Pagelle della serie A di metà anno: l'Inter la migliore, seguono Milan e Napoli. Roma e Lazio non incidono, disastro Cagliari

Giovedì 23 Dicembre 2021 di Andrea Sorrentino
Pagelle della serie A: l'Inter la migliore, seguono Milan e Napoli. Roma e Lazio non incidono, disastro Cagliari

INTER 8,5

Appena ha sistemato qualche slabbratura nella fase difensiva, ha iniziato una marcia inarrestabile.

Ha la rosa più profonda di tutti, è l’unica squadra con alternative valide in ogni reparto, l’unica con diversi giocatori di sicuro valore internazionale. Migliore attacco con 49 gol e seconda miglior difesa (15), una sola sconfitta su 19, contro la Lazio, in una partita rocambolesca e irripetibile. Per questo campionato, e contro avversarie strutturalmente inferiori, non ha punti deboli. Se perdesse lo scudetto sarebbe una notiziona.

 


MILAN 7,5


Appassionato e resiliente, è andato sempre oltre i suoi limiti perché sempre è stato in emergenza con gli infortuni, e ha superato crisi e crisette varie grazie a un eccellente spirito di squadra, dopo un inizio quasi perfetto. Le sei partite durissime in Champions gli hanno sottratto energie preziose. E’ sbocciato finalmente Tonali. Pioli ha un problema non da poco, tra gli altri: manca un centravanti davvero affidabile perché tra Ibrahimovic e Giroud fanno 75 anni in due, e alla lunga si sente.

 


NAPOLI 7,5


A lungo la miglior difesa del campionato, e su quello ha costruito il primato in avvio, con le otto vittorie consecutive. Ma poi gli sono capitate troppe tegole e tutte insieme: la sua ossatura era costituita da Koulibaly-Anguissa-Osimhen più un magnifico Fabian Ruiz in regia, perderli tutti e quattro insieme è stato uno choc e ha pesato. Insigne è rimasto ai margini: tornasse nella seconda parte, si potrebbe far festa. Spalletti è in totale controllo dello spogliatoio, gran lavoro.


ATALANTA 7

Ha momenti di irresistibilità atletica, in cui affrontarla è un guaio. Poi vive partite in cui rifiata, si allenta e si slabbra, perde punti e occasioni per salire, prende troppi gol: accade semplicemente perché a Bergamo, davvero, allo scudetto non pensano, non lo ritengono un obiettivo concreto e reale, né la società ha investito pesantemente sul mercato per arrivarci, quindi tutti tranquilli. Punterà a rimanere nelle prime quattro e ne sarà felicissima, in caso.


JUVENTUS 6

A parte il primo mese terrificante, in cui lo stesso Allegri doveva riprendere confidenza con la panchina e con le dinamiche di una squadra che aveva lasciato due anni prima, il cammino è stato più o meno ai livelli delle prime quattro, come punti conquistati. L’allenatore ha sistemato la difesa (terza migliore della A) ma non può sistemare la fase offensiva (undicesimo attacco) perché non ha mai avuto il miglior Chiesa, anzi ha avuto il peggiore, e Dybala rimane ameltico e altalenante. Su quei due, sul loro rendimento, si giocano la possibilità di Champions. Sarà dura, se non si svegliano.


ROMA 6

Era arrivata settima a maggio, ora è sesta, e con 5 punti di ritardo sullo scorso campionato, quando però nel ritorno ci fu flessione netta. Mourinho sta plasmando, a fatica, giocatori e ambiente, lavora duro, è pienamente coinvolto, riceve risposte dai giocatori che però improvvisamente lo mollano, e mollano se stessi. E’ un lavoraccio di ricostruzione delle menti e dei muscoli, non sarà breve. Non basterà nemmeno il mercatino di gennaio, anche se sarà utile. Necessario un Pellegrini in salute, uno Zaniolo centrato, un Abraham senza infortuni e meno iellato coi pali. La ruota può girare, mai dare per morta la Roma.


FIORENTINA 6,5

L’intrusa tra le sette sorelle, a buon diritto. Stesso rendimento della Roma (10 vittorie, 2 pari, 7 sconfitte) provando sempre a giocare a calcio, poi se ricevi 16 gol da Vlahovic è tutto più facile. Il tecnico Italiano ruota spesso giocatori, anche in difesa, per ottenerne il massimo, fa un turnover continuo nonostante non sia nelle coppe. Interessante sistema per combattere il logorio della vita moderna, ma forse toglie riferimenti.


LAZIO 6

Ha imbarcato l’enormità di 34 gol: la faticosa ricerca di equilibri con l’irruzione del sarrismo non è stata ancora digerita, ed è stato il problema più evidente all’inizio. Poi la fase difensiva si è aggiustata ma rimane la sensazione di un gruppo che fatica a seguire l’allenatore, proprio mentalmente. Molto ruota intorno agli umori di Milinkovic-Savic e Luis Alberto, alla loro capacità di reinventarsi: se Sarri li convincesse e li seducesse del tutto, potrebbe uscir fuori un girone di ritorno interessante. Sperando che il magnifico Pedro non si appanni, e che Immobile torni in salute.


EMPOLI 7

Tecnicamente è la vera sorpresa del campionato, ma si sa che a Empoli sanno di calcio e sanno scegliere i loro allenatori, li proteggono, li fanno lavorare nel clima giusto, e d’altronde Andreazzoli è un fior di professionista, adattissimo a un ambiente che non abbia intorno troppi clamori inutili. Sono di fatto già salvi, con 27 punti ottenuti con una squadra di gregari, anche dalla cintola in su. Un mezzo miracolo. Speriamo non sbraghino nel ritorno perché appagati, sarebbe una delusione.


BOLOGNA 6,5

Mihajlovic era sull’orlo dell’esonero, poi un 3-0 sulla Lazio a inizio ottobre è stata la rampa di lancio per un cammino più dignitoso, persino ottimo viste le forze in campo. Molto dipende dalle lune di Arnautovic e Barrow (finora 6 e 5 gol segnati) che devono compensare una fase difensiva a tratti incerta, per via di interpreti non all’altezza. Ma il lavoro certosino di Sinisa in qualche modo pagherà.

TORINO 6,5

Ivan Juric è un martello, ha preso una squadra in crisi di identità e con risorse umane non proprio di primo piano, ma in qualche modo ha costruito una squadra: appena 19 gol incassati, quarta miglior difesa della A. Poi in squadre simili, con pochi margini di errore consentiti, se viene a mancare Belotti, cioè tre quarti dell’attacco e delle speranze di segnare, tutto è più difficile.


VERONA 6

Avvio atroce, che ha portato all’esonero di Di Francesco. Poi Tudor è ripartito da Juric, nel senso che ha riproposto assetto e impostazioni della stagione precedente, e ha vissuto un autunno ruggente: chiedere a Juventus, Roma e Lazio, che al Bentegodi hanno visto le streghe e perso. Con l’avvicinarsi dell’inverno, la squadra si è appannata, come Caprari, il suo genietto, e come Simeone, il suo apriscatole. Ma deve salvarsi, e si salverà, quindi missione compiuta (a metà, per ora).


SASSUOLO 5,5

Le imprese in casa di Milan e Juventus, due vittorie, sono le gemme del girone di andata. Ma poi troppi punti persi qua e là, per una fase difensiva spesso distratta, forse per la ricerca continua della metà campo avversaria: ma bisogna proteggersi meglio. Scamacca in grande crescita è la migliore notizia della stagione, Raspadori e Berardi troppo intermittenti. Il nuovo allenatore Dionisi, buone idee ma forse non ha ancora controllo totale e ascendente sui giocatori


UDINESE 5

E’ ancora in una situazione tranquilla (+9 sulla terz’ultima) ma continua a vivacchiare, forse proprio perché non ha ansie particolari. Intanto Gotti aveva perso il controllo, per stanchezza o per tedio, ed è stato sostituito col suo vice Cioffi, uno che sembra sveglio. Solo 6 sconfitte finora sono un buon ruolino di marcia (Roma e Fiorentina ne hanno perse 7, per dire) ma per evitare i tanti pareggi (8 finora) e aumentare le vittoria (solo 4) ci vogliono gol e gioco d’attacco: Beto sembra un prospetto interessante, ma deve essere assistito. Non c’è più De Paul e si vede.

SAMPDORIA 5

Una fase difensiva spesso avventurosa, nonostante a volte D’Aversa sia ricorso alla difesa a 6 per proteggersi, e scarso peso offensivo hanno condotto il tecnico sull’orlo dell’esonero, e la situazione è ancora delicata. La vittoria nel derby e il pareggio in casa della Roma puntellano la panchina, anche grazie a qualche lampo di Gabbiadini ritrovato. Ma rimane la sensazione di un progetto traballante, per mancanza di reale valore tecnico. Senza contare il caos in società.


VENEZIA 6,5

Che sia 6 punti sopra la terz’ultima, con giocatorini presi qua e là e molti di categoria inferiore, è un mezzo miracolo. Ma si diceva in giro che Paolo Zanetti fosse un allenatore non banale, capace di sistemare una squadra e di tirarne fuori più di quello che pensa di avere. Come nel caso di Aramu, misconosciuto finora, uno che si era perso e si è ritrovato, come altri nel Venezia. Ma per la salvezza ci sarà ancora da combattere, e bisognerà segnare di più: finora appena 18 gol.


SPEZIA 5

Tra le più impalpabili e indecifrabili: buona tecnica di base in quasi tutti, ma poi zero fuoco, zero esperienza ad alti livelli, una friabilità difensiva che fa spavento, e già -20 in differenza reti. Salvarsi sarà un successone ma il materiale è quello che è, inutile girarci intorno. Mentre lo stanno per esonerare, perché pare sia in arrivo Giampaolo dal 1° gennaio, Thiago Motta coglie addirittura la vittoria di Napoli.


GENOA 4

Inizio drammatico per la nuova proprietà americana, si percepisce finora un che di avventuroso. Nel club, ma anche nella squadra, che rimane di livello bassissimo in ogni reparto, per giunta falcidiata da infortuni di ogni sorta, con la miseria di una sola vittoria in 19 partite. Non è sembrata un’ideona quella dell’imberbe Shevhcenko allenatore al posto di Ballardini: se aveva perso il controllo il Balla, che conosce benissimo l’ambiente, cosa può fare uno come Sheva? Forse ci vorrebbe un tecnico più da battaglia, più alla Iachini. Auguri


CAGLIARI 4

Da Semplici e Mazzarri, ben poco è cambiato: Mazzarri semmai ha conquistato l’unica vittoria in campionato, ma è poca roba. Né poteva succedere chissà quale rivoluzione, in un gruppo liso, senza qualità a parte Joao Pedro, che già lo scorso anno stava imboccando la strada della B, poi fu ripreso per i capelli. E le presunte figure di riferimento, Godin e Caceres, sono già a fine corsa. A Mazzarri servirà un miracolo, anzi tanti miracoli per risalire.


SALERNITANA 3

Peggior attacco e peggior difesa, un cambio di allenatore da Castori a Colantuono che non poteva spostare nulla, quel Ribery che non c’entra niente, l’imbarazzo di veder giocare una squadra così nettamente più debole delle altre, e ormai la quasi certezza di dover lasciare il campionato perché non c’è una proprietà. E tutto davanti a un pubblico straordinario, tra i più appassionati della serie A: che spreco, che annata orribile. Che si vada avanti con la serie A a 20 squadre, in presenza di certe situazioni, è ancora più incomprensibile.

Ultimo aggiornamento: 24 Dicembre, 12:28
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