Roma, Mourinho allenatore psicologo. La risposta a Shaw: «Io miglioro la mentalità dei giocatori»

Domenica 20 Giugno 2021 di Gianluca Lengua
Roma, Mourinho allenatore psicologo. La risposta a Shaw: «Io miglioro la mentalità dei giocatori»

«Nei club cerco di migliorare la mentalità, far crescere ambizione e responsabilità». Parola di Josè Mourinho che tra una decina di giorni arriverà a Roma per cominciare la sua “missione impossibile”. Ma che squadra si troverà davanti? Giocatori che vengono da una stagione negativa, esuberi senza motivazioni e giovani campioni reduci da infortuni (Pellegrini e Zaniolo). Insomma, di lavoro da fare ne avrà molto lo Special One, sia dal punto di vista atletico che mentale, perché i due anni di gestione Paulo Fonseca hanno lasciato scorie che soltanto il tempo potrà smaltire.

La cura Mourinho comincerà dai giocatori che compongo la difesa, un reparto che ha incassato 109 gol in due stagioni: Mancini è stato scartato dagli Europei e gli è stato preferito Toloi, Smalling ha trascorso più della metà dell’ultimo anno in infermeria, Kumbulla non si è rivelato il colpo di mercato sperato e Fazio è alla ricerca di un accordo per la buonuscita.

Un settore che, più degli altri, avrà bisogno di innesti e della cura rigenerante Mourinho, un metodo che negli anni, però, è stato anche rigettato.

Lo ha raccontato Luke Shaw dal ritiro con l'Inghilterra: «Il nostro rapporto non è stato dei migliori ed era anche abbastanza semplice da vedere dall'esterno. Però José mi ha reso molto più forte mentalmente. Con le parole “forza mentale” descriverei il periodo con Mourinho. Con Solskjaer mi sento parte della squadra, mentre con José a volte non mi sentivo così».

Effetti collaterali che la Roma è disposta ad accettare pur di portare una mentalità vincente a Trigoria, la stessa che Mourinho ha portato al Manchester United: «Ho trovato un ragazzo appena dopo un infortunio gravissimo che aveva messo a rischio la sua carriera (Shaw ndc). Un ragazzo con delle paure e delle cicatrici per quella serata terribile. Io nei club cerco di migliorare la mentalità, far crescere ambizione e responsabilità. Per lui non è stato facile. Io spingo i giocatori al limite e a volte loro non sono pronti a seguirmi in quel tipo di mentalità. Abbiamo avuto anche dei periodi buoni, lui è un calciatore di grande talento. Penso che sia uno dei motivi per cui ora sta giocando», ha spiegato a TalkSport. 

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Un allenatore psicologo che servirà anche Nicolò Zaniolo reduce da due infortuni gravissimi alle ginocchia e che potrebbe vivere paure inconsce nel momento in cui scenderà in campo e dovrà sottoporsi e subire contrasti. Una reazione che potrebbe presentarsi, ma che il portoghese è pronto ad affrontare per rigenerare uno dei più importanti talenti del calcio italiano. Di certezze ne avrà bisogno anche Lorenzo Pellegrini, diventato capitano della Roma a causa di un litigio tra Dzeko e Fonseca e spesso criticato dai tifosi che si aspettano da lui un omologo di Totti e De Rossi. Mou avrà il compito di trovargli la posizione ideale in campo e restituirgli alcune certezze che gli ultimi due anni gli sono state tolte. Terminato il lavoro con la squadra, toccherà ai tifosi orfani di un trofeo da 12 anni. A loro basterà solo una cosa: vincere e tornare ad essere felici. 

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