Erano, sì, un po’ attempati ma sempre giovani. E come succede ai ragazzi, e non solo, di oggi, si sono fatti una bella chat su WhatsApp, per restare uniti, insieme, sentirsi quotidianamente. Ci ha pensato Altobelli a unire i campioni del mondo del 1982, creando il gruppo su WhatsApp, nel quale, raccontano, fosse il più attivo. E ogni tanto una rimpatriata dal vivo, o a casa di Paolo Rossi ad Arezzo o da Franco Selvaggi, in Basilicata.
«Faccio fatica a parlare. Se sono campione del mondo lo devo a lui, i gol, quel Mondiale furono fantastici», dice commosso Fulvio Collovati, stopper di quell’Italia, e con Pablito ha condiviso «15 anni di vita, dalla nazionale juniores». «È un anno terribile questo, non mi sarei mai aspettato questa notizia. Paolo era una persona semplice, sorridente. Corretto, leale e imprevedibile come tutte le persone intelligenti». Il suo compagno, fraterno amico, Antonio Cabrini non riesce quasi a parlare: «Sei mesi fa ho perso un fratello, oggi ne piango un altro. Non voglio dire altro». «E’ stato un fulmine a ciel sereno», le parole del più anziando di quel gruppo, il Capitano, Dino Zoff. «Abbiamo sempre avuto un grande rapporto con Paolo, simpatico, intelligente».
ANTOGNONI E GLI ALTRI
«Noi ragazzi dell’82, sempre insieme in tutti questi anni. Ciao amico», è il messaggio di Giancarlo Antognoni. Come lui, anche Alessandro Altobelli posta una storia dedicata al bomber di Spagna ‘82. «Ti voglio ricordare sempre così, sorridente. R.i.p. Grande Paolo», scrive Spillo su un’immagine che li ritrae insieme. Segue una foto di Pablito che alza la coppa del mondo al termine della finale, con la scritta «Tutto merito tuo, Tvb fratello». «Ho ricevuto la notizia stanotte e non sono riuscito più a dormire. Mi ha preso un’agitazione particolare e mia moglie mi ha detto ‘stai calmo che ti piglia un infarto. Mi sono spaventato, rattristato, non ci volevo credere», le parole di Ciccio Graziani. «Sapevo che non stava bene ma aveva ripreso a scrivere sulla nostra chat dei campioni del mondo e dunque mi ero rinfrancato. Paolo era stato operato a metà luglio. Ho pensato che fosse andato tutto bene, invece non è stato cosi. Paolo, calciatore straordinario, l’uomo ancora di più: sorridente, con una parola di conforto per tutti. Eravamo fratelli ecco perché ho avuto questa reazione cosi particolare alla notizia della sua morte. Proprio come mi fosse andato via un fratello». La chat oggi è meno sorridente. Nel ricordo anche di Scirea e il maestro-papà Bearzot.
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