Mourinho: «Mi hanno tradito». L'allenatore contro Karsdorp, poi l'attacco ad Abraham e Dybala

La rabbia del tecnico dopo l’1-1 incassato dal Sassuolo è indirizzata a Karsdorp: «A gennaio si trovi un’altra squadra»

Giovedì 10 Novembre 2022 di Alessandro Angeloni e Stefano Carina
Mourinho, altro sfogo: «Mi hanno tradito». L'allenatore attacca Karsdorp, Abraham e Dybala

I primi segnali di cedimento, l’altro ieri, alla vigilia della trasferta di Reggio Emilia. Josè Mourinho attacca un po’ tutti, chi più (Abraham) chi meno, parlando di una crescita che per molti non è arrivata. Poi, dopo il pari anemico con il Sassuolo, esplode e parla addirittura di “tradimento”. Josè come Gesù. «Mi dispiace perché lo sforzo è stato tradito da un giocatore con un atteggiamento non professionale. Non mi avete visto parlare così di Ibañez dopo la gara contro la Lazio perché l’atteggiamento era top, l’errore fa parte del gioco, i calciatori sanno che possono sbagliare. Siamo una famiglia e come tale dobbiamo sorreggerci. L’atteggiamento non professionale invece mi dispiace, è una storia diversa. Quando sei professionista di qualcosa, non solo del calcio, devi rispettare chi rappresenti, chi lavora con te, dando il massimo come tutti. È l’unico motivo per cui sono dispiaciuto perché sento questa sensazione, anche perché conosco il processo dietro l’atteggiamento. Chi è? Non ve lo dico». Non serve. Non fa il nome ma il ritratto che ne esce è meglio di un identikit. Il calciatore è Karsdorp.

Il processo al quale fa riferimento il tecnico portoghese è semplice: non gioco, perché penso di pagare il modo cui ho reagito alla sostituzione nel derby, senza fermarmi in panchina, e quando entro lo faccio con sufficienza, dando il via alla rete del pari. Senza contare che prima di dare il cambio a Celik, l’olandese avrà perso almeno un paio di minuti nel vestirsi, con il team manager Cardini più volte a cercare l’ok dell’olandese per chiamare la sostituzione.

José, quindi, come Gesù. Il tecnico ha gli occhi neri di rabbia, parla e racconta, è un continuo accusare, come se il flusso da sabato non si fosse fermato. E il pareggio con il Sassuolo è solo un intervallo, anche poco gradito. Atteggiamento sbagliato, quindi, prima, durante e dopo la partita. L’invito, addirittura, da parte del tecnico di trovarsi una squadra a gennaio, un qualcosa che, per stessa ammissione dello Special, sarà anche difficile: «Gliel’ho detto in faccia. Trovati una squadra ma non penso sarà facile». Quindi, traditore e nemmeno troppo forte da attirare attenzioni di altri club. 

LA PROVOCAZIONE
Qualcosa si sta rompendo, insomma, nella Roma. La famiglia ha traditori della causa e calciatori con atteggiamenti sbagliati. Perché lo show del portoghese non finisce qui. Nemmeno il gol salva Abraham, dall’ennesima reprimenda pubblica: «Il giocatore a cui ho fatto la domanda del perché questo atteggiamento solo oggi e non sempre è Abraham. Aspetto che mi dia una risposta. E vi assicuro che il gol non conta. Perché non posso essere critico con Shomurodov per aver sbagliato quel tiro dopo una partita giocata al massimo del suo potenziale. Non posso arrabbiarmi con Belotti perché in questo momento gli manca sicurezza, visto che per giocare a questo livello più alto di responsabilità, si deve adattare. Con Tammy invece sì. Perché stavolta ha vinto duelli, si è abbassato, ha giocato la palla, è stato punto di riferimento, e le altre volte no?». E l’inglese, da ragazzo intelligente, deve aver fiutato l’aria se in serata ha poi chiesto scusa: «Vorrei rivolgermi ai tifosi, ai compagni di squadra, all’allenatore e in qualche modo scusarmi per non essermi espresso sui livelli della scorsa stagione, non sono stato me stesso». 

POCA JOYA
Quello che prima dell’infortunio riusciva bene invece a Dybala. Il rientro è prossimo, ma guai a dirlo a José: «Se gioca domenica? Non lo so. Difficile da dire, certo che ne avrei bisogno. Non so però il contenuto dei suoi messaggi con la federazione argentina, con il suo allenatore Scaloni, non so se debba giocare con il Torino per andare al Mondiale oppure se invece non gioca ed è più sicuro di andare in Qatar. Però è ovvio che i giocatori che vanno al Mondiale in questa settimana, soprattutto nell’ultima partita, hanno la testa più di là che di qua». E così, anche Paolino è servito.
 

Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 08:44
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