Paolo Rossi, quando Giorgio Lago sul Gazzettino lo trasformò in "Pablito " L'articolo completo

Giovedì 10 Dicembre 2020
Giorgio Lago e Pablito

Un soprannome, anzi un nickname come si dice oggi, che ha fatto il giro del mondo. Per tutti, ad ogni latitudine, Paolo Rossi era anche e soprattutto “Pablito”, l’eroe azzurro del mondiale di Spagna del 1982. Ma quel nomignolo nacque in realtà qualche anno prima dell’impresa storica dell'11 di Enzo Bearzot. E a coniarlo fu Giorgio Lago, allora inviato per lo sport del Gazzettino, di cui poi sarebbe stato a lungo il direttore. 

È stato lo stesso Paolo Rossi a ricordarlo in uno scritto dedicato qualche tempo fa alla figura di Lago e al loro rapporto, un’intesa umana prima che professionale, che andava oltre i ruoli del giornalista e del calciatore famoso. «Giorgio è stato un giornalista intelligente, capace e intuitivo», scriveva Rossi «Un appassionato ma soprattutto un profondo conoscitore dello sport che ha seguito per decenni. Gli sarò riconoscente per sempre! Se oggi il mondo intero mi chiama “Pablito” lo devo a lui, alla sua fantasia. Fu infatti Giorgio, ai Campionati del mondo in Argentina, nel 1978, ad affibbiarmi quel nickname che da allora mi appartiene. Oggi sono Pablito per tutti».


In realtà quel soprannome fece la sua comparsa qualche tempo prima dei campionati mondiali argentini che avrebbero visto il debutto sul grande palcoscenico del calcio internazionale del giovane centravanti veneto.

La data è quella del 27 gennaio 1978 e l’articolo di Lago (che proponiamo integralmente qui sotto), scritto dopo una non memorabile partita Italia-Spagna a Madrid, inizia proprio così, con quel nickname: «Pablito Rossi». Un soprannome destinato a rimanere nella storia. Del calcio, ma non solo.

Video

Ecco l'articolo di Giorgio Lago da Madrid del 27 gennaio 1978.
Pablito Rossi è stata l’unica piacevole sorpresa che l’Italia ha offerto agli spagnoli. «Me gustó muchissimo Rossi», ha dichiarato Kubala e lo stopper Migueli ha finalmente ammesso: «El nueve? Uff! Era un demonio. Muy rapido, el mas peligroso de equipo italiana».

Il più pericoloso di tutti, nonostante la stanchezza di questi giorni, la guancia gonfia e gli antibiotici passatigli dal medico. «Mi aspettavo che alzasse il ditino per chiedere la sostituzione - ha detto Bearzot - invece si è divertito a restare in campo tutta la partita». Comprensibile la commossa soddisfazione di Farina: «Il dramma è che a questo ragazzo - ha confessato il presidente - mi sto affezionando. Ammetto di non veder l’ora che venga domenica per andare allo stadio a vederlo. Mi capita ogni settimana così e, purtroppo, per tenerlo a Vicenza bisognerebbe avere un paio di miliardi».


A prescindere dalla sua destinazione bianconera, Rossi è oramai il problema che condiziona maggiormente la Nazionale. Da ala destra o centravanti, è l’attaccante più redditizio che ci sia in circolazione e il suo curriculum non può lasciar perplesso più nessuno. In serie B o in A, da goleador o da ultimo passaggio, Rossi esprime ogni volta il calcio più ficcante, arioso, altruista. È giovane, serio, disciplinato. Non serve soltanto al gioco, ma anche all’immagine della Nazionale: e trovo, sul piano del costume, che ciò debba avere il suo peso. Anche Bearzot se ne sta progressivamente rendendo conto. Non ha fatto una piega a Madrid, nonostante la presenza di Pruzzo in panchina, e gli ha fatto giocare l’intera partita.
Quanto a Italia-Francia dell’8 febbraio a Napoli, Rossi è già in ballottaggio con Graziani, forse per un tempo ciascuno. La progressione di stima nei confronti di Rossi dunque esiste, ma sarebbe d’ora in poi incomprensibile amnesia non rendersi conto che Rossi non è più una riserva, ma un titolare! Ci sono altre realtà che stanno premendo e Bearzot ha il dovere di tirare le conclusioni. Benetti non garantisce più e l’Italia ha a disposizione il nuovo mediano: Tardelli, ora terzino ora mezzala, e a mio parere già bell’e confezionato per marcare e costruire da mediano.

Al di là dei numeri sulle maglie, potrebbe essere proprio Tardelli l’uomo per Platini, a Napoli e a Mar de la Plata: il test del campione francese non poteva capitare più puntuale. Ma alla ricerca di ciò che manca di brutto, lo stopper, esiste anche Bet.

 

Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 15:17
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci