Nedved: « Scudetto alla Roma? Ai romani abbiamo risposto sul campo»

Mercoledì 10 Dicembre 2014 di Luca Pasquaretta
Nedved: « Scudetto alla Roma? Ai romani abbiamo risposto sul campo»
Il ruggito di Pavel Nedved. La furia ceca, testimonial della Fondazione Cuori Bianconeri, come testimonial è intervenuto alla serata di beneficenza, parlando di calcio. Soddisfatti per aver centrato il primo obiettivo stagionale?

«Era fondamentale, complimenti al mister e al suo staff. Siamo riusciti a passare il turno, sono stati tutti molto bravi, è un percorso di crescita, possiamo ancora migliorare»

Da secondi vi spaventa il sorteggio?

«Negli ottavi incontreremo sicuramente una squadra forte, ce la giochiamo, bisognerà migliorare, non abbiamo paura, ci sono tre o quattro squadre oltre le nostre possibilità, ma nel calcio non parti mai battuto, qualsiasi obiettivo è raggiungibile, dipende in quale forma ci presenteremo a febbraio, la squadra è convinta».

Un giudizio su Allegri.

«E' stato molto intelligente, è partito bene, ha cambiato modulo al momento giusto, ne abbiamo tratto solo benefici, se miglioreremo potremo diventare una mina vagante per tutti in Champions. Il mister ha portato maggiore consapevolezza e novità. Non è tempo di fare feste, bisogna lavorare, è ancora lunga».

A Roma sono convinti che vinceranno lo scudetto?

«Di risposte ai romani ne abbiamo date già tante, noi siamo quelli che parlano meno e lavorano tanto sul campo, e credo che si veda dai risultati ottenuti».

Nedved presidente?

«Sono già contento così e di quello che faccio alla Juve, ho una grande responsabilità».

Buffon accanto a lei un giorno?

«(Risata, ndr) Giocherà ancora tanto, non penso che ci incontreremo, Gigi è intelligente e preparato per qualsiasi ruolo fuori dal campo».

In tribuna avete sentito i fischi contro l'Atletico?

«Sì, avremmo voluto una Juve più propositiva, ma l'Atletico era molto pericoloso, dopo un po' la gente ha capito che si rischiava, siamo contenti di aver passato il turno».

Avete paura?

«Mai, la Juve nel dna non può averne».

Ibrahimovic l'ha inserita nella sua squadra ideale.

«Ha detto che sono una macchina (risata, ndr). Ho sangue e cuore, le sua parole fanno sempre piacere, perché è uno degli attaccanti più forti del mondo».

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