Calafiori, quel dolce ricordo dell'esordio allo Stadium: pronto per il bis

Mercoledì 6 Ottobre 2021 di Stefano Carina
Calafiori, quel dolce ricordo dell'esordio allo Stadium: pronto per il bis

Torino è nel suo destino. Quattordici mesi fa (1 agosto 2020) esordì in campionato proprio contro la Juventus. Oggi, alla vigilia del match dell’Under 21 contro i pari età della Bosnia, valevole per la qualificazione agli Europei del 2023, il pensiero di Riccardo Calafiori corre già a domenica 17, quando spera di partire titolare contro i bianconeri.

L’ultima parola spetterà come al solito a Mourinho che dovrà tenere in considerazione il fatto che Spinazzola («Un idolo», per Riccardo) è out e Viña scenderà in campo alle 2.30 italiane di venerdì 15 contro il Brasile.

Il rientro avverrà soltanto sabato, all’ora di pranzo, nemmeno il tempo di svolgere la rifinitura. Poi, nuova partenza per Torino. Se è vero che c’è il precedente del Sassuolo (anche se in quel caso l’uruguaiano aveva giocato sì venerdì ma due ore prima, garantendo il rientro la mattina del sabato e non aveva dovuto sobbarcarsi un ulteriore viaggio aereo) Riccardo nel frattempo è cresciuto. Sia in campo che nella considerazione di Mourinho: «A 19 anni avere uno come lui è un bel traguardo e ti sprona sicuramente a fare sempre meglio - ha raccontato ieri a Rai Sport dal ritiro dell’Under 21 - Il mister è uno dei migliori, a livello psicologico utilizza sempre la parola giusta quando ti deve fare i complimenti. E quando hai sbagliato, ti mette la giusta pressione. Sto crescendo molto caratterialmente e tecnicamente. Adesso sento maggiormente la sua fiducia». 

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DEBUTTO VINCENTE 

Sicurezza che mostrò anche il giorno del suo debutto contro la Juventus. Era l’ultima di campionato, con i bianconeri già campioni d’Italia e la Roma fuori dalla Champions e con la testa ai quarti di Europa League da disputare con il Siviglia. Per Calafiori, però, l’emozione era paragonabile ad una finale di Champions. Vedendolo giocare se ne sono accorti in pochi. Quarantatré minuti ed eccolo lì, col piglio del ragazzino sbarazzino, procurarsi il rigore del vantaggio. Danilo lo ostacola, lui lo salta in dribbling e viene atterrato. Perotti dal dischetto trasforma. Sei minuti prima, aveva toccato per qualche istante il cielo con un dito: azione d’angolo, Szczesny allontana con i pugni e Riccardo al volo da fuori area lo fulmina. Gol annullato (e sogno infranto) perché la palla nella traiettoria dal corner è uscita. Si rifarà quattro mesi dopo, il 3 dicembre, in coppa contro lo Young Boys ma vien da sé che una rete al debutto, contro la Juventus neo scudettata, avrebbe avuto un altro effetto. Lampi comunque di talento.

Quello che ha intravisto anche Mou. Perché non può essere un caso che prima dell’approdo nella Capitale, nelle apparizioni estemporanee sui social studiate per solleticare la curiosità della nuova piazza dove avrebbe allenato, José si sia fatto riprendere il 13 maggio mentre osservava un video del classe 2002. Al quale ha riservato, nel classico Special-style, più bastone che carota. Come quando alla vigilia della gara con l’Udinese, senza peli sulla lingua lo ha definito «valido solo per la Roma ma se si fa la stessa domanda alle 4-5 squadre più forti della Serie A magari i loro allenatori rispondono che non è valido, perché loro hanno 2 giocatori forti e d’esperienza per ruolo». Parole che avrebbero steso chiunque. Non Riccardo. Ventiquattro ore dopo la Roma vince 1-0, gol di Abraham ma trequarti della rete è firmata da Calafiori che ruba il pallone a Molina, resiste al ritorno dell’argentino e pennella l’assist perfetto. E Mou? Sorride sornione in panchina. Anche stavolta, la missione è compiuta. 


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