’arbitro ha fatto la stessa scelta. Anche negli ultimi minuti c’è un rigore su Pellegrini per un contatto con Kjaer e, dal momento che l’arbitro ha ignorato la chiamata precedente su Ibrahimovic, forse per questo il Var non è più intervenuto. Ma due settimane fa in Inter-Juve il Var ha chiamato un contatto molto più leggero e assegnato un rigore contro l’Inter che ha cambiato il risultato. Stiamo parlando un’altra volta di criteri opposti, dove la Roma si sente danneggiata. Per finire, domenica in tutte le partite gli arbitri hanno lasciato sempre giocare, dando il tempo al Var di maturare un giudizio corretto: di nuovo, l’unica volta in cui un arbitro non ha concesso il tempo giusto per valutare la situazione è stata a Torino, dove è stato tolto un gol ad Abraham». La Roma resta quarta, (e nonostante 2 punti in meno di un anno fa, 3 sul campo, contando quello tolto per la gaffe-Diawara), ma con l’Atalanta. A preoccupare il black out prolungato negli scontri diretti (solo 1 punto nei 4 di questo torneo, confermando il trend deprimente degli ultimi due campionati: 21 punti in 24 gare). Pinto allontana gli alibi: «Non vogliamo nascondere i nostri difetti e quello che dobbiamo migliorare. Ma bisogna riflettere su questi criteri arbitrali per non perdere credibilità. In Italia nessuno li capisce, sono diversi da quelli della Champions e degli altri campionati».

Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 02:48
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