A volte l'età è un numero astratto. Trentacinque anni solo sul passaporto spagnolo, Pedro continua a sconvolgere la Lazio. Lotito gongola da un anno e mezzo: «Io non capisco come la Roma lo abbia scaricato. È un mostro, un campione vero», ripeteva il patron giovedì sera, nonostante il pareggio, uscendo dall'Olimpico per recarsi a cena da Berlusconi, dopo un pomeriggio convulso in Senato. Pedrito potrebbe pure fare il politico, è un leader autentico dello spogliatoio. Trascina i compagni, dà l'esempio col suo veleno: «Al Chelsea dicevo di dare una maglia fissa a lui, poi a chiunque altro», aveva confessato Sarri tempo fa per farne intuire il peso specifico. Come se non bastasse il curriculum del giocatore più titolato del mondo. Con Barcellona e Chelsea lo spagnolo ha vinto tutto, l'Europa League con Maurizio.
STANCHEZZA
Finalmente in Europa si sblocca l'attacco. Immobile centra il 189esimo timbro con la maglia della Lazio, soprattutto supera Simone Inzaghi nella storia dei bomber biancocelesti, a quota ventuno. Sino a questo ritorno con lo Sturm Graz, nel gruppo F aveva segnato solo Felipe Anderson. Ciro era a digiuno, finalmente acciuffa l'ultimo record. Il problema è che adesso comincia davvero ad essere stanco. Giovedì Marusic, Romagnoli, Milinkovic e Felipe, almeno all'inizio, hanno riposato. Dopo la pausa per le Nazionali, Ciro è l'unico ad aver giocato quattro gare su quattro e ad aver superato i 1000', Provedel escluso. Manca sempre il sostituto, Luka Romero è un'idea che non può prendere quota senza il rinnovo. Cancellieri finalmente ha dato il cambio da centravanti contro lo Sturm, ma non convince del tutto. È apprendista del ruolo, a 20 anni ci si aspetta un spirito più combattivo. In caso di nuova chance, l'animo di Pedro dovrà impossessarsi di Matteo.
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BESTIA NERA
Contro l'Udinese si giocherà alle 15, domani pomeriggio. Saranno passate appena 63 ore dallo Sturm, c'è ansia a Formello. Sarri valuta condizioni e le migliori scelte per questo scontro diretto. La buona notizia è che Pedro è tornato al top, la cattiva è che ieri è stato gestito, è affaticato ed è rimasto a riposo anche per una botta al ginocchio destro. Non scherziamo, è già mancato sin troppo: ad Auronzo sembrava il valore aggiunto, poi quelle maledette caviglie malconce gli han dato il tormento. Rimane comunque incredibile il suo rendimento a gara in corso. Lo scorso anno, dopo 13 partite ufficiali aveva giocato 865' segnando un gol nel derby e fornendo due assist al bacio. Ora, con la metà dei minuti giocati (424'), l'esterno ha già punito 3 avversari (Inter, Cremonese e Sturm), condendo il tutto con un passaggio decisivo. Per la prima volta giovedì 90' sul terreno, Sarri deve preservarlo, ma non può non tener conto di un dato: l'Udinese è la vittima preferita (3 reti in 4 incontri) di Pedro. Sempre più Pedro-Pe, idolo dei 45mila che domani invaderanno l'Olimpico.
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